martedì 31 agosto 2010

9 ottobre 2006 - Il Papa: 'Giovanni Paolo I maestro di verità'

Dopo aver assistito alla proiezione in anteprima del film "Papa Luciani: il sorriso di Dio" Benedetto XVI ha rievocato la figura del suo predecessore. Giovanni Paolo I - ha detto il suo successore - fu un Papa 'dolce e mite', 'un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso'. Papa Luciani - ha concluso Benedetto XVI - fu inoltre 'maestro di verità e catecheta appassionato, a tutti i credenti ricordava, con l'affascinante semplicità che gli era solita, l'impegno e la gioia dell'evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell'amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un'umanità più fraterna'.

9 ottobre 2006 - Il Papa: 'Non dimenticare il perdono'

'Laddove Dio viene escluso dalla sfera pubblica, il senso di offesa a Dio - l'autentico senso del peccato - svanisce e proprio quando il valore assoluto delle norme morali viene relativizzato, le categorie di bene o di male svaniscono insieme alla responsabilità individuale'. Lo ha detto il Papa ricevendo quest'oggi i Vescovi della Conferenza Episcopale del Canada Occidentale, in Visita ad Limina. Secondo Benedetto XVI è necessario non dimenticare 'la necessità di cercare il perdono e la disponibilità a perdonare' poichè 'al loro posto sorge una inquietante cultura del biasimo e della litigiosità'.

lunedì 30 agosto 2010

8 ottobre 2006 - Il Papa: 'La famiglia dica no al relativismo'

Il matrimonio e la famiglia sono i temi al centro dell’Angelus odierno recitato da Benedetto XVI in piazza San Pietro. Il Papa ha auspicato che ‘i coniugi cristiani possano costruire una famiglia aperta alla vita e capace di affrontare unita le molte e complesse sfide di questo nostro tempo. C’è oggi particolarmente bisogno della loro testimonianza’. ‘C’è bisogno di famiglie – ha aggiunto - che non si lascino travolgere da moderne correnti culturali ispirate all’edonismo e al relativismo, e siano pronte piuttosto a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società’.

7 ottobre 2006 - Il Papa: 'Confrontarsi con le sfide di oggi'

A vent’anni dalla visita di Giovanni Paolo II in Romagna, Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano una delegazione di pellegrini romagnoli. A loro il Papa ha ribadito quali e quante siano le sfide con cui i cristiani del Terzo Millennio devono confrontarsi. ‘Penso – ha detto - alle crisi che minacciano tante famiglie, al crescente bisogno di vocazioni sacerdotali e religiose di fronte al preoccupante calo numerico e all’avanzare dell’età dei sacerdoti; penso alle tante insidie di una società consumistica e secolarizzata, che tenta di sedurre un numero sempre crescente di persone, inducendole a subire un progressivo distacco dai valori della fede nella vita familiare, civile e politica’. Davanti a tutto questo – ha concluso Papa Benedetto – è necessario non scoraggiarsi ed avere sempre fiducia poiché ‘ci sono tante persone desiderose di dare un senso e un valore solido alla propria esistenza, uomini e donne interessati ad una forte e sincera ricerca religiosa’.

6 ottobre 2006 - Il Papa: 'Obbedire alla verità'

Nella Concelebrazione Eucaristica con i Membri della Commissione Teologica Internazionale Benedetto XVI pronuncia un’omelia a braccio in cui emerge lo spirito dell’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa rileva l’importanza del silenzio e della contemplazione. ‘Servono – spiega - per conservare, nella dispersione della vita quotidiana, una permanente unione con Dio. Questo è lo scopo: che nella nostra anima sia sempre presente l'unione con Dio e trasformi tutto il nostro essere’. Quando si parla – è invece il monito del Pontefice – non si cerchino applausi. Non si parli ‘in obbedienza alla dittatura delle opinione comuni’ perché – prosegue – sarebbe ‘una specie di prostituzione della parola e dell'anima’. ‘La castità a cui allude l’apostolo Pietro – conclude Papa Benedetto - è non sottomettersi a questi standard, non cercare gli applausi, ma cercare l'obbedienza alla verità’.

5 ottobre 2006 - Il Papa riceve il presidente austriaco

Benedetto XVI ha ricevuto stamane in Vaticano il Presidente della Repubblica Austriaca, Heinz Fischer. 'Durante i colloqui - informa una nota della Sala Stampa Vaticana - ci si è soffermati sulla presenza e l'attività della Chiesa cattolica nella società austriaca e ci si è rallegrati delle buone relazioni bilaterali fra Santa Sede ed Austria e della sintonia esistente sul tema dell’identità culturale e spirituale dell'Europa. Sono stati inoltre presi in considerazione temi di particolare importanza nell’odierno contesto mondiale, quali la promozione del dialogo fra culture e religioni, in particolare fra cristianesimo e islam, e il rifiuto di ogni forma di terrorismo'. In calendario anche il viaggio del Papa in Austria. Benedetto XVI ha infatti accettato l'invito a visitare il Santuario mariano di Mariazell.

