domenica 7 febbraio 2010

1 gennaio 2006 - Pace, il Papa chiede uno sforzo congiunto

'Di fronte al permanere di situazioni di ingiustizia e di violenza che continuano ad opprimere diverse zone della terra, davanti a quelle che si presentano come le nuove e più insidiose minacce alla pace - il terrorismo, il nichilismo ed il fondamentalismo fanatico - diventa più che mai necessario operare insieme per la pace!'. Lo ha detto il Papa presiedendo stamane nella Basilica Vaticana la messa per la Giornata mondiale della Pace. 'E’ necessario - l'invito di Benedetto XVI - un sussulto di coraggio e di fiducia in Dio e nell’uomo per scegliere di percorrere il cammino della pace'. Si tratta di un compito universale - ha osservato il Pontefice - a cui, dunque, sono chiamati tutti gli uomini del pianeta. 'In particolare - ha detto Papa Ratzinger - ho voluto richiamare l’Organizzazione delle Nazioni Unite a prendere rinnovata coscienza delle sue responsabilità nella promozione dei valori della giustizia, della solidarietà e della pace, in un mondo sempre più segnato dal vasto fenomeno della globalizzazione. Se la pace è aspirazione di ogni persona di buona volontà, per i discepoli di Cristo essa è mandato permanente che impegna tutti; è missione esigente che li spinge ad annunciare e testimoniare il Vangelo della Pace'.

31 dicembre 2005 - Il Papa ricorda i poveri e gli abbandonati

Come da tradizione il Papa ha presieduto questa sera i Vespri in occasione della Solennità della Madre di Dio e ha cantato il Te Deum di ringraziamento per l'anno che si va concludendo. Nell'omelia Benedetto XVI ha rilanciato - ancora una volta - il valore della famiglia. 'La famiglia - ha ricordato il Pontefice - è sempre stata al centro dell’attenzione dei miei venerati Predecessori, in particolare di Giovanni Paolo II, che ad essa ha dedicato molteplici interventi. Egli era persuaso, ed in più occasioni lo ha ribadito, che la crisi della famiglia costituisce un grave pregiudizio per la stessa nostra civiltà. Proprio per sottolineare l’importanza nella vita della Chiesa e della società della famiglia fondata sul matrimonio, anch’io ho voluto offrire il mio contributo intervenendo, la sera del 6 giugno scorso, al Convegno diocesano in San Giovanni in Laterano'. Nell'ultima celebrazione dell'anno il Papa ha rivolto un pensiero ai poveri e agli emarginati. 'Voglio ricordare in modo speciale - ha ribadito Papa Ratzinger - coloro che sono in difficoltà: le persone più povere e abbandonate, quanti hanno perso la speranza in un fondato senso della propria esistenza, o sono involontarie vittime di interessi egoistici, senza che a loro sia chiesta adesione o opinione. Facendo nostre le loro sofferenze, li affidiamo tutti a Dio, che sa volgere ogni cosa al bene; a Lui consegniamo la nostra aspirazione a che ogni persona veda accolta la propria dignità di figlio suo'.

30 dicembre 2005 - Il Papa: 'Dio non s'impone con la forza'

Benedetto XVI ha visitato questa mattina il dispensario pontificio 'Santa Marta', gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa. Il Natale appena passato è ancora al centro dei pensieri del Papa che ricorda ai presenti come Dio non forzi mai la volontà dell'uomo. 'Gesù bussa alla porta del nostro cuore, domanda di fargli spazio nella nostra vita. Dio è così: non si impone, non entra mai con la forza ma, come un bambino, chiede di essere accolto. In un certo senso, anche Dio si presenta bisognoso di attenzione; attende che gli apriamo il cuore e che ci prendiamo cura di Lui. Ed ogni volta che ci volgiamo con amore verso "uno solo di questi miei fratelli più piccoli", come ha detto il Signore, è a Lui che rendiamo servizio'. In concomitanza con la festa della Santa Famiglia, il Pontefice rivolge la sua attenzione anche a questo argomento. 'La concezione moderna della famiglia, anche per reazione al passato - ha spiegato Papa Benedetto - riserva grande importanza all’amore coniugale, sottolineandone gli aspetti soggettivi di libertà nella scelta e nei sentimenti. Si fa invece più fatica a percepire e comprendere il valore della chiamata a collaborare con Dio nel procreare la vita umana. Inoltre, le società contemporanee, pur dotate di tanti mezzi, non riescono sempre a facilitare la missione dei genitori, sia sul piano delle motivazioni spirituali e morali che su quello delle condizioni pratiche di vita. C’è un grande bisogno, tanto sotto il profilo culturale quanto sotto quello politico e legislativo, di sostenere la famiglia'.

