domenica 25 aprile 2010

17 aprile 2006 - Il Papa: 'I cattolici siano pietre vive'

Benedetto XVI ha recitato il Regina Coeli del Lunedì dell'Angelo dalla residenza di Castel Gandolfo dove si è trasferito per qualche giorno di riposo. In questa occasione il Papa ha voluto ricordare il cinquecentesimo anniversario dell'inizio dei lavori della Basilica di San Pietro. '500 anni or sono, precisamente il 18 aprile 1506 - ha spiegato - il Papa Giulio II poneva la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro, che il mondo intero ammira nella possente armonia delle sue forme. Desidero ricordare con gratitudine i Sommi Pontefici che hanno voluto quest’opera straordinaria sulla tomba dell’Apostolo Pietro. Ricordo con ammirazione gli artisti che hanno contribuito con il loro genio a edificarla e decorarla, come pure sono grato al personale della Fabbrica di San Pietro che egregiamente provvede alla manutenzione e alla salvaguardia di un così singolare capolavoro d’arte e di fede'. 'Possa la circostanza felice del cinquecentesimo anniversario - ha auspicato il Pontefice - risvegliare in tutti i cattolici il desiderio di essere pietre vive per la costruzione della Chiesa santa, nella quale risplende la luce di Cristo, attraverso la carità vissuta e testimoniata davanti al mondo'.

16 aprile 2006 - Pasqua, il Papa prega per la pace

Benedetto XVI - che festeggia nel giorno di Pasqua 79 anni - si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica Vaticana per rivolgere il tradizionale messaggio ai popoli e alle nazioni e per impartire la solenne benedizione Urbi et Orbi. Il Papa ha invocato la pace per il mondo, soprattutto per quelle zone ancora sconvolte da guerre e violenze. 'Lo Spirito del Risorto - ha detto il Pontefice - porti, in particolare, sollievo e sicurezza in Africa alle popolazioni del Darfur, che versano in una drammatica situazione umanitaria non più sostenibile; a quelle della regione dei Grandi Laghi, dove molte piaghe sono ancora non rimarginate; ai vari popoli dell’Africa che aspirano alla riconciliazione, alla giustizia e allo sviluppo'. Il pensiero di Papa Benedetto XVI si è poi rivolto ad Iraq e Terra Santa. 'In Iraq sulla tragica violenza, che senza pietà continua a mietere vittime, prevalga finalmente la pace. Pace auspico vivamente anche per coloro che sono coinvolti nel conflitto in Terra Santa, invitando tutti ad un dialogo paziente e perseverante che rimuova gli ostacoli antichi e nuovi, evitando le tentazioni della rappresaglia ed educando le nuove generazioni ad un rispetto reciproco. La comunità internazionale, che riafferma il giusto diritto di Israele di esistere in pace, aiuti il popolo palestinese a superare le precarie condizioni in cui vive e a costruire il suo futuro, andando verso la costituzione di un vero e proprio Stato'. Infine Benedetto XVI non ha dimenticato l'America Latina. 'Lo Spirito del Risorto - ha auspicato il Papa - susciti un rinnovato dinamismo nell’impegno dei Paesi dell’America Latina, perché siano migliorate le condizioni di vita di milioni di cittadini, estirpata l’esecranda piaga dei sequestri di persona e consolidate le istituzioni democratiche, in spirito di concordia e di fattiva solidarietà'. E concludendo il messaggio Papa Ratzinger ha pregato affinchè 'il Signore risorto faccia sentire ovunque la sua forza di vita, di pace e di libertà. A tutti oggi sono rivolte le parole con le quali nel mattino di Pasqua l’angelo rassicurò i cuori intimoriti delle donne: Non abbiate paura! … Non è qui. È risuscitato'.

venerdì 23 aprile 2010

15 aprile 2006 - Il Papa: 'La risurrezione è esplosione di luce'

'A Pasqua ci rallegriamo perché Cristo non è rimasto nel sepolcro, il suo corpo non ha visto la corruzione; appartiene al mondo dei viventi, non a quello dei morti; ci rallegriamo perché Egli è – come proclamiamo nel rito del Cero pasquale – l'Alfa e al contempo l'Omega, esiste quindi non soltanto ieri, ma oggi e per l'eternità'. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata in San Pietro nel corso della solenne Veglia Pasquale. Benedetto XVI si è concentrato, ovviamente, sul fenomeno della risurrezione. Questa è - ha spiegato il Pontefice - 'la più grande mutazione, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia'. 'La risurrezione - ha aggiunto Papa Benedetto - fu come un'esplosione di luce, un'esplosione dell'amore che sciolse l'intreccio fino ad allora indissolubile del muori e divieni. Essa inaugurò una nuova dimensione dell'essere, della vita, nella quale, in modo trasformato, è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge un mondo nuovo'.