4 ottobre 2006 - Il Papa: 'Vivere una relazione profonda con Gesù'

Prosegue il ciclo di catechesi dedicato dal Papa alle figure dei dodici Apostoli. Nell'Udienza Generale di oggi protagonista è San Bartolomeo. E Benedetto XVI, prendendo spunto dall'Apostolo, ha parlato del rapporto tra i credenti e Cristo. 'La nostra conoscenza di Gesù - ha spiegato il Pontefice - ha bisogno soprattutto di un'esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente importante, poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l'annuncio che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù'. Di Cristo - ha raccomandato Papa Benedetto - si tenga sempre presente la duplice natura, umana e divina. 'Se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste - ha concluso - rischiamo di farne un essere etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica'.

1 ottobre 2006 - Il Papa: 'La Chiesa è missionaria'

'La Chiesa è per sua natura missionaria. La missione della Chiesa è il prolungamento di quella di Cristo: recare a tutti l'amore di Dio, annunciandolo con le parole e con la concreta testimonianza della carità'. Lo ha detto Benedetto XVI stamane nel corso dell'Angelus recitato dalla residenza di Castel Gamdolfo. All'indomani dell'incontro con il Patriarca di Babilonia dei Caldei Emmanuel III Delly, il Papa ha auspicata una rinnovata fraternità tra cristiani e musulmani iracheni. 'Invito tutti - ha aggiunto - ad unirsi a me nel chiedere a Dio Onnipotente il dono della pace e della concordia per quel martoriato Paese'. Il Pontefice, concludendo l'Angelus, si è congendato da Castel Gandolfo. Previsto per oggi il rientro in Vaticano. 'La prossima domenica ci vediamo a Roma!', ha scherzato Papa Benedetto.

domenica 29 agosto 2010

29 settembre 2006 - Il Papa: 'I vescovi proclamino la verità'

Fame e AIDS sono tra le piaghe più diffuse in Africa. E Benedetto XVI lo ha ricordato ricevendo in udienza i Vescovi del Malawi in Visita ad Limina. ‘La sicurezza alimentare – ha osservato il Papa - è minacciata non solo dalla siccità, ma anche da una gestione dell'agricoltura inefficiente e iniqua. La diffusione dell'AIDS aumenta per la incapacità di restare fedeli a un unico partner nel matrimonio o di praticare l'astinenza. I diritti delle donne, dei bambini e dei nascituri vengono cinicamente violati dal traffico di esseri umani, dalla violenza domestica e da quanti sostengono l'aborto’. ‘Non cessate mai – l’appello del Pontefice ai Vescovi del Malawi - di proclamare la verità, e insistete su di essa, in ogni occasione opportuna e non opportuna perché la verità vi farà liberi’. Non è mancato poi un appello affinchè i Vescovi aiutino i sacerdoti ‘a non cadere nella trappola di considerare il sacerdozio uno strumento di avanzamento sociale’.

29 settembre 2006 - Il Papa: 'L'amore cambia il mondo'

Ricevendo in udienza il nuovo Ambasciatore di Albania, Benedetto XVI ha ricordato il travaglio di Tirana passata dal dominio comunista alla libertà. Ma affinchè essa sia autentica – ha ammonito il Papa – ‘occorre un contesto etico-spirituale adeguato, fondato su una concezione dell’uomo e del mondo che ne rispecchi la natura e la vocazione’. Il Pontefice ha poi ricordato la figlia più illustre dell’Albania: Madre Teresa di Calcutta. Essa – ha sottolineato Papa Benedetto – ‘ha annunciato a tutti che Dio è amore e che ama ogni uomo, specialmente chi è povero e abbandonato. In realtà, è proprio l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo e lo fa progredire verso il suo compimento; di questo amore la Chiesa intende dare testimonianza con le sue opere educative ed assistenziali, aperte non solo ai cattolici ma a tutti’. Non è mancato un riferimento alle migliaia di albanesi che emigrano. ‘Se da una parte – ha osservato Benedetto XVI - è necessario combattere le cause di tale fenomeno, occorre anche creare le condizioni perché quanti lo desiderino possano ritornare in patria. E mi piace qui rendere omaggio agli albanesi che, fedeli ai migliori valori della loro tradizione, sanno farsi apprezzare in Italia, in Europa e in altri Paesi del mondo’.