sabato 6 febbraio 2010

25 dicembre 2005 - Urbi et Orbi, il Papa invoca la pace

Un inno di speranza e un'invocazione alla pace. E' il senso del messaggio natalizio Urbi et Orbi pronunciato stamane dal Papa, affacciatosi dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Benedetto XVI si rivolge direttamente all'uomo di oggi invitandolo a non aver paura del Bambino di Betlemme. 'Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà - ha esortato Papa Benedetto - lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di essere "famiglia" chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno. L’umanità unita potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta'. Il Natale è sinonimo di pace, ed il Pontefice la invoca per tutto il mondo. Ma il suo pensiero va alle zone piu' martoriate del pianeta. 'Dio che si è fatto uomo per amore dell’uomo - ha detto Papa Ratzinger - sostenga quanti operano in Africa a favore della pace e dello sviluppo integrale, opponendosi alle lotte fratricide, perché si consolidino le attuali transizioni politiche ancora fragili, e siano salvaguardati i più elementari diritti di quanti versano in tragiche situazioni umanitarie, come nel Darfur ed in altre regioni dell’Africa centrale. Induca i popoli latino-americani a vivere in pace e concordia. Infonda coraggio agli uomini di buona volontà, che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i segni di speranza, che pure non mancano, attendono di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza; favorisca i processi di dialogo nella Penisola coreana e altrove nei Paesi asiatici, perché, superate pericolose divergenze, si giunga, in spirito amichevole, a coerenti conclusioni di pace, tanto attese da quelle popolazioni'

25 dicembre 2005 - Natale, il Papa: 'Nel Bambinello Dio mostra la sua gloria'

Benedetto XVI ha presieduto la solenne Messa di Natale a mezzanotte nella Basilica Vaticana. Parlando del mistero dell'incarnazione, il Papa ha ricordato che 'Dio è diventato uno di noi, affinché noi potessimo essere con Lui, diventare simili a Lui. Ha scelto come suo segno il Bimbo nel presepe: Egli è così. In questo modo impariamo a conoscerlo. E su ogni bambino rifulge qualcosa del raggio di quell'oggi, della vicinanza di Dio che dobbiamo amare ed alla quale dobbiamo sottometterci – su ogni bambino, anche su quello non ancora nato'. La presenza di Gesu' nella grotta di Betlemme - ha aggiunto il Pontefice - ha illuminato il mondo. 'Dove c'è amore, emerge una luce nel mondo; dove c'è odio, il mondo è nel buio. Sì, nella stalla di Betlemme è apparsa la grande luce che il mondo attende'. 'In quel Bimbo giacente nella stalla - ha concluso il Papa - Dio mostra la sua gloria – la gloria dell'amore, che dà in dono se stesso e che si priva di ogni grandezza per condurci sulla via dell'amore. La luce di Betlemme non si è mai più spenta. Lungo tutti i secoli ha toccato uomini e donne, li ha avvolti di luce'.

22 dicembre 2005 - Il Papa ripercorre il 2005 della Chiesa

Nella consueta udienza per la presentazione degli auguri natalizi alla Curia Romana è occasione per Benedetto XVI di tracciare il bilancio del 2005 che va concludendosi. Il primo pensiero del Papa va al suo predecessore, Giovanni Paolo II. L'attenzione si sposta successivamente al grande raduno dei giovani a Colonia. Il Pontefice lo ricorda con parole cariche d'affetto. 'La Giornata Mondiale della Gioventù - racconta Papa Benedetto - è rimasta nella memoria di tutti coloro che erano presenti come un grande dono. Oltre un milione di giovani si radunarono nella Città di Colonia, situata sul fiume Reno, e nelle città vicine per ascoltare insieme la Parola di Dio, per pregare insieme, per ricevere i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, per cantare e festeggiare insieme, per gioire dell’esistenza e per adorare e ricevere il Signore eucaristico durante i grandi incontri del sabato sera e della domenica. Durante tutti quei giorni regnava semplicemente la gioia. A prescindere dai servizi d'ordine, la polizia non ebbe niente da fare – il Signore aveva radunato la sua famiglia, superando sensibilmente ogni frontiera e barriera e, nella grande comunione tra di noi, ci aveva fatto sperimentare la sua presenza'. Il 2005 coincide con il quarantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II e, ovviamente, questo avvenimento non sfugge all'attenzione del Pontefice che si pone alcune domande. 'Qual è stato il risultato del Concilio? È stato recepito nel modo giusto? Che cosa, nella recezione del Concilio, è stato buono, che cosa insufficiente o sbagliato? Che cosa resta ancora da fare? Nessuno può negare che, in vaste parti della Chiesa, la recezione del Concilio si è svolta in modo piuttosto difficile'. Ma il Concilio ha lasciato alla Chiesa l'impegno 'di esprimere in modo nuovo una determinata verità esige una nuova riflessione su di essa e un nuovo rapporto vitale con essa; è chiaro pure che la nuova parola può maturare soltanto se nasce da una comprensione consapevole della verità espressa e che, d’altra parte, la riflessione sulla fede esige anche che si viva questa fede'. Infine Papa Benedetto ricorda la sua elezione, ancora una volta con l'emozione del primo giorno, al soglio pontificio. 'Devo forse ancora far memoria di quel 19 aprile di quest'anno, in cui il Collegio Cardinalizio, con mio non piccolo spavento, mi ha eletto a successore di Papa Giovanni Paolo II, a successore di san Pietro sulla cattedra del Vescovo di Roma? Un tale compito stava del tutto fuori di ciò che avrei mai potuto immaginare come mia vocazione. Così, fu soltanto con un grande atto di fiducia in Dio che potei dire nell'obbedienza il mio "sì" a questa scelta. Come allora, così chiedo anche oggi a tutti Voi la preghiera, sulla cui forza e sostegno io conto. Al contempo desidero ringraziare di cuore in quest'ora tutti coloro che mi hanno accolto e mi accolgono tuttora con tanta fiducia, bontà e comprensione, accompagnandomi giorno per giorno con la loro preghiera'.