14 aprile 2006 - Il Papa e l'attualità della Via Crucis

Benedetto XVI ha presieduto al Colosseo la prima Via Crucis del Venerdì Santo del suo pontificato. E, nel saluto ai fedeli, il Papa ha voluto sottolineare l'attualità della rappresentazione della Passione di Cristo. 'La «Via Crucis» - ha sottolineato Papa Benedetto - non è una cosa del passato, e di un determinato punto della terra. La Croce del Signore abbraccia il mondo; la sua «Via Crucis» attraversa i continenti ed i tempi. Nella «Via Crucis» non possiamo essere solo spettatori. Nella «Via Crucis» non c'è la possibilità di essere neutrali'. In questo rito, ha proseguito Benedetto XVI, si possono sintetizzare le sofferenze del mondo di oggi. 'Nella Croce di Cristo oggi abbiamo visto la sofferenza dei bambini abbandonati, abusati; le minacce contro la famiglia; la divisione del mondo nella superbia dei ricchi che non vedono Lazzaro davanti alla porta e la miseria di tanti che soffrono fame e sete'.

mercoledì 21 aprile 2010

13 aprile 2006 - Il Papa compie il rito della lavanda dei piedi

Con la Messa in Coena Domini, come ogni Giovedì Santo, Benedetto XVI ha dato il via questa sera ai riti del Triduo Pasquale. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano il Papa ha lavato i piedi di dodici sacerdoti e proprio questo gesto è stato al centro dell'omelia. 'Che cosa è che rende l'uomo immondo? - si è domandato il Pontefice -. È il rifiuto dell'amore, il non voler essere amato, il non amare. È la superbia che crede di non aver bisogno di alcuna purificazione, che si chiude alla bontà salvatrice di Dio. È la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione. In Giuda vediamo la natura di questo rifiuto ancora più chiaramente. Egli valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà, l'amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore. E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema, per Dio. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta'. Il gesto compiuto da Gesù prima dell'ultima cena - ha spiegato Benedetto XVI - ha un significato preciso anche nel mondo di oggi. 'Lavarci i piedi gli uni gli altri - ha detto Papa Ratzinger - significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri; purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell'amore divino'.

13 aprile 2006 - Il Papa: 'Sacerdote è amico di Gesù'

Il ruolo e il significato del sacerdozio al centro dell'omelia pronunciata stamane da Benedetto XVI in occasione della Messa Crismale del Giovedì Santo. 'Non vi chiamo più servi ma amici. È questo - ha osservato il Papa - il significato profondo dell'essere sacerdote: diventare amico di Gesù Cristo. Per questa amicizia dobbiamo impegnarci ogni giorno di nuovo. Amicizia significa comunanza nel pensare e nel volere'. 'L'amicizia con Gesù - ha proseguito il Pontefice - è per antonomasia sempre amicizia con i suoi. Possiamo essere amici di Gesù soltanto nella comunione con il Cristo intero, con il capo e il corpo; nella vite rigogliosa della Chiesa animata dal suo Signore'. Infine un'osservazione rivolta al mondo contemporaneo. 'Il mondo ha bisogno di Dio - ha sottolineato Papa Benedetto - non di un qualsiasi dio, ma del Dio di Gesù Cristo, del Dio che si è fatto carne e sangue, che ci ha amati fino a morire per noi, che è risorto e ha creato in se stesso uno spazio per l'uomo'.

giovedì 15 aprile 2010

12 aprile 2006 - Il Papa: 'Il male non ha l'ultima parola'

L'imminenza della Pasqua al centro dell'Udienza Generale di oggi tenuta dal Papa nell'Aula Paolo VI. 'Per una proficua celebrazione della Pasqua - ha ricordato Benedetto XVI ai fedeli - la Chiesa chiede ai fedeli di accostarsi in questi giorni al sacramento della Penitenza, che è come una specie di morte e di risurrezione per ognuno di noi'. 'Prepararsi alla Pasqua con una buona confessione - ha aggiunto il Pontefice - resta un adempimento da valorizzare appieno, perché ci offre la possibilità di ricominciare di nuovo la nostra vita e di avere realmente un nuovo inizio nella gioia del Risorto e nella comunione del perdono datoci da Lui. Consapevoli di essere peccatori, ma fiduciosi nella misericordia divina, lasciamoci riconciliare da Cristo per gustare più intensamente la gioia che Egli ci comunica con la sua risurrezione'. Benedetto XVI ha infine ricordato che 'il male non ha l'ultima parola, perché a vincere è Cristo crocifisso e risorto e il suo trionfo si manifesta con la forza dell’amore misericordioso. La sua risurrezione ci dà questa certezza: nonostante tutta l’oscurità che vi è nel mondo, il male non ha l’ultima parola. Sorretti da questa certezza potremo con più coraggio ed entusiasmo impegnarci perché nasca un mondo più giusto'.