27 settembre 2006 - Il Papa: 'Beati quelli che non vedono eppure credono'

‘Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno. Questa frase si può anche mettere al presente: Beati quelli che non vedono eppure credono. In ogni caso, qui Gesù enuncia un principio fondamentale per i cristiani che verranno dopo Tommaso, quindi per tutti noi’. Lo ha detto stamane Benedetto XVI nel corso dell’Udienza Generale dedicata a San Tommaso, l’Apostolo incredulo. Secondo il Papa sono tre i motivi per cui risulta essenziale l’esperienza del discepolo agli occhi dei credenti di oggi. In primis ‘perché ci conforta nelle nostre insicurezze’. Poi ‘perché ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito luminoso oltre ogni incertezza’. ‘Infine – ha concluso Papa Benedetto - perché le parole rivolte a lui da Gesù ci ricordano il vero senso della fede matura e ci incoraggiano a proseguire, nonostante la difficoltà, sul nostro cammino di adesione a Lui’.

sabato 28 agosto 2010

26 settembre 2006 - Scomunicato mons. Milingo

L’Arcivescovo africano Emmanuel Milingo è stato raggiunto dalla scomunica latae sententiae. Lo ha comunicato la Sala Stampa Vaticana specificando che Milingo si è trovato in ‘una condizione di irregolarità e di progressiva aperta rottura della comunione con la Chiesa, prima con l’attentato matrimonio e poi con l’ordinazione di quattro vescovi domenica 24 settembre a Washington D.C.’. ‘La Chiesa – si legge ancora nel comunicato della Santa Sede - non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni e tutte le ordinazioni da esse derivate, e ritiene che lo stato canonico dei quattro presunti vescovi sia quello in cui si trovavano prima dell’ordinazione’.

25 settembre 2006 - Il Papa: 'Lavoro per l'amicizia tra cattolici e musulmani'

Per sgomberare il campo, una volta per tutte, dagli equivoci suscitati dal suo discorso a Ratisbona il Papa ha ricevuto stamane in udienza gli Ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana accreditati presso la Santa Sede. Benedetto XVI ha parlato in modo chiaro, inequivocabile. ‘Fin dall’inizio del mio pontificato – ha ricordato - ho auspicato che si continuino a consolidare ponti di amicizia con i fedeli di tutte le religioni, con un particolare apprezzamento per la crescita del dialogo tra musulmani e cristiani’. Il Papa ha poi rinnovato il suo impegno a proseguire e sviluppare quei ‘rapporti ispirati a fiducia, che si sono instaurati da diversi anni fra cristiani e musulmani’. I fedeli – ha proseguito Papa Ratzinger - devono imparare ‘a lavorare insieme per evitare ogni forma di intolleranza ed opporsi ad ogni manifestazione di violenza; è altresì doveroso che noi, Autorità religiose e Responsabili politici, li guidiamo ed incoraggiamo ad agire così’. Islam e Cattolicesimo possono affrontare insieme – ha ancora spiegato concludendo il suo discorso– ‘le numerose sfide con le quali si confronta l’umanità, specialmente per quanto riguarda la difesa e la promozione della dignità dell’essere umano e i diritti che ne derivano. Mentre crescono le minacce contro l’uomo e contro la pace, riaffermando la centralità della persona e lavorando senza stancarsi perché la vita umana sia sempre rispettata, cristiani e musulmani rendono manifesta la loro obbedienza al Creatore, la cui volontà è che tutti gli esseri umani vivano con quella dignità che Egli ha loro dato’.

24 settembre 2006 - Il Papa: 'I martiri sono artigiani di pace'

Anche oggi Benedetto XVI, nel corso dell’Angelus, ha parlato dei tanti religiosi – uomini e donne – uccisi per dare testimonianza della fede cristiana. Il pensiero del Papa è andato a questi ‘servi dell’amore e perciò artigiani di pace’. In particolare il Pontefice ha ricordato ancora una volta Suor Leonella Sgorbati, una ‘suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, morta pronunciando la parola perdono: ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell’amore sull’odio e sul male’. Seguire Cristo – ha aggiunto Papa Benedetto – non è facile ma ‘solo chi perde la propria vita per causa sua e del Vangelo la salverà, dando senso pieno alla propria esistenza. Non esiste altra strada per essere suoi discepoli, non c’è altra strada per testimoniare il suo amore e tendere alla perfezione evangelica’.