21 dicembre 2005 - Il Papa dice no al consumismo del Natale

E' il Natale imminente l'argomento affrontato dal Papa nell'Udienza Generale di oggi. Benedetto XVI ha invitato i fedeli a riscoprire il senso della festa cristiana, senza lasciarsi abbindolare dal consumismo legato alla ricorrenza. 'Preparandoci - ha detto il Pontefice - a celebrare con gioia la nascita del Salvatore nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità ecclesiali, mentre una certa cultura moderna e consumistica tende a far sparire i simboli cristiani dalla celebrazione del Natale, sia impegno di tutti cogliere il valore delle tradizioni natalizie, che fanno parte del patrimonio della nostra fede e della nostra cultura, per trasmetterle alle nuove generazioni'. Nessuno si fermi - ha spiegato ancora il Papa - ai segni esteriori del Natale. 'Nel vedere strade e piazze delle città addobbate da luminarie sfolgoranti - ha osservato Papa Benedetto - ricordiamo che queste luci ci richiamano ad un’altra luce, invisibile agli occhi, ma non al cuore. Mentre le ammiriamo, mentre accendiamo le candele nelle Chiese o l’illuminazione del presepe e dell’albero di Natale nelle case, si apra il nostro animo alla vera luce spirituale recata a tutti gli uomini di buona volontà. Il Dio con noi, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è la Stella della nostra vita!'.

19 dicembre 2005 - Bioetica, monito del Papa

Ricevendo il nuovo ambasciatore francese presso la Santa Sede, Benedetto XVI ha rivolto stamane un nuovo monito in tema di bioetica. E' di moda ormai - ha rilevato il Papa - considerare 'l'essere umano, soprattutto nei primi istanti della sua esistenza, come un semplice oggetto di ricerca'. Secondo il Pontefice 'è importante considerare le questioni etiche non solo da un punto di vista della scienza, ma dell'essere umano, che deve essere imperativamente rispettato'. 'Senza l'accettazione di questo criterio morale fondamentale - ha concluso Papa Benedetto - sarà difficile riuscire a creare una società veramente umana, rispettosa di tutti coloro che la compongono, senza alcuna distinzione'.

18 dicembre 2005 - Il Papa e la gioia del Natale

Prima visita pastorale in una parrocchia romana per Benedetto XVI. Il Papa ha scelto Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone, e per lui è un ritorno a casa dato che da cardinale è stato il Titolare di questa chiesa. Nell'omelia il Pontefice si sofferma su due aspetti specifici del Vangelo: la gioia e il 'non temere'. Sul primo argomento Papa Benedetto rileva come 'la prima parola del Nuovo Testamento è un invito alla gioia: "gioisci, rallegrati!". Il Nuovo Testamento è veramente "Vangelo", la "Buona Notizia" che ci porta gioia. Dio non è lontano da noi, sconosciuto, enigmatico, forse pericoloso. Dio è vicino a noi, così vicino che si fa bambino, e noi possiamo dare del "tu" a questo Dio'. Con un accento autocritico il Papa spiega che i cattolici del mondo di oggi hanno perso il gusto della gioia. 'Forse noi cattolici, che lo sappiamo da sempre, non siamo più sorpresi, non avvertiamo più con vivezza questa gioia liberatrice. Ma se guardiamo al mondo di oggi, dove Dio è assente, dobbiamo constatare che anch’esso è dominato dalle paure, dalle incertezze: è bene essere uomo o no? è bene vivere o no? è realmente un bene esistere? o forse è tutto negativo? E vivono in realtà in un mondo oscuro, hanno bisogno di anestesie per potere vivere. Così la parola: "gioisci, perché Dio è con te, è con noi", è parola che apre realmente un tempo nuovo. Carissimi, con un atto di fede dobbiamo di nuovo accettare e comprendere nella profondità del cuore questa parola liberatrice: gioisci!'. A questo punto Benedetto XVI nota come il vero regalo di Natale non sia questo o quel dono, bensì sia la gioia. 'Questo è il vero impegno dell’Avvento: portare la gioia agli altri. La gioia è il vero dono di Natale, non i costosi doni che impegnano tempo e soldi. Questa gioia noi possiamo comunicarla in modo semplice: con un sorriso, con un gesto buono, con un piccolo aiuto, con un perdono. Portiamo questa gioia e la gioia donata ritornerà a noi'. Papa Ratzinger, concludendo l'omelia, ricorda come i credenti possano sempre contare sull'aiuto di Dio. Fino all'ultimo. 'Ho già rilevato che questo nostro mondo è un mondo di paure: paura della miseria e della povertà, paura delle malattie e delle sofferenze, paura della solitudine, paura della morte. Abbiamo, in questo nostro mondo, un sistema di assicurazioni molto sviluppato: è bene che esistano. Sappiamo però - rammenta il Pontefice - che nel momento della sofferenza profonda, nel momento dell’ultima solitudine della morte, nessuna assicurazione potrà proteggerci. L'unica assicurazione valida in quei momenti è quella che ci viene dal Signore che dice anche a noi: "Non temere, io sono sempre con te". Possiamo cadere, ma alla fine cadiamo nelle mani di Dio e le mani di Dio sono buone mani'.