10 aprile 2006 - Il Papa: 'Tutti possono essere amici di Dio'

Ricevendo oggi in Vaticano i partecipanti all’incontro internazionale UNIV 2006 Benedetto XVI ha rivolto un'osservazione ai mass media rilevando come 'non sempre in questo nostro tempo le nuove tecnologie e i mass media favoriscono le relazioni personali, il dialogo sincero, l’amicizia tra le persone; non sempre aiutano a coltivare l’interiorità del rapporto con Dio'. Parlando ai giovani dell'Opus Dei il Papa ha osservato che per loro 'l’amicizia e i contatti con gli altri, specialmente con i vostri coetanei, rappresentano una parte importante della vita di ogni giorno. E’ necessario che riteniate Gesù come uno dei vostri amici più cari, anzi il primo. Vedrete allora come l’amicizia con Lui vi condurrà ad aprirvi agli altri, che considererete fratelli, intrattenendo con ciascuno un rapporto di amicizia sincera'. Infine una considerazione. 'Ogni cristiano - ha sottolineato Papa Ratzinger - è invitato ad essere amico di Dio e, con la sua grazia, ad attrarre a Lui i propri amici. L’amore apostolico diventa in tal modo un’autentica passione che si esprime nel comunicare agli altri la felicità che si è trovata in Gesù'.

9 aprile 2006 - Il Papa: 'La Croce è via della vita'

Benedetto XVI ha dato il via ai riti della Settimana presiedendo in piazza San Pietro la Messa della Domenica delle Palme che coincide con la XXI Giornata Mondiale della Gioventù. Al centro dell'omelia del Papa, ovviamente, la Croce. 'La Croce - ha osservato il Pontefice - parla di sacrificio, si diceva, la Croce è segno di negazione della vita. Noi invece vogliamo la vita intera senza restrizioni e senza rinunce. Vogliamo vivere, nient'altro che vivere. Non ci lasciamo limitare da precetti e divieti; noi vogliamo ricchezza e pienezza – così si diceva e si dice ancora. Tutto ciò suona convincente e seducente'. Ma il significato della Croce - ha spiegato Papa Benedetto - è un altro. 'La Domenica delle Palme - ha chiarito il Papa - ci dice che il vero grande sì è proprio la Croce, che proprio la Croce è il vero albero della vita. Non troviamo la vita impadronendoci di essa, ma donandola. L'amore è un donare se stessi, e per questo è la via della vita vera simboleggiata dalla Croce'.

mercoledì 14 aprile 2010

6 aprile 2006 - Il Papa 'a tu per tu' con i giovani

Un incontro aperto, quasi a tu per tu quello che Benedetto XVI ha avuto oggi in piazza San Pietro con i ragazzi della Diocesi di Roma in dell’incontro in preparazione alla XXI Giornata Mondiale della Gioventù. Alle domande il Papa risponde a braccio. A un quesito sull'amore il Pontefice risponde ricordando che il matrimonio è 'seguire l’altro nell’amore e così divenire un’unica esistenza, una sola carne, e perciò inseparabili; una nuova esistenza che nasce da questa comunione d’amore, che unisce e così anche crea futuro'. Una vita felice - rammenta ancora Benedetto XVI - si ottiene rinunciando a qualcosa. 'Sappiamo tutti - osserva il Papa - che per arrivare ad un traguardo nello sport e nella professione ci vogliono disciplina e rinunce, ma poi tutto questo è coronato dal successo, dall’aver raggiunto una meta auspicabile. Così anche la vita stessa, cioè il divenire uomini secondo il disegno di Gesù, esige rinunce; esse però non sono una cosa negativa, al contrario aiutano a vivere da uomini con un cuore nuovo, a vivere una vita veramente umana e felice'. 'Poiché esiste una cultura consumistica che vuole impedirci di vivere secondo il disegno del Creatore - avverte ancora Papa Ratzinger - noi dobbiamo avere il coraggio di creare isole, oasi, e poi grandi terreni di cultura cattolica, nei quali si vive il disegno del Creatore'. Rispondendo ad un'altra domanda Papa Benedetto invita i giovani ad una sfida: riportare Dio nella dimensione pubblica. 'Si vuole ridurre Dio al privato, ad un sentimento, come se Lui non fosse una realtà oggettiva e così ognuno si forma il suo progetto di vita. Dobbiamo rendere nuovamente presente Dio nelle nostre società. Mi sembra questa la prima necessità - spiega Benedetto XVI - che Dio sia di nuovo presente nella nostra vita, che non viviamo come se fossimo autonomi, autorizzati ad inventare cosa siano la libertà e la vita. Dobbiamo prendere atto di essere creature, costatare che c’è un Dio che ci ha creati e che stare nella sua volontà non è dipendenza ma un dono d’amore che ci fa vivere'. Infine il Papa si lascia andare ai suoi ricordi, alla sua vocazione nata durante il nazismo. 'Vi era il regime nazista - rammenta il Pontefice - che affermava a voce alta: Nella nuova Germania non ci saranno più sacerdoti, non ci sarà più vita consacrata, non abbiamo più bisogno di questa gente; cercatevi un’altra professione. Ma proprio sentendo queste voci forti, nel confronto con la brutalità di quel sistema dal volto disumano, ho capito che c’era invece molto bisogno di sacerdoti. Questo contrasto, il vedere quella cultura antiumana, mi ha confermato nella convinzione che il Signore, il Vangelo, la fede ci mostravano la strada giusta e noi dovevamo impegnarci perché sopravvivesse questa strada. In questa situazione, la vocazione al sacerdozio è cresciuta quasi naturalmente insieme con me e senza grandi avvenimenti di conversione'.