23 settembre 2006 - Il Papa ricorda i martiri della Chiesa

La Chiesa è missionaria e martire. Lo ha ribadito oggi Benedetto XVI ricevendo in udienza i Vescovi partecipanti al Corso di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Tra i tanti religiosi che hanno perso la vita in nome del Vangelo, il Papa ha voluto ricordare ‘il sacrificio di suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata, barbaramente uccisa a Mogadiscio, in Somalia’. ‘Questo martirologio – ha concluso il Pontefice - adorna, ieri come oggi, la storia della Chiesa e, pur nella sofferenza e nell’apprensione, mantiene viva nel nostro animo la fiducia d’una gloriosa fioritura di fede cristiana, poiché, come afferma Tertulliano, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani’.

giovedì 26 agosto 2010

23 settembre 2006 - Il Papa riceve i Vescovi del Ciad

Incontrando i Vescovi della Conferenza Episcopale del Ciad in Visita ad Limina il Papa ha affrontato numerose questioni valide per la Chiesa africana e dell’intero pianeta. In primis l’attenzione di Benedetto XVI si è concentrata su matrimonio e famiglia. ‘È fondamentale – ha ricordato - mostrare come l'istituzione del matrimonio contribuisca al vero sviluppo delle persone e della società, e permetta di assicurare la dignità, l'uguaglianza e l'autentica libertà dell'uomo e della donna, come anche la crescita umana e spirituale dei figli’. Un altro tema caro al Papa è il mondo dei giovani la cui ‘seria formazione favorirà un rinnovamento della pastorale familiare e contribuirà a superare le difficoltà di ordine sociale, culturale o economico che, per molti fedeli, sono ostacoli al matrimonio cristiano’. Evitare scontri e violenze tra i vari gruppi che compongono il Ciad sarà possibile secondo il Pontefice attraverso ‘il riconoscimento della dignità di ognuno, dell'identità di ogni gruppo umano e religioso, e della sua libertà di praticare la propria religione’. Tutto ciò – ha concluso – ‘fa parte dei valori comuni di pace e di giustizia che devono essere promossi da tutti e nei quali i responsabili della società civile hanno un ruolo importante da svolgere’.

22 settembre 2006 - Il Papa: 'La parrocchia è al servizio dei poveri'

Ricevendo in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici Benedetto XVI ha avuto occasione di parlare di uno dei fulcri della Chiesa: la parrocchia. ‘L’auspicato rinnovamento della parrocchia – ha sostenuto il Papa - non può scaturire solo da pur utili ed opportune iniziative pastorali, né tanto meno da programmi elaborati a tavolino. Ispirandosi al modello apostolico, così come appare negli Atti degli Apostoli, la parrocchia ritrova se stessa nell’incontro con Cristo, specialmente nell’Eucaristia’. Solo se unita a Cristo – ha concluso – ‘la parrocchia trae vigore per impegnarsi poi senza sosta nel servizio ai fratelli, particolarmente verso i poveri, per i quali rappresenta di fatto il primo referente’.

21 settembre 2006 - Il Papa: 'I vescovi custodiscano il loro gregge'

‘I Vescovi hanno la prima responsabilità di edificare la Chiesa come famiglia di Dio e come luogo di aiuto vicendevole e di disponibilità’. Lo ha ricordato il Papa nel corso della tradizionale udienza ai partecipanti al Convegno dei nuovi Vescovi. I Pastori – ha aggiunto Benedetto XVI - hanno il compito di custodire la ‘comunione ecclesiale e a promuoverla e difenderla vigilando costantemente sul gregge’ affidatogli. I Vescovi devono dimostrare – ha concluso il Pontefice – ‘discernimento, coraggio apostolico e paziente bontà nel cercare di convincere e di coinvolgere, perché le vostre indicazioni siano accolte di buon animo ed eseguite con convinzione e prontezza’.

20 settembre 2006 - Il Papa: 'Grande rispetto per l'Islam'

Il Viaggio apostolico in Baviera è al centro dell’odierna Udienza Generale tenuta dal Papa come ogni mercoledì. Benedetto XVI ha l’occasione di tracciare un bilancio di questa missione e di tornare su alcuni argomenti affrontati in Germania. Ai fedeli ha ribadito che ‘il compito di noi, cristiani in un mondo secolarizzato, proclamare e testimoniare a tutti il messaggio di speranza che la fede ci offre: in Gesù crocifisso Iddio, Padre misericordioso, ci chiama ad essere suoi figli e a superare ogni forma di odio e di violenza per contribuire al definitivo trionfo dell’amore’. Papa Benedetto ha poi confermato, ancora una volta, il suo impegno ‘per la piena unità fra tutti i discepoli di Cristo’. Non è mancato infine un ampio riferimento all’ormai celebre discorso di Ratisbona. ‘Volevo spiegare – ha detto Papa Benedetto - che non religione e violenza, ma religione e ragione vanno insieme. Volevo invitare al dialogo della fede cristiana col mondo moderno ed al dialogo di tutte le culture e religioni. Spero che in diverse occasioni della mia visita - per esempio, quando a Monaco ho sottolineato quanto sia importante rispettare ciò che per gli altri è sacro - sia apparso con chiarezza il mio rispetto profondo per le grandi religioni e, in particolare, per i musulmani’. ‘Confido quindi che – ha concluso il Pontefice - dopo le reazioni del primo momento le mie parole possano costituire una spinta e un incoraggiamento a un dialogo positivo, anche autocritico, sia tra le religioni come tra la ragione moderna e la fede dei cristiani’.