16 dicembre 2005 - Il Papa: 'Non considerare il malato come un peso'

La Sala Stampa Vaticana ha pubblicato stamane il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà il prossimo 11 febbraio. Il Papa ha rivolto un pensiero particolare alle persone affette da malattie mentali. 'La Chiesa - ha esordito Papa Benedetto - intende chinarsi con particolare sollecitudine sui sofferenti, richiamando l’attenzione della pubblica opinione sui problemi connessi col disagio mentale, che colpisce ormai un quinto dell’umanità e costituisce una vera e propria emergenza socio-sanitaria'. Benedetto XVI intravede anche nei mutamenti della società contemporanea le cause dei disturbi mentali. 'Nei Paesi ad alto sviluppo economico - ha spiegato - all’origine di nuove forme di malessere mentale gli esperti riconoscono anche l’incidenza negativa della crisi dei valori morali. Ciò accresce il senso di solitudine, minando e persino sfaldando le tradizionali forme di coesione sociale, ad iniziare dall’istituto della famiglia, ed emarginando i malati, particolarmente quelli mentali, considerati sovente come un peso per la famiglia e per la comunità'. Dopo aver ringranziato ed elogiato quanti si adoperano 'perché a tutti i malati di mente sia dato accesso alle cure necessarie', Papa Ratzinger ha raccomandato 'agli operatori pastorali, alle associazioni ed organizzazioni del volontariato di sostenere, con forme ed iniziative concrete, le famiglie che hanno a carico malati di mente, verso i quali auspico che cresca e si diffonda la cultura dell’accoglienza e della condivisione, grazie pure a leggi adeguate ed a piani sanitari che prevedano sufficienti risorse per la loro concreta applicazione'.

14 dicembre 2005 - Il Papa: 'Dio è sempre con noi'

E' il Salmo 138 a fare da filo conduttore dell'Udienza Generale che il Papa ha presieduto stamane. Commentando il testo biblico, Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli che 'Dio sa tutto ed è presente accanto alla sua creatura, che a Lui non può sottrarsi. La sua non è però una presenza incombente e ispettiva; certo, il suo è anche uno sguardo severo nei confronti del male davanti al quale non è indifferente'. Da Dio, ha spiegato ancora il Pontefice, ogni uomo può aspettarsi un aiuto. 'La sua mano è sempre pronta ad afferrare la nostra per guidarci nel nostro itinerario terreno. È, dunque, una vicinanza non di giudizio che incuta terrore, ma di sostegno e di liberazione. E così possiamo capire qual è l'ultimo, essenziale contenuto di questo Salmo: è un canto di fiducia. Dio è sempre con noi. Anche nelle notti più oscure della nostra vita, non ci abbandona. Anche nei momenti più difficili, rimane presente. E anche nell'ultima notte, nell'ultima solitudine nella quale nessuno può accompagnarci, nella notte della morte, il Signore non ci abbandona. Ci accompagna anche in questa ultima solitudine della notte della morte. E perciò noi cristiani possiamo essere fiduciosi: non siamo mai lasciati soli. La bontà di Dio è sempre con noi'.

13 dicembre 2005 - Il Papa: 'Difendere la pace'

