domenica 12 settembre 2010

19 ottobre 2006 - La Chiesa e l'Italia, il Papa fa il punto

Benedetto XVI ha visitato oggi Verona in occasione del 4° Convegno Nazionale della Chiesa Italiana. Il Papa, nel suo lungo ed articolato discorso, ha sottolineato come questa assise rappresenti ‘una nuova tappa del cammino di attuazione del Vaticano II, un cammino proteso all’evangelizzazione, per mantenere viva e salda la fede nel popolo italiano; una tenace testimonianza, dunque, di amore per l’Italia e di operosa sollecitudine per il bene dei suoi figli’. Ma il Pontefice ha subito messo in guardia dalla ‘nuova ondata di illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare’. In tal modo – ha sostenuto Papa Benedetto – ‘Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo, anzi estraneo’. Nonostante ciò in Italia – ha rilevato ancora Benedetto XVI – la Chiesa è ‘molto viva’ e ‘conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche alle famiglie’. Perché il messaggio cristiano sia accolto con efficacia è necessaria una educazione capace di ‘risvegliare il coraggio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà, ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita’. I no pronunciati dalla Chiesa – ha ancora spiegato il Papa - sono rivolti ’a forme deboli e deviate di amore e alle contraffazioni della libertà, come anche alla riduzione della ragione soltanto a ciò che è calcolabile e manipolabile. In verità, questi no sono piuttosto dei sì all’amore autentico’. Il rapporto tra la Chiesa e l’Italia passa anche attraverso la politica. E il Pontefice non si tira indietro al confronto specificando che essa non è ‘un agente politico’. La Chiesa invita piuttosto i ‘cristiani laici italiani a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo’. In politica tuttavia – ha concluso Benedetto XVI – ‘occorre anche fronteggiare il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale’.

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