martedì 13 aprile 2010

6 aprile 2006 - Il Papa riceve Shimon Peres

Benedetto XVI ha ricevuto stamane in Vaticano il Premio Nobel per la Pace ed ex Primo Ministro israeliano Shimon Peres. 'Nel corso dei colloqui - ha fatto sapere il Direttore della Sala Stampa Vaticana Joaquin Navarro Valls - vi è stato uno scambio di opinioni sul problema della pace in Terra Santa, nel rispetto delle Risoluzioni delle Nazioni Unite e degli Accordi finora conclusi. In tale contesto vi è stata unanimità nel condannare ogni forma di terrorismo sotto qualsiasi pretesto si tenti di giustificarlo'. 'Si sono anche esaminati - ha aggiunto il portavoce della Santa Sede - i rapporti tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede, alla luce degli Accordi sottoscritti nel 1993 e nel 1997, come le relazioni delle Autorità israeliane con le Comunità cristiane esistenti nel Paese'. Peres ha infine invitato il Papa in Israele.

5 aprile 2006 - Il Papa: 'I Vescovi custodi della verità'

'La famiglia dei figli di Dio, per vivere nell’unità e nella pace, ha bisogno di chi la custodisca nella verità e la guidi con discernimento sapiente e autorevole: è ciò che è chiamato a fare il ministero degli Apostoli'. E' il concetto su cui Benedetto XVI ha puntato stamane nel corso della consueta Udienza Generale del mercoledì. 'La Chiesa - ha spiegato il Papa - è tutta dello Spirito, ma ha una struttura, la successione apostolica, cui spetta la responsabilità di garantire il permanere della Chiesa nella verità donata da Cristo, dalla quale viene anche la capacità dell’amore'. Da qui Benedetto XVI ha voluto ricordare la missione dei successori degli Apostoli. 'Gli Apostoli e i loro successori sono pertanto i custodi e i testimoni autorevoli del deposito della verità consegnato alla Chiesa, come sono anche i ministri della carità: due aspetti che vanno insieme. Essi - ha concluso - devono sempre pensare alla inseparabilità di questo duplice servizio, che in realtà è uno solo: verità e carità, rivelate e donate dal Signore Gesù'.

3 aprile 2006 - Il Papa: 'Il matrimonio è indissolubile'

Un anelito alla pace è stato espresso stamane da Benedetto XVI ricevendo i Vescovi della Costa d'Avorio in Visita ad Limina. La pace non si concretizza da sola, ha ricordato il Papa: il 'ripristino di una pace vera - è l'opinione del Pontefice - sarà possibile solo attraverso il perdono generosamente concesso e la riconciliazione effettivamente realizzata fra le persone e fra i gruppi coinvolti. Per ottenere ciò, tutte le parti in causa devono accettare di proseguire coraggiosamente il dialogo. Il cammino della pace è lungo e difficile, ma non è mai impossibile'. In quest'ottica - ha aggiunto Papa Benedetto - il clero sia di esempio: 'Nelle vostre Chiese diocesane, di fronte alle tensioni politiche o etniche Vescovi, sacerdoti e persone consacrate devono essere per tutti modelli di fraternità e di carità, e contribuire con le loro parole e i loro atteggiamenti all'edificazione di una società unita e riconciliata'. Infine un monito sul matrimonio. Sia accettato 'meglio il fatto che il matrimonio è, per il cristiano, una vita di santità. Per questo, il Matrimonio esige un amore indissolubile'.

2 aprile 2006 - Un anno fa moriva Giovanni Paolo II

E' passato un anno esatto dalla morte di Giovanni Paolo II e tutta la Chiesa ricorda il Papa polacco. A partire dal suo successore, Benedetto XVI. 'Giovanni Paolo II è morto così come aveva sempre vissuto, animato dall’indomito coraggio della fede, abbandonandosi in Dio e affidandosi a Maria Santissima', ha detto Papa Ratzinger nel corso dell'Angelus. 'La sua morte - ha aggiunto Benedetto XVI - è stata il compimento di una coerente testimonianza di fede, che ha toccato il cuore di tanti uomini di buona volontà'. In serata è stato recitato un Rosario in piazza San Pietro, al termine del quale il Papa è tornato a parlare di Karol Wojtyla tratteggiandone con due parole specifiche i tratti caratteristici della persona e del pontificato. 'Fedeltà totale a Dio - ha sottolineato Benedetto XVI - e dedizione senza riserve alla propria missione di Pastore della Chiesa universale. Fedeltà e dedizione apparse ancor più convincenti e commoventi negli ultimi mesi'. Infine un riferimento al suo declino fisico. 'La sua malattia affrontata con coraggio - ha spiegato il Pontefice - ha reso tutti più attenti al dolore umano, ad ogni dolore fisico e spirituale; ha dato alla sofferenza dignità e valore, testimoniando che l'uomo non vale per la sua efficienza, per il suo apparire, ma per se stesso, perché creato e amato da Dio'.