Presentato stamane in Vaticano il Messaggio del Papa - il primo di Benedetto XVI - in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il prossimo primo gennaio. Nel testo, il Pontefice invita a non ridurre la pace alla semplice assenza di conflitti ma a comprenderla 'come il frutto dell'ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore, un ordine che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta'. 'Quando viene a mancare l'adesione all'ordine trascendente delle cose - ha aggiunto il Pontefice - come pure il rispetto di quella « grammatica » del dialogo che è la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, quando viene ostacolato e impedito lo sviluppo integrale della persona e la tutela dei suoi diritti fondamentali, quando tanti popoli sono costretti a subire ingiustizie e disuguaglianze intollerabili, come si può sperare nella realizzazione del bene della pace?'. Seguendo questa linea, Benedetto XVI invita a far riferimento a quanto successo anche nel recente passato 'quando aberranti sistemi ideologici e politici hanno mistificato in modo programmato la verità ed hanno condotto allo sfruttamento ed alla soppressione di un numero impressionante di uomini e di donne, sterminando addirittura intere famiglie e comunità. Come non restare seriamente preoccupati, dopo tali esperienze, di fronte alle menzogne del nostro tempo, che fanno da cornice a minacciosi scenari di morte in non poche regioni del mondo? L'autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta'. Il Papa ringrazia, poi, quanti lavorano in difesa e per il mantenimento della pace. Su tutti le Organizzazioni internazionali e i soldati impegnati nelle missioni di peace-keeping. Nel messaggio, Benedetto XVI affronta anche le tematiche legate al terrorismo ed al fondamentalismo religioso. 'Al giorno d'oggi - osserva il Pontefice - la verità della pace continua ad essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo che, con le sue minacce ed i suoi atti criminali, è in grado di tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza'. 'Anche il fanatismo religioso oggi spesso denominato fondamentalismo - aggiunge Papa Ratzinger - può ispirare e alimentare propositi e gesti terroristici'. Se da un lato Benedetto XVI guarda con piacere 'al calo numerico dei conflitti armati', dall'altro invita a non lasciarsi 'indurre ad un ingenuo ottimismo'. 'Non si può infatti dimenticare che purtroppo - argomenta Papa Ratzinger - proseguono ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti che seminano in vaste zone della terra lacrime e morte. Ci sono situazioni in cui il conflitto, che cova come fuoco sotto la cenere, può nuovamente divampare causando distruzioni di imprevedibile vastità. Le autorità che, invece di porre in atto quanto è in loro potere per promuovere efficacemente la pace, fomentano nei cittadini sentimenti di ostilità verso altre nazioni, si caricano di una gravissima responsabilità: mettono a repentaglio, in regioni particolarmente a rischio, i delicati equilibri raggiunti a prezzo di faticosi negoziati, contribuendo a rendere così più insicuro e nebuloso il futuro dell'umanità. Che dire poi dei governi che contano sulle armi nucleari per garantire la sicurezza dei loro Paesi? Insieme ad innumerevoli persone di buona volontà, si può affermare che tale prospettiva, oltre che essere funesta, è del tutto fallace. In una guerra nucleare non vi sarebbero, infatti, dei vincitori, ma solo delle vittime'. Un altro capitolo che allarma Benedetto XVi è quello relativo all'aumento delle spese militari. 'Non si possono non registrare con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi, mentre ristagna nella palude di una quasi generale indifferenza il processo politico e giuridico messo in atto dalla Comunità Internazionale per rinsaldare il cammino del disarmo. Quale avvenire di pace sarà mai possibile, se si continua a investire nella produzione di armi e nella ricerca applicata a svilupparne di nuove?'. 'I primi a trarre vantaggio da una decisa scelta per il disarmo - rammenta il Pontefice concludendo il Messaggio - saranno i Paesi poveri, che reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo'.

11 dicembre 2005 - Il Papa e l'importanza del presepe

L'approssimarsi del Natale è l'occasione per Benedetto XVI di dedicare l'Angelus odierno al presepe. 'In tante famiglie seguendo una bella e consolidata tradizione subito dopo la festa dell’Immacolata si inizia ad allestire il Presepe - ha ricordato il Papa - quasi per rivivere insieme a Maria quei giorni pieni di trepidazione che precedettero la nascita di Gesù. Costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli'. Costruire il presepe secondo il Pontefice non è un mero gesto fisico, si tratta di una azione dal ricco significato spirituale. 'Il Presepe - ha spiegato Benedetto XVI - ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme. San Francesco d’Assisi fu così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel Presepe vivente, divenendo il tal modo iniziatore di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva il suo valore per l’evangelizzazione. Il Presepe può infatti aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo'.

9 dicembre 2005 - Il Papa incontra i Metodisti

L'impegno ecumenico di Benedetto XVI prosegue incontrando la Delegazione del Consiglio Metodista Mondiale. Il Papa non ha nascosto le difficoltà del dialogo, sottolineando tuttavia come sia giusto 'riflettere sui rapporti amichevoli tra i cattolici e i metodisti e sul paziente e perseverante dialogo nel quale ci siamo impegnati. In effetti - ha ammesso Papa Benedetto - vi sono molte cose per le quali oggi possiamo rendere grazie'. Il Pontefice apprezza i frutti del dialogo. 'Il nostro dialogo e i numerosi modi in cui i cattolici e i metodisti hanno imparato a conoscersi meglio - ha detto Benedetto XVI - ci hanno consentito di riconoscere insieme alcuni di quei "tesori cristiani di grande valore". In diverse occasioni questo riconoscimento ci ha consentito di parlare con una sola voce nell'affrontare questioni sociali ed etiche in un mondo sempre più secolarizzato'.