17 settembre 2006 - Il Papa: 'Sì al dialogo franco e sincero'

All’’indomani delle parole del Cardinale Bertone, lo stesso Benedetto XVI è tornato sul discorso tenuto a Ratisbona che ha provocato la reazione violenta di migliaia di persone in diversi Paesi musulmani. All’Angelus il Papa ha espresso il suo rammarico per l’accaduto ma ha ribadito come si trattasse ‘di una citazione di un testo medioevale, che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale’. Auspico – ha aggiunto Papa Benedetto – che si chiarisca ‘il vero significato del mio discorso, il quale nella sua totalità era ed è un invito al dialogo franco e sincero, con grande rispetto reciproco’.

16 settembre 2006 - Discorso di Ratisbona, interviene la Segreteria di Stato

Il discorso di Ratisbona, pronunciato dal Papa, continua a provocare proteste e violenze in numerosi Paesi islamici. E di fronte a ciò è netta la presa di posizione del neo Segretario di Stato Vaticano, Card. Tarcisio Bertone. Benedetto XVI, sostiene il successore del Card. Sodano, è inequivocabilmente favorevole al ‘dialogo interreligioso e interculturale’.La riflessione del Pontefice – ribadisce Bertone – si conclude con ‘un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga’. Il Papa – prosegue il porporato – ‘è pertanto vivamente dispiaciuto che alcuni passi del suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni’.

16 settembre 2006 - Il Papa: 'Non sopprimere la vita nascente'

La Chiesa difende la vita ma non è nemica della scienza e della ricerca. E’ la sintesi del discorso che il Papa ha rivolto stamane ai partecipanti al Congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita. ‘Mi sia lecito rivendicare di fronte a frequenti e ingiuste accuse di insensibilità rivolte alla Chiesa – ha precisato Benedetto XVI - il costante sostegno da essa dato nel corso della sua bimillenaria storia alla ricerca rivolta alla cura delle malattie e al bene dell'umanità’. Il no della Chiesa è rivolto - ha aggiunto il Papa – a ‘quelle forme di ricerca che prevedono la programmata soppressione di esseri umani già esistenti, anche se non ancora nati. In tali casi la ricerca, a prescindere dai risultati di utilità terapeutica, non si pone veramente a servizio dell'umanità. Passa infatti attraverso la soppressione di vite umane che hanno uguale dignità rispetto agli altri individui umani e agli stessi ricercatori. La storia stessa ha condannato nel passato e condannerà in futuro una tale scienza, non solo perché priva della luce di Dio, ma anche perché priva di umanità’. La posizione della Chiesa – ha concluso Benedetto XVI – è netta, senza se e senza ma. ‘Di fronte alla diretta soppressione dell'essere umano non ci possono essere né compromessi né tergiversazioni; non si può pensare che una società possa combattere efficacemente il crimine, quando essa stessa legalizza il delitto nell'ambito della vita nascente’.

16 settembre 2006 - Il Papa: 'Europa ha radici cristiane'

L’udienza concessa all’ Ambasciatore di Slovenia in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali offre la possibilità al Papa di ribadire la correlazione che intercorre tra l’Europa ed il Cristianesimo. ‘Il popolo sloveno – ha spiegato Benedetto XVI - ha il diritto di affermare e far valere l’anima cristiana che ne ha plasmato l’identità e lo ha inscritto nel contesto di quell’Europa le cui radici più profonde traggono vigore dalla semente evangelica operante nel continente da quasi due millenni’. Ma, secondo il Pontefice, è necessario ribadire ai giovani l’importanza dei valori cristiani. ‘Il compito di fronte al quale si trovano i responsabili di oggi – ha sostenuto Papa Benedetto - è di individuare i metodi opportuni per coinvolgere le nuove generazioni nella conoscenza e nell’apprezzamento dei valori del passato, rendendole capaci di portare nel millennio appena iniziato il ricco patrimonio ereditato’. Non farlo – ha concluso il Papa sarebbe un errore poiché dalle ‘radici storiche’ ‘ fluisce la linfa necessaria per assicurare alla Nazione nuove stagioni feconde di frutti. In tal senso, la questione dell’istruzione dei giovani anche in merito ai valori religiosi condivisi dalla maggioranza della popolazione non va elusa’.