1 aprile 2006 - Il Papa rilancia la questione antropologica

Benedetto XVI, ricevendo in Vaticano i partecipanti ad un seminario promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha rilanciato con forza la cosidetta questione antropologica. 'Che cos'è l'uomo? Da dove viene? Dove deve andare? Come deve andare? - si è chiesto il Papa - si tratta di chiarire quale sia la concezione dell’uomo che è alla base dei nuovi progetti'. E il Pontefice ha offerto una risposta. Sottolineando come 'l’essere umano non può e non deve essere mai sacrificato ai successi della scienza e della tecnica', Papa Benedetto ha spiegato che 'l’uomo non può comprendere se stesso in modo pieno se prescinde da Dio'. 'E’ questa la ragione per la quale - ha concluso - non può essere trascurata la dimensione religiosa dell’esistenza umana nel momento in cui si pone mano alla costruzione dell’Europa del terzo millennio'.

30 marzo 2006 - Il Papa ricorda Giovanni Paolo II

A distanza di un anno dalla morte di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI - assistendo alla proiezione del film "Karol, un Papa rimasto uomo" - ha ricordato il suo predecessore tratteggiandone 'la figura di un instancabile profeta di speranza e di pace, che ha percorso i sentieri del globo per comunicare il Vangelo a tutti'. Il Papa ha poi posto l'accento su alcuni episodi particolari del pontificato di Wojtyla, in modo particolare le 'parole vibranti per condannare l’oppressione di regimi totalitari, la violenza omicida e la guerra; parole piene di consolazione e di speranza per manifestare vicinanza ai familiari delle vittime di conflitti e di drammatici attentati, come quello alle Torri Gemelle di New York; parole di coraggio e di denuncia verso la società consumistica e la cultura edonistica, protesa a costruire un benessere semplicemente materiale che non può soddisfare le attese profonde del cuore umano'.

30 marzo 2006 - Il Papa all'Europa: 'Riscoprire le radici cristiane'

I rapporti tra il Cattolicesimo e l'Unione Europea sono stati al centro dell'udienza che il Papa ha concesso ai partecipanti al Convegno promosso dal Partito Popolare Europeo. Immediato l'appello di Benedetto XVI affinchè l'Europa riconosca le proprie radici cristiane e in tal modo - ha ricordato il Pontefice - il Continente 'sarà in grado di offrire un orientamento sicuro alle scelte dei suoi cittadini e delle sue popolazioni, rafforzerà la loro consapevolezza di appartenere a una civiltà comune, e alimenterà l'impegno di tutti ad affrontare le sfide del presente per il bene di un futuro migliore'. Papa Benedetto ha poi spiegato la natura degli interventi della Chiesa nel dibattito pubblico. 'Non bisogna dimenticare - ha osservato - che, quando le Chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando certi principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o un'interferenza poiché tali interventi sono volti solamente a illuminare le coscienze'. Ribaditi infini i valori non negoziabili della Chiesa Cattolica: tutela della vita in tutte le sue fasi, riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia e sua difesa e tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli.

domenica 11 aprile 2010

26 marzo 2006 - Il Papa: 'Anche oggi i Cristiani sono perseguitati'

Il Papa ha visitato stamane la parrocchia romana di Dio Padre Misericordioso. Prendendo spunto dal nome della chiesa, Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli che 'nonostante la nostra indegnità, noi siamo i destinatari dell’infinita misericordia di Dio. Dio ci ama in un modo che potremmo dire ostinato, e ci avvolge della sua inesauribile tenerezza'. Citando l'episodio di Nicodemo, il Pontefice ha rilevato che anche oggi molti sono alla ricerca di Dio e 'attendono un segno che tocchi la loro mente e il loro cuore! Oggi come allora l’evangelista ci ricorda che il solo segno è Gesù innalzato sulla croce: Gesù morto e risorto è il segno assolutamente sufficiente. In Lui possiamo comprendere la verità della vita e ottenere la salvezza. E’ questo l’annuncio centrale della Chiesa, che resta nei secoli immutato. La fede cristiana pertanto non è ideologia, ma incontro personale con Cristo crocifisso e risorto'. Tornato in Vaticano, il Papa ha recitato come ogni domenica l'Angelus nel corso del quale è tornato a parlare del recente Concistoro, 'un’occasione - ha detto - per sentirci più che mai vicini a tutti quei cristiani che soffrono persecuzione a causa della fede. La loro testimonianza, di cui quotidianamente ci giunge notizia, e soprattutto il sacrificio di quanti sono stati uccisi ci è di edificazione e di sprone a un impegno evangelico sempre più sincero e generoso'. 'Il mio pensiero si rivolge, in modo particolare - ha aggiunto Papa Benedetto - a quelle comunità che vivono nei Paesi dove la libertà religiosa manca o, nonostante la sua affermazione sulla carta, subisce di fatto molteplici restrizioni. Ad esse invio un caloroso incoraggiamento a perseverare nella pazienza e nella carità di Cristo, seme del Regno di Dio che viene, anzi, che è già nel mondo A quanti operano al servizio del Vangelo in tali difficili situazioni, desidero esprimere la più viva solidarietà a nome di tutta la Chiesa, ed insieme assicurare il mio quotidiano ricordo nella preghiera'.