8 dicembre 2005 - Il Papa: 'Dio non limita la libertà dell'uomo'

Giornata intensa per Benedetto XVI. In mattinata il Papa ha celebrato la Messa solenne nella Basilica di San Pietro per il quarantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, nel pomeriggio il tradizionale omaggio in Piazza di Spagna alla Statua della Madonna Immacolata. Nell'omelia pronunciata in San Pietro il Pontefice ha ribadito l'importanza di una vita il piu' lontano possibile dal peccato. 'Proprio nella festa dell'Immacolata Concezione - ha detto il Papa - emerge in noi il sospetto che una persona che non pecchi affatto sia in fondo noiosa; che manchi qualcosa nella sua vita: la dimensione drammatica dell'essere autonomi; che faccia parte del vero essere uomini la libertà del dire di no, lo scendere giù nelle tenebre del peccato e del voler fare da sé; che solo allora si possa sfruttare fino in fondo tutta la vastità e la profondità del nostro essere uomini, dell'essere veramente noi stessi; che dobbiamo mettere a prova questa libertà anche contro Dio per diventare in realtà pienamente noi stessi'. Usando l'Immacolata come termine di paragone Benedetto XVI ha voluto dimostrare che colui che si abbandona nelle mani di Dio non perde la propria libertà. 'L'uomo che si abbandona totalmente nelle mani di Dio non diventa un burattino di Dio, una noiosa persona consenziente; egli non perde la sua libertà. Solo l'uomo che si affida totalmente a Dio - ha spiegato il Papa - trova la vera libertà, la vastità grande e creativa della libertà del bene. L'uomo che si volge verso Dio non diventa più piccolo, ma più grande, perché grazie a Dio e insieme con Lui diventa grande, diventa divino, diventa veramente se stesso. L'uomo che si mette nelle mani di Dio non si allontana dagli altri, ritirandosi nella sua salvezza privata; al contrario, solo allora il suo cuore si desta veramente ed egli diventa una persona sensibile e perciò benevola ed aperta'.

7 dicembre 2005 - Il Papa: 'Dio difende i deboli'

Dio difende il debole. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel corso dell'Udienza Generale dedicata al commento del Salmo 137. 'Dio fa la scelta di schierarsi in difesa dei deboli, delle vittime, degli ultimi: questo - ha spiegato il Papa nella catechesi - è reso noto a tutti i re, perché sappiano quale debba essere la loro opzione nel governo delle nazioni. Naturalmente è detto non solo ai re e a tutti i governi, ma a tutti noi, perché anche noi dobbiamo sapere quale scelta fare, qual è l'opzione: schierarci con gli umili, con gli ultimi, con i poveri e deboli'. Colui che è giusto - ha aggiunto Benedetto XVI - sa che 'il Signore non lo abbandonerà mai e stenderà la sua mano per sorreggerlo e guidarlo'. Dal Pontefice, infine, un invito alla speranza. 'Dobbiamo essere certi che, per quanto siano pesanti e tempestose le prove che ci attendono, noi non saremo mai abbandonati a noi stessi, non cadremo mai fuori delle mani del Signore, quelle mani che ci hanno creato e che ora ci seguono nell’itinerario della vita'.

giovedì 4 febbraio 2010

4 dicembre 2005 - Il Papa invoca la libertà religiosa

L'Angelus domenicale è stata occasione per Benedetto XVI di invocare l'effettiva libertà religiosa. Ricordando quanto affermato quarant'anni fa dal Concilio Vaticano II, il Papa ha ricordato come la libertà religiosa 'dev’essere garantita sia ai singoli che alle comunità, nel rispetto delle legittime esigenze dell’ordine pubblico. E questo insegnamento conciliare, dopo quarant’anni, resta ancora di grande attualità'. 'Infatti la libertà religiosa - ha sottolineato il Pontefice - è ben lontana dall’essere ovunque effettivamente assicurata: in alcuni casi essa è negata per motivi religiosi o ideologici; altre volte, pur riconosciuta sulla carta, viene ostacolata nei fatti dal potere politico oppure, in maniera più subdola, dal predominio culturale dell’agnosticismo e del relativismo'.

3 dicembre 2005 - Il Papa riceve Abu Mazen

Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen è stato ricevuto questa mattina in Vaticano da Benedetto XVI. Secondo quanto riferito dalla Sala Stampa Vaticana si è parlato della 'situazione del Medio Oriente. In particolare è stata sottolineata l’esigenza di integrare nel processo di pace tutte le componenti del popolo palestinese'. Nel corso dei colloqui sono state affrontate - prosegue la nota - anche le 'difficoltà dei cattolici in Palestina e il loro contributo alla società palestinese'