lunedì 23 agosto 2010

14 settembre 2006 - Il Papa si congeda dalla Baviera

All’aeroporto di Monaco il Papa bavarese si congeda dalla sua terra natale al termine di un viaggio apostolico molto intenso. Salutando le autorità Benedetto XVI ha ribadito di esser ‘venuto in Germania, in Baviera, per riproporre ai miei concittadini le eterne verità del Vangelo come verità e forza attuali e confermare i credenti nell'adesione a Cristo, Figlio di Dio fattosi uomo per la nostra salvezza’. ‘Sono convinto – ha concluso - nella fede che in Lui, nella sua parola, si trova la via non solo per raggiungere la felicità eterna, ma anche per costruire un futuro degno dell'uomo già su questa nostra terra’.

14 settembre 2006 - Il Papa: 'I sacerdoti siano umili e zelanti'

Il sacerdozio non è un lavoro. E’ questo il messaggio lanciato dal Papa nel corso dell’incontro con il clero della città di Frisinga. ‘La chiamata – ha sostenuto Benedetto XVI - partendo dal cuore di Dio, deve sempre trovare la via al cuore dell’uomo. E tuttavia: proprio perché arrivi nei cuori degli uomini è necessaria anche la nostra collaborazione. Chiederlo al padrone della messe significa certamente innanzitutto pregare per questo, scuotere il suo cuore e dire: "Fallo per favore! Risveglia gli uomini! Accendi in loro l’entusiasmo e la gioia per il Vangelo!’. ‘Zelo, umiltà e riconoscimento dei propri limiti’ secondo il Pontefice sono caratteristiche proprie dei sacerdoti.’ Da una parte lo zelo: se veramente – ha spiegato Papa Benedetto - incontriamo Cristo sempre di nuovo, non possiamo tenercelo per noi stessi. Ci sentiamo spinti ad andare verso i poveri, gli anziani, i deboli, e così pure verso i bambini e i giovani, verso le persone nel pieno della loro vita; ci sentiamo spinti ad essere "annunciatori", apostoli di Cristo. Ma questo zelo, per non diventare vuoto e logorante per noi, deve collegarsi con l’umiltà, con la moderazione, con l’accettazione dei nostri limiti. Quante cose dovrebbero essere fatte – vedo che non ne sono capace’. Tutto ciò – ha concluso – ‘vale anche per il Papa: egli dovrebbe fare tante cose! E le mie forze semplicemente non bastano. Così devo imparare a fare ciò che posso e lasciare il resto a Dio e ai miei collaboratori’.

14 settembre 2006 - Discorso di Ratisbona, la Santa Sede puntualizza

‘Ciò che sta a cuore al Santo Padre è un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza’. E’ quanto afferma Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana, in una nota diffusa alle proteste e alle violenze scoppiate in numerosi Paesi islamici dopo il discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona. ‘Non era certo nelle intenzioni del Santo Padre – ha proseguito il portavoce vaticano - svolgere uno studio approfondito sulla jihad e sul pensiero musulmano in merito, e tanto meno offendere la sensibilità dei credenti musulmani’. La volontà del Papa – ha concluso Padre Lombardi - è quella ‘di coltivare un atteggiamento di rispetto e di dialogo verso le altre religioni e culture, evidentemente anche verso l’Islam’.

domenica 22 agosto 2010

13 settembre 2006 - Il Papa: 'Trovare nella Chiesa l'accordo nella lode di Dio'

La passione del Papa per la musica è nota e Benedetto XVI è ben lieto di benedire il nuovo organo della Basilica della Alte Kapelle di Ratisbona. E il Pontefice usa l’organo come metafore per spiegare come ‘le numerose canne e i registri devono formare un'unità. Se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest'organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affaticamento. È questa un'immagine della nostra comunità nella Chiesa’. ’Come nell'organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza – spiega Papa Benedetto - così dobbiamo anche nella Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre di nuovo l'accordo nella lode di Dio e nell'amore fraterno’.