25 marzo 2006 - Il Papa consegna l'anello ai nuovi Cardinali

Dopo aver imposto ieri mattina la berretta rossa ai quindici nuovi Cardinali, Benedetto XVI ha consegnato loro stamane l'anello cardinalizio - secondo ed ultimo rito di questo primo concistoro. Nell'omelia il Papa ha sottolineato come la consegna dell'anello sia un vero e proprio gesto sponsale tra i neo-porporati e la Chiesa. 'L’anello che oggi vi conferisco proprio della dignità cardinalizia - ha spiegato il Pontefice - intende confermare e rafforzare tale impegno, a partire ancora una volta da un dono nuziale, che vi ricorda il vostro essere prima di tutto intimamente uniti a Cristo, per compiere la missione di sposi della Chiesa. Ricevere l’anello sia dunque per voi come rinnovare il vostro sì, il vostro eccomi, rivolto al tempo stesso al Signore Gesù, che vi ha scelti e costituiti, e alla sua santa Chiesa, che siete chiamati a servire con amore sponsale'.

sabato 10 aprile 2010

24 marzo 2006 - Il Papa crea 15 nuovi Cardinali

Il Sacro Collegio è stato integrato oggi da quindici nuovi Cardinali, creati da Benedetto XVI in occasione del suo primo Concistoro. Un'occasione - ha sottolineato il Papa - 'che manifesta con grande eloquenza la natura universale della Chiesa, diffusa in ogni angolo del mondo per annunciare a tutti la Buona Novella di Cristo Salvatore'. Ai neo Cardinali Benedetto XVI ha voluto ricordare anche il significato della veste che da oggi indosseranno. 'La porpora che indossate - ha uaspicato il Pontefice - sia sempre espressione della caritas Christi, stimolandovi ad un amore appassionato per Cristo, per la sua Chiesa e per l’umanità'. Infine l'appello rivolto da Papa Benedetto ai nuovi porporati. 'Conto su di voi, cari Fratelli Cardinali - ha detto il Papa - per far sì che il principio della carità possa irradiarsi e riesca a vivificare la Chiesa in ogni grado della sua gerarchia, in ogni Comunità e Istituto religioso, in ogni iniziativa spirituale, apostolica e di animazione sociale. Conto su di voi affinché il comune sforzo di fissare lo sguardo sul Cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il cammino verso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all’attenta valorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo incisivo l’annuncio e la sfida della civiltà dell’amore'.

Questi i nuovi quindici Cardinali di Santa Romana Chiesa con il Titolo o la Diaconia loro assegnata.

1. Card. WILLIAM JOSEPH LEVADA, Diaconia di Santa Maria in Domnica

2. Card. FRANC RODÉ, C.M., Diaconia di San Francesco Saverio alla Garbatella

3. Card. AGOSTINO VALLINI, Diaconia di San Pier Damiani ai Monti di San Paolo

4. Card. JORGE LIBERATO UROSA SAVINO, Titolo di Santa Maria ai Monti

5. Card. GAUDENCIO B. ROSALES, Titolo del Santissimo Nome di Maria a Via Latina

6. Card. JEAN-PIERRE RICARD, Titolo di Sant’Agostino

7. Card. ANTONIO CAÑIZARES LLOVERA, Titolo di San Pancrazio

8. Card. NICHOLAS CHEONG JINSUK, Titolo di Santa Maria Immacolata di Lourdes a Boccea

9. Card. SEAN PATRICK O’MALLEY, O.F.M. Cap., Titolo di Santa Maria della Vittoria

10. Card. STANISŁAW DZIWISZ, Titolo di Santa Maria del Popolo

11. Card. CARLO CAFFARRA, Titolo di San Giovanni Battista dei Fiorentini

12. Card. JOSEPH ZEN ZE-KIUN, S.D.B., Titolo di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca

13. Card. ANDREA CORDERO LANZA DI MONTEZEMOLO, Diaconia di Santa Maria in Portico

14. Card. PETER POREKU DERY, Diaconia di Sant’Elena fuori Porta Prenestina

15. Card. ALBERT VANHOYE, S.I., Diaconia di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano a Villa Albani

22 marzo 2006 - Il Papa in campo contro la tubercolosi

In occasione della Giornata mondiale, promossa dalle Nazioni Unite, per la lotta contro la Tubercolosi che si celebrerà dopodomani scende in campo anche Benedetto XVI. 'Auspico - ha detto il Papa al termine dell'Udienza Generale - un rinnovato impegno a livello globale, affinché siano rese disponibili le risorse necessarie per curare i malati di questa patologia che notoriamente è associata alla povertà. Incoraggio le iniziative di assistenza e di solidarietà verso questi pazienti, che hanno bisogno di essere aiutati a vivere con dignità la loro condizione'.

venerdì 9 aprile 2010

19 marzo 2006 - Il Papa: 'L'uomo non sia schiavo del lavoro'

La solennità di San Giuseppe è stata l'occasione per il Papa di celebrare nella Basilica Vaticana una Messa per i lavoratori. Benedetto XVI ha osservato come 'il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune'. 'Al tempo stesso - ha sottolineato - è indispensabile che l’uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita'. Per questo, ha aggiunto il Pontefice è necessario osservare il giorno di riposo. 'Il riposo - ha concluso Papa Benedetto - consente agli uomini di ricordare e di rivivere le opere di Dio, dalla Creazione alla Redenzione, di riconoscersi essi stessi come opera Sua, di rendere grazie della propria vita e della propria sussistenza a lui, che ne è l’autore'.