3 dicembre 2005 - Il Papa difende famiglia, vita e matrimonio

L'incontro con i Presidenti delle Commissioni Episcopali per la Famiglia e per la Vita dell’America Latina è l'occasione per Benedetto XVI di fare una difesa a tutto campo della famiglia, del matrimonio e del diritto alla vita. E in questa difesa il Papa usa parole che non lasciano adito a equivoci. Innanzi tutto il Pontefice rileva come sia dovere di ogni uomo impegnarsi 'a salvare e a promuovere i valori e le esigenze della famiglia'. Compito dei Vescovi è - aggiunge Papa Benedetto - 'salvaguardare i valori fondamentali del matrimonio e della famiglia, minacciati dal fenomeno attuale della secolarizzazione che impedisce alla coscienza sociale di scoprire adeguatamente l'identità e la missione dell'istituzione familiare, e ultimamente dalla pressione di leggi ingiuste che ignorano i suoi diritti fondamentali'. Gli stessi Vescovi - continua Benedetto XVI - devono 'presentare in tutta la sua ricchezza il valore straordinario del matrimonio che, in quanto istituzione naturale, è patrimonio dell'umanità'. Dopo aver parlato di famiglia e matrimonio, il mirino del Papa si sposta sul diritto alla vita e in particolare la sua attenzione si focalizza sull'embrione. 'Si agevola - sottolinea un allarmato Papa Benedetto - l'eliminazione dell'embrione o il suo uso arbitrario in nome del progresso della scienza che, non riconoscendo i propri limiti e non accettando tutti i principi morali che permettono di tutelare la dignità della persona, diviene una minaccia per l'essere umano stesso, che viene ridotto a un oggetto o a un mero strumento. Quando si giunge a simili livelli, la stessa società ne risente e si scuotono le sue fondamenta con ogni sorta di rischio'. Infine un attacco netto all'aborto. Tutti - chiede il Papa - siano aiutati 'a prendere coscienza del male intrinseco del crimine dell'aborto che, attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un'aggressione contro la società stessa. Perciò i politici e i legislatori, come servitori del bene comune, hanno il dovere di difendere il diritto fondamentale alla vita, frutto dell'amore di Dio'.

martedì 2 febbraio 2010

30 novembre 2005 - Il Papa: 'Debellare l'Aids'

Al termine dell'Udienza Generale di oggi Benedetto XVI ha rivolto un appello in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, definita un 'flagello'. Sui contagi, il Papa ha parlato di 'cifre allarmanti'. 'Seguendo da vicino l’esempio di Cristo - ha scandito il Pontefice - la Chiesa ha sempre considerato la cura degli infermi come parte integrante della sua missione. Incoraggio pertanto le molte iniziative promosse, in modo speciale dalle comunità ecclesiali, per debellare questa malattia e mi sento vicino ai malati di Aids e alle loro famiglie, invocando per loro l’aiuto e il conforto del Signore'.

28 novembre 2005 - Sudan, l'appello del Papa

In Sudan la Chiesa Cattolica ha il dovere di 'contribuire in maniera significativa al processo di perdono e di ricostruzione nazionale'. E' quanto ha auspicato il Papa ricevendo in Vaticano il Cardinale Gabriel Zubeier Wako, Arcivescovo di Khartoum. Benedetto XVI ha poi lanciato un nuovo appello perchè cessino le violenze nel Darfur. 'L'orrore degli eventi del Darfur - ha detto Papa Benedetto - sottolinea la necessità di una risoluzione più fortemente internazionale volta a garantire la sicurezza e i diritti umani fondamentali'. 'Oggi ha concluso il Pontefice - aggiungo la mia voce al grido di sofferenza e vi assicuro che la Santa Sede, insieme con il Nunzio Apostolico a Khartoum, continuerà a fare tutto il possibile per porre fine al ciclo di violenza e di miseria'.

26 novembre 2005 - Il Papa riceve i Vescovi polacchi

La Visita ad Limina dei Vescovi polacchi è occasione per Benedetto XVI di fare il punto della situazione della Chiesa figlia di Giovanni Paolo II. Il Papa focalizza l'attenzione sulla famiglia che 'rimane la fondamentale culla della formazione della persona umana' e sulle giovani generazioni. 'Sono numerosissimi i giovani - dice con soddisfazione Papa Benedetto - che manifestano una profonda sensibilità alle necessità altrui, specialmente a quelle dei poveri, degli ammalati, delle persone sole, disabili. Intraprendono perciò varie iniziative per portare aiuto ai bisognosi'. La pastorale giovanile, osserva il Pontefice, è di primaria importanza. 'La formazione della giovane generazione - ricorda Papa Ratzinger - è un compito che spetta ai genitori, alla Chiesa e allo Stato. Perciò, rispettando un’opportuna autonomia, è necessaria una strettissima collaborazione della Chiesa con la scuola, con gli atenei e con altre istituzioni laiche che si occupano dell’educazione della gioventù'. Infine, rivolgendo sempre lo sguardo ai giovani, Benedetto XVI invita all'evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione di massa. 'Oggi - l'opinione del Papa - nel mondo della cultura i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo particolare. Si sa che essi non solo informano, ma anche formano lo spirito dei loro destinatari. Possono dunque costituire un prezioso strumento di evangelizzazione'. 'Gli uomini della Chiesa, specialmente i cristiani laici - l'invito del successore di Wojtyla - sono chiamati a promuovere in un raggio ancora maggiore i valori evangelici per mezzo della stampa, della radio, della televisione e di internet'.