12 settembre 2006 - Il Papa: 'I cristiani testimonino la vera vita'

Benedetto XVI non si sottrae all’impegno ecumenico neanche in Germania. Nel Duomo di Ratisbona, celebrando i Vespri alla presenza dei rappresentanti delle altre confessioni cristiane, il Papa ribadisce di sperare e pregare che i ‘colloqui portino frutti e che la comunione col Dio vivente che ci unisce, come la comunione tra noi nella fede tramandata dagli Apostoli, si approfondiscano e maturino fino a quell'unità piena, dalla quale il mondo può riconoscere che Gesù Cristo è veramente l'inviato di Dio, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo’. I cristiani, tutti i cristiani, ha aggiunto Papa Benedetto devono ‘dare nuovamente testimonianza degli orientamenti che rendono una vita veramente vita. Questo importante compito comune a tutti i credenti lo dobbiamo affrontare con grande decisione: è responsabilità dei cristiani, in questa ora, di rendere visibili quegli orientamenti di un giusto vivere, che a noi si sono chiariti in Gesù Cristo’.

12 settembre 2006 - Il Papa: 'Violenza contraria alla religione'

La Lectio Magistralis del Papa all’Università di Ratisbona, dove per anni il prof. Joseph Ratzinger, si incentra sul rapporto tra fede e ragione. E Benedetto XVI ribadisce un concetto fondamentale. La religione ripudia la violenza. Ma una citazione dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo crea la reazione violenta di migliaia di musulmani in diverse parti del mondo. ‘Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo – ha detto il Papa citando testualmente l’imperatore - e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava’. Ma il Pontefice immediatamente precisa: ‘ L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima’.

giovedì 12 agosto 2010

12 settembre 2006 - Il Papa: 'Chi crede non è mai solo'

Altra tappa cara al cuore del Papa è Regensburg nella cui Università il Prof. Joseph Ratzinger ha insegnato per anni. E in questa città, nella spianata dell’Islinger Feld Benedetto XVI ha celebrato la Messa dedicando l’omelia alla fede. Essa – ha spiegato – ‘è semplice. Crediamo in Dio, principio e fine della vita umana. In quel Dio che entra in relazione con noi esseri umani, che è la nostra origine e il nostro futuro. Così la fede, contemporaneamente, è sempre anche speranza, è la certezza che noi abbiamo un futuro e non cadremo nel vuoto. E la fede è amore, perché l'amore di Dio vuole contagiarci. Questa è la prima cosa: noi semplicemente crediamo in Dio, e questo porta con sé anche la speranza e l'amore’. Il Pontefice è tornato poi su un concetto esplicitato per la prima volta il giorno dell’inizio del suo ministero di Vescovo di Roma. ‘Chi crede – ha ribadito - non è mai solo. Dio ci viene incontro. Incamminiamoci anche noi verso Dio, allora ci avviciniamo gli uni agli altri! Non lasciamo solo, per quanto sta nelle nostre forze, nessuno dei figli di Dio’. Concludendo l’omelia Papa Benedetto ha infine riassunto alcuni elementi cardini legati alla fede la quale ‘ non vuol farci paura; vuole però chiamarci alla responsabilità! Non dobbiamo sprecare la nostra vita, né abusare di essa; neppure dobbiamo tenerla semplicemente per noi stessi; di fronte all’ingiustizia non dobbiamo restare indifferenti, diventandone conniventi o addirittura complici’. ‘Dobbiamo percepire la nostra missione nella storia e cercare di corrispondervi. Non paura – ha concluso - ma responsabilità e preoccupazione per la nostra salvezza, e per la salvezza di tutto il mondo sono necessarie. A ciò, ciascuno deve dare il proprio contributo’.

11 settembre 2006 - Il Papa parla ai sacerdoti bavaresi

L’incontro con i Religiosi e i Seminaristi nella Basilica di Sant’Anna di Altötting è occasione per Benedetto XVI di ribadire alcuni punti fondamentali circa la natura del sacerdozio. ‘La prima cosa e la più importante per il sacerdote – ha sottolineato il Papa - è la Messa quotidiana, celebrata sempre con profonda partecipazione interiore. Se la celebriamo veramente da persone oranti, se uniamo la nostra parola e il nostro agire alla parola che ci precede e al rito della celebrazione eucaristica, se nella comunione ci lasciamo veramente abbracciare da Lui e Lo accogliamo allora stiamo con Lui’. Il Pontefice ha poi ribadito l’importanza della Liturgia delle Ore. ‘In essa – ha detto Papa Benedetto - preghiamo da uomini bisognosi del dialogo con Dio, coinvolgendo però anche tutti gli altri che non hanno il tempo e la possibilità per una tale preghiera’. Importante quanto la Liturgia delle Ore – ha infine concluso il Papa - è l’Adorazione eucaristica attraverso la quale ‘impariamo a ricevere Cristo in modo giusto, impariamo il comunicarci, impariamo dall'interno la celebrazione dell’Eucaristia’.