18 marzo 2006 - Dal Papa nuovo appello per la vita e la famiglia

La Santa Sede 'intende collaborare alla costruzione di una società internazionale più attenta alla dignità ed alle vere esigenze della persona umana'. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in Vaticano i Rappresentanti della Santa Sede presso gli Organismi Internazionali. Dal Papa anche un nuovo appello in difesa della famiglia e della vita umana. 'Quando la verità è oltraggiata, la pace è minacciata, il diritto viene compromesso allora con logica conseguenza - ha osservato Papa Benedetto - si scatenano le ingiustizie'. 'Queste ingiustizie assumono anche molti volti - ha concluso il Pontefice - per esempio, il volto del disinteresse o del disordine, che giunge a ledere la struttura di quella cellula originante della società, che è la famiglia; oppure il volto della prepotenza o dell’arroganza, che può arrivare fino all’arbitrio, mettendo a tacere chi non ha voce o non ha forza per farla udire, come avviene nel caso dell’ingiustizia che, oggi, è forse la più grave, ossia quella che sopprime la vita umana nascente'.

giovedì 8 aprile 2010

18 marzo 2006 - Il Papa riceve i Vescovi del Camerun

Una panoramica sulle problematiche della Chiesa in Africa. E' la sintesi del discorso che Benedetto XVI ha rivolto ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Camerun in Visita ad Limina in Vaticano. Il Papa ha ricordato ai presuli africani come 'l'offensiva delle sette, che approfittano della credulità dei fedeli per allontanarli da Cristo e dalla Chiesa, le diverse pratiche di religiosità popolare che fioriscono nelle comunità e che è opportuno purificare costantemente, come pure le devastazioni dell'Aids, sono altrettante sfide attuali alle quali siete invitati a dare risposte teologiche e pastorali precise, per evangelizzare a fondo il cuore degli uomini e per risvegliare la loro coscienza'. Particolare attenzione il Papa l'ha riservata alla famiglia che 'subisce in pieno gli effetti devastanti di una società che propone modi di fare che spesso la indeboliscono'. 'È pertanto opportuno - ha suggerito Benedetto XVI - promuovere una pastorale familiare che offra ai giovani un'educazione affettiva e morale esigente, preparandoli a impegnarsi a vivere l'amore coniugale in modo responsabile, condizione tanto importante per la stabilità delle famiglie e dell'intera società'.

17 marzo 2006 - Il Papa: 'Presentare modelli di vita edificante'

L'Udienza ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali è occasione per Benedetto XVI di ribadire l'importanza della 'missione' affidata agli operatori dell'informazione. Il Papa rileva come, ad esempio, insieme ai genitori 'le comunicazioni sociali e l'industria dell'intrattenimento possono essere d'aiuto nella vocazione difficile, ma appagante di allevare i figli, presentando modelli edificanti di vita e di amore'. 'Quanto è scoraggiante e distruttivo per tutti noi - osserva il Pontefice - quando accade il contrario! I nostri cuori non sono forse straziati quando i giovani sono soggetti a espressioni d'amore false o infondate che ridicolizzano la dignità della persona umana che Dio ha donato e minano gli interessi della famiglia?'. Benedetto XVI formula poi un auspicio. 'Vi esorto - lo sprone del Papa - a rinnovare i vostri sforzi volti ad aiutare quanti operano nel mondo dei mezzi di comunicazione sociale a promuovere ciò che è buono e autentico, in particolare a proposito del significato dell'esistenza umana e sociale, e a denunciare ciò che è falso, soprattutto tendenze dannose che rovinano il tessuto di una società civile degna della persona umana'.

17 marzo 2006 - Il Papa scrive ad Alessio II

'I gesti e le parole di rinnovata fraternità fra Pastori del gregge del Signore stanno ad indicare come una sempre più intensa collaborazione nella verità e nella carità contribuiscano ad incrementare lo spirito di comunione, che deve guidare i passi di tutti i battezzati'. Così Benedetto XVI si è rivolto al Patriarca di Mosca Alessio II in una lettera indirizzatagli in occasione del compleanno. 'Il mondo contemporaneo - ha rilevato il Papa - ha bisogno di sentire voci che indicano la via della pace, del rispetto per tutti, della condanna di ogni violenza, della superiore dignità di ogni persona e degli innati diritti che le competono'.

16 marzo 2006 - Il Papa agli Ebrei: 'Insieme per la giustizia e la pace'

Ricevendo una delegazione dell'American Jewish Committee, Benedetto XVI ha voluto sottolineare gli stretti legami che uniscono Ebrei e Cristiani. Abbiamo - ha detto il Papa - 'un ricco patrimonio comune. In molti modi questo rende il nostro rapporto unico fra le religioni del mondo'. 'Le tre religioni monoteiste- ha inoltre rilevato Papa Benedetto - sono chiamate a cooperare per il bene comune dell'umanità, servendo la causa della giustizia e della pace nel mondo'. 'Ciò - ha concluso il Pontefice - è importante soprattutto oggi in quanto dobbiamo prestare un'attenzione particolare nell'insegnare il rispetto di Dio, delle religioni e dei loro simboli, dei luoghi santi e di quelli di culto'.

