mercoledì 21 aprile 2010

13 aprile 2006 - Il Papa compie il rito della lavanda dei piedi

Con la Messa in Coena Domini, come ogni Giovedì Santo, Benedetto XVI ha dato il via questa sera ai riti del Triduo Pasquale. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano il Papa ha lavato i piedi di dodici sacerdoti e proprio questo gesto è stato al centro dell'omelia. 'Che cosa è che rende l'uomo immondo? - si è domandato il Pontefice -. È il rifiuto dell'amore, il non voler essere amato, il non amare. È la superbia che crede di non aver bisogno di alcuna purificazione, che si chiude alla bontà salvatrice di Dio. È la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione. In Giuda vediamo la natura di questo rifiuto ancora più chiaramente. Egli valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà, l'amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore. E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema, per Dio. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta'. Il gesto compiuto da Gesù prima dell'ultima cena - ha spiegato Benedetto XVI - ha un significato preciso anche nel mondo di oggi. 'Lavarci i piedi gli uni gli altri - ha detto Papa Ratzinger - significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri; purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell'amore divino'.

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