11 settembre 2006 - Il Papa: 'Impariamo a pregare da Maria'

Terzo giorno di visita in Baviera per il Papa che stamane ha celebrato la Messa nella piazza del Santuario mariano di Altötting. Ed è la Madonna – e in particolare l’episodio evangelico delle nozze di Cana - l’elemento centrale su cui si basa l’omelia del Pontefice. ‘Maria - ha spiegato Benedetto XVI - semplicemente non chiede una cosa precisa, e ancor meno che Gesù eserciti il suo potere, compia un miracolo. Semplicemente affida la cosa a Gesù e lascia a Lui la decisione su come reagire. Vediamo così nelle semplici parole della Madre di Gesù due cose: da una parte, la sua sollecitudine affettuosa per gli uomini, l'attenzione materna con cui avverte l'altrui situazione difficile; vediamo la sua bontà cordiale e la sua disponibilità ad aiutare. È questa la Madre, verso la quale la gente da generazioni si mette in pellegrinaggio qui ad Altötting. A lei affidiamo le nostre preoccupazioni, le necessità e le situazioni penose’. La Vergine – ha aggiunto il Pontefice – si rimette a Dio e ‘ci insegna a pregare: non voler affermare di fronte a Dio la nostra volontà e i nostri desideri, per quanto importanti, per quanto ragionevoli possano apparirci, ma portarli davanti a Lui e lasciare a Lui di decidere ciò che intende fare. Da Maria impariamo la bontà pronta ad aiutare, ma anche l'umiltà e la generosità di accettare la volontà di Dio, dandogli fiducia nella convinzione che la sua risposta, qualunque essa sia, sarà il nostro, il mio vero bene’.

10 settembre 2006 - Il Papa: 'Poniamoci domande sul senso della vita'

Il Papa ha presieduto la Celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Monaco alla presenza dei bambini della Prima Comunione. A loro ha ricordato che ‘mediante l’Eucaristia si forma una comunità che oltrepassa tutti i confini e abbraccia tutte le lingue, mediante la comunione si forma la Chiesa universale, nella quale Dio parla e vive con noi. È in questo modo che dobbiamo ricevere la santa Comunione: come incontro con Gesù, con Dio stesso, che ci guida alle fonti della vita vera’. A genitori ed educatori Benedetto XVI ha chiesto ‘di tener presente nella scuola la ricerca di Dio, di quel Dio che in Gesù Cristo si è reso a noi visibile. So che nel nostro mondo pluralista è difficile avviare nella scuola il discorso sulla fede. Ma non è affatto sufficiente, che i bambini e i giovani acquistino nella scuola soltanto delle conoscenze e delle abilità tecniche, e non i criteri che alle conoscenze e alle abilità danno un orientamento e un senso’. ’Stimolate gli alunni – ha concluso - a porre domande non soltanto su questo e su quello ma a chiedere soprattutto sul da dove e sul verso dove della nostra vita’.

10 settembre 2006 - Il Papa: 'La fede non si impone'

Celebrando la Messa alla Nuova Fiera di Monaco, Benedetto XVI ha osservato – in un’omelia molto corposa - come nel mondo contemporaneo esista una sordità ‘nei confronti di Dio’. ‘Noi semplicemente – ha rilevato il Papa - non riusciamo più a sentirlo sono troppe le frequenze diverse che occupano i nostri orecchi. Quello che si dice di Lui ci sembra pre-scientifico, non più adatto al nostro tempo. Con la debolezza d'udito o addirittura la sordità nei confronti di Dio si perde naturalmente anche la nostra capacità di parlare con Lui o a Lui’. Perdere il contatto con Dio, ha aggiunto il Pontefice, crea il rischio di circoscrivere drasticamente ’il raggio del nostro rapporto con la realtà in genere. L'orizzonte della nostra vita si riduce in modo preoccupante’. Papa Benedetto ha successivamente ribadito che la fede cattolica non si impone a nessuno. ‘Un simile genere di proselitismo – ha spiegato - è contrario al cristianesimo. La fede può svilupparsi soltanto nella libertà. Ma è la libertà degli uomini alla quale facciamo appello di aprirsi a Dio, di cercarlo, di prestargli ascolto’. ‘Il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. La sua vendetta – ha concluso il Papa - è la Croce: il No alla violenza, l’amore fino alla fine. È questo il Dio di cui abbiamo bisogno. Non veniamo meno al rispetto di altre religioni e culture, non veniamo meno al profondo rispetto per la loro fede, se confessiamo ad alta voce e senza mezzi termini quel Dio che alla violenza ha opposto la sua sofferenza; che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia’.