15 marzo 2006 - Il Papa: 'Tra Cristo e la Chiesa c'è continuità'

'I dodici Apostoli sono il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all’esistenza e alla missione della sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa non c’è alcuna contrapposizione: sono inseparabili, nonostante i peccati degli uomini che compongono la Chiesa'. Lo ha detto Benedetto XVI, oggi, nel corso dell'Udienza Generale. Secondo il Papa è da rifiutare l'idea secondo la quale si accetta Cristo, ma non la Chiesa. 'E’ del tutto inconciliabile con l’intenzione di Cristo - ha specificato il Papa - uno slogan di moda alcuni anni fa: Gesù sì, Chiesa no. Questo Gesù individualistico scelto è un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che Egli ha creato e nella quale si comunica. Tra il Figlio di Dio fatto carne e la sua Chiesa v'è una profonda, inscindibile e misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è presente oggi nel suo popolo'.

martedì 6 aprile 2010

13 marzo 2006 - Il Papa riceve il presidente egiziano Mubarak

Benedetto XVI ha ricevuto stamane nel Palazzo Apostolico il presidente della Repubblica Araba d'Egitto, Hosni Mubarak. 'Il cordiale colloquio, che si è prolungato per circa mezz’ora - ha fatto sapere il Direttore della Sala Stampa Vaticana Joaquin Navarro Valls - ha preso avvio dalla constatazione delle buone relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Araba d’Egitto e della situazione dei rapporti interreligiosi in quel Paese'. Medio Oriente, Iraq ed Iran sono stati gli altri temi al centro dei colloqui tra il Papa ed il presidente egiziano. 'L’incontro - ha aggiunto il portavoce della Santa Sede - ha permesso di passare in rassegna i temi relativi alle prospettive di una pace stabile in Medio Oriente. Vi è stato un approfondito scambio di idee sulla situazione in Iraq ed anche uno sguardo alle tematiche riguardanti la Repubblica Islamica d’Iran'.

12 marzo 2006 - Il Papa: 'Dio ci chiede grande attenzione'

Terminati gli Esercizi Spirituali con la Curia Romana, Benedetto XVI ha osservato, parlando ai fedeli nel corso dell'Angelus, come siano stati giorni 'dedicati interamente all’ascolto del Signore, che sempre ci parla, ma s’aspetta da noi una più grande attenzione specialmente in questo tempo di Quaresima'. Secondo il Papa 'l'esistenza umana è un cammino di fede e, come tale, procede più nella penombra che in piena luce, non senza momenti di oscurità e anche di buio fitto'. 'Finché siamo quaggiù - ha concluso Papa Benedetto - il nostro rapporto con Dio avviene più nell’ascolto che nella visione; e la stessa contemplazione si attua, per così dire, ad occhi chiusi, grazie alla luce interiore accesa in noi dalla Parola di Dio'.

11 marzo 2006 - Il Papa: 'Chiesa pronta al dialogo'

Ricordando la promulgazione del Decreto Conciliare Ad Gentes, Benedetto XVI ha rilanciato l'impegno missionario della Chiesa. Essa - ha detto il Pontefice parlando ai membri della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli - 'è oggi chiamata a confrontarsi con sfide nuove ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme a ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei popoli. Il campo della missio ad gentes appare così notevolmente ampliato e non definibile solamente in base a considerazioni geografiche o giuridiche; non sono infatti solo i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori i veri destinatari dell’attività missionaria del Popolo di Dio'. La missione della Chiesa oggi - ha concluso il Papa - è quella di 'servire l'umanità del nostro tempo, confidando unicamente in Gesù, lasciandosi illuminare dalla sua Parola e imitandolo nel donarsi generosamente ai fratelli. Essa è strumento nelle sue mani, e per questo compie quanto le è possibile, cosciente che chi opera tutto è sempre il Signore'.

5 marzo 2006 - Il Papa: 'Quaresima sia tempo di conversione'

Primo Angelus quaresimale stamane per Benedetto XVI. Riferendosi al Vangelo odierno il Papa ha ricordato ai fedeli che 'per realizzare appieno la vita nella libertà occorre superare la prova che la stessa libertà comporta, cioè la tentazione. Solo liberata dalla schiavitù della menzogna e del peccato, la persona umana, grazie all’obbedienza della fede che la apre alla verità, trova il senso pieno della sua esistenza e raggiunge la pace, l’amore e la gioia'. Secondo il Pontefice - che da stasera e per l'intera settimana parteciperà agli Esercizi Spirituali con la Curia Romana - 'la Quaresima costituisce un tempo favorevole per un’attenta revisione di vita nel raccoglimento, nella preghiera e nella penitenza'. 'La Quaresima - ha concluso Benedetto XVI - sia per tutti i cristiani un’occasione di conversione e di più coraggiosa spinta verso la santità'.