24 novembre 2005 - L'allarme del Papa: 'La povertà continua a crescere'

Ricevendo in udienza i partecipanti alla 33^ Conferenza della FAO, il Papa ha ovviamente affrontato la piaga della fame nel mondo. Nel suo discoro Benedetto XVI ha rilevato come 'l’umanità vive in questo tempo uno dei paradossi più preoccupanti: da una parte si raggiungono sempre nuovi e positivi traguardi in campo economico, scientifico e tecnologico, ma dall’altra si constata la crescita continua della povertà'. Alla FAO il Papa ha ricordato che 'oggi più che mai c’è bisogno di strumenti in grado di vincere le ricorrenti tentazioni di conflitto tra diverse visioni culturali, etniche e religiose'. 'Occorre - ha aggiunto Papa Benedetto - fondare i rapporti internazionali sul rispetto della persona e dei principi cardine della convivenza, sulla fedeltà ai patti e sul reciproco accogliersi dei popoli come membra dell’unica famiglia umana. Occorre riconoscere che il progresso tecnico, pur necessario, non è tutto; vero progresso è solo quello che salvaguarda la dignità dell’essere umano nella sua interezza'. In conclusione il Papa ha criticato le forme di embargo economico che mettono a dura prova numerose nazioni ed i loro popoli. 'Non va poi dimenticato - ha detto il Pontefice - che mentre alcune aree vengono sottoposte a misure e controlli internazionali, milioni di persone sono condannate alla fame, fino al rischio della vita, in zone dove sono in atto sanguinosi conflitti dimenticati dall’opinione pubblica'.

lunedì 1 febbraio 2010

19 novembre 2005 - Il Papa riceve Silvio Berlusconi

Benedetto XVI ha incontrato stamane nel Palazzo Apostolico Vaticano il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Silvio Berlusconi. Lo ha comunicato la Sala Stampa della Santa Sede. 'Nel corso dei cordiali colloqui - si legge nella nota vaticana - vi è stato uno scambio di opinioni sui problemi bilaterali fra Stato e Chiesa in Italia ed è stata riaffermata la comune volontà di collaborazione fra le Parti, nel solco dei Patti Lateranensi'. 'La visita del Capo del Governo Italiano - conclude il comunicato - ha poi permesso alcune reciproche informazioni sull’attuale situazione internazionale'.

19 novembre 2005 - Il Papa: 'Salvaguardare la dignità trascendente dell'uomo'

L'udienza concessa ai partecipanti alla XX Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari è l'occasione per il Papa di lanciare un nuovo affondo contro la secolarizzazione imperante nel mondo contemporaneo. 'Il mondo attuale - ha commentato Benedetto XVI - è segnato dal processo di secolarizzazione che, attraverso complesse vicende culturali e sociali, ha non soltanto rivendicato una giusta autonomia della scienza e dell’organizzazione sociale, ma spesso ha anche obliterato il legame delle realtà temporali con il loro Creatore, giungendo anche a trascurare la salvaguardia della dignità trascendente dell'uomo ed il rispetto della sua stessa vita'. A chi si occupa di pastorale sanitaria il Papa ha ricordato come occorra 'guardarsi dai rischi di una scienza e di una tecnologia che si pretendano completamente autonome nei confronti delle norme morali inscritte nella natura dell’essere umano'. Per rispondere ad una simile emergenza, ha proposto il Pontefice, si deve 'adeguare la formazione dei pastori e degli educatori, per renderli capaci di assumere le proprie responsabilità in coerenza con la propria fede e, insieme, in dialogo rispettoso e leale con i non credenti, ecco il compito imprescindibile di una pastorale aggiornata della salute'.

18 novembre 2005 - Il Papa: 'Curare la famiglia'

Benedetto XVI ha incontrato questa mattina i Vescovi della Conferenza Episcopale della Repubblica Ceca, giunti in Vaticano per la Visita ad Limina. Con loro il Papa ha scattato una istantanea della situazione del Paese, traendone 'aspetti che suscitano comprensibile preoccupazione. Anzitutto - ha specificato il Papa - la scarsità di sacerdoti: è un dato, questo, che giustamente vi induce a dedicare una speciale premura alla pastorale vocazionale'. Il Pontefice, nello stesso tempo, ha elogiato i Vescovi cechi che hanno individuato come priorità 'la cura delle famiglie, sia di quelle in formazione come di quelle già formate, e forse in difficoltà. La famiglia, che sul piano naturale è la cellula della società, su quello soprannaturale è scuola fondamentale di formazione cristiana'. Benedetto XVI ha, infine, ricordato che 'la Chiesa non cerca privilegi ma solo di poter svolgere la sua missione. Quando ad essa viene riconosciuto questo diritto - ha concluso il Papa - in realtà è l'intera società che ne trae vantaggio'