domenica 31 ottobre 2010

24 novembre 2006 - Il Papa: 'Curare l'uomo con amore'

‘La persistenza delle malattie infettive che, nonostante i benefici effetti della prevenzione posta in essere sulla base del progresso della scienza, della tecnologia medica e delle politiche sociali, continuano a mietere numerose vittime, mette in risalto i limiti inevitabili della condizione umana’. E’ quanto ha osservato Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla XXI Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Il Papa ha invitato tutti a non cedere alle difficoltà. ‘L’impegno umano – ha detto - non deve mai arrendersi nel cercare mezzi e modalità d’intervento più efficaci per combattere questi mali e per ridurre i disagi di quanti ne sono vittime’. Bisogna ‘rispondere con interventi concreti’ – ha aggiunto il Pontefice – per non ‘dimenticare i tanti malati infettivi costretti a vivere segregati, e talora segnati da uno stigma che li umilia. Tali deprecabili situazioni appaiono con maggiore gravità nella disparità delle condizioni sociali ed economiche tra il Nord e il Sud del mondo’. Tuttavia – ha concluso Papa Benedetto – ‘ogni intervento resta insufficiente, se in esso non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo’.

23 novembre 2006 - Il Papa esalta l'arte cristiana

L’arte è stata al centro del discorso rivolto dal Papa ai Dirigenti e ai Dipendenti dei Musei Vaticani. ‘L’approccio alla verità cristiana mediato attraverso l’espressione artistica o storico-culturale – ha osservato Benedetto XVI - ha una chance in più per parlare all’intelligenza e alla sensibilità di persone che non appartengono alla Chiesa cattolica e talvolta possono nutrire verso di essa pregiudizi e diffidenza’. I Musei Vaticani – ha spiegato il Pontefice sono ‘un santuario di arte e di fede’ e ‘coloro che visitano i Musei Vaticani hanno modo di immergersi in un concentrato di teologia per immagini’.

23 novembre 2006 - Il Papa riceve il Primate Anglicano

‘Nelle nostre relazioni degli ultimi quaranta anni c'è molto di cui rendere grazie’. Lo ha detto Benedetto XVI all’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, Primate della Comunione Anglicana ricevuto stamane in udienza in Vaticano. Cattolici e anglicani possono collaborare perché – ha osservato il Papa – ‘il mondo ha bisogno della nostra testimonianza e della forza che scaturisce da una proclamazione indivisa del Vangelo. Le immense sofferenze della famiglia umana e le forme di ingiustizia che colpiscono la vita di così tante persone costituiscono un appello urgente alla nostra testimonianza e al nostro servizio condivisi’.

22 novembre 2006 - Il Papa: 'I libanesi costruiscano un futuro di pace'

Ancora una Udienza Generale dedicata a San Paolo. Il Papa – riferendosi all’Apostolo – ricorda come ‘la storia ci dimostra che a Gesù si giunge normalmente passando attraverso la Chiesa’. Grazie a San Paolo – aggiunge Benedetto XVI – si capisce ‘che esiste non solo un'appartenenza della Chiesa a Cristo, ma anche una certa forma di equiparazione e di immedesimazione della Chiesa con Cristo stesso’. Pertanto – conclude il Pontefice – è ‘ nostro dovere vivere realmente in conformità con Cristo’. Prima di congedare i fedeli Papa Benedetto volge lo sguardo al Libano dove nei giorni scorsi è stato ucciso il ministro dell’Industria. ‘Nel condannare fermamente tale brutale attentato – dice il Papa - assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza spirituale alla famiglia in lutto e all'amato popolo libanese. Di fronte alle forze oscure che cercano di distruggere il Paese, invito tutti i Libanesi a non lasciarsi vincere dall'odio bensì a rinsaldare l'unità nazionale, la giustizia e la riconciliazione, e a lavorare insieme per costruire un futuro di pace. Invito infine i Responsabili dei Paesi che hanno a cuore le sorti di quella Regione a contribuire ad una soluzione globale e negoziata delle diverse situazioni di ingiustizia che la segnano da ormai troppi anni’.

20 novembre 2006 - Il Papa: 'Chiesa e Stato servono l'uomo'

Benedetto XVI ha ricevuto stamane il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, eletto al Quirinale lo scorso maggio. Nel lungo discorso pronunciato il Papa ha innanzi tutto manifestato ‘gratitudine’ ‘nei confronti di tutti gli Italiani’ che ‘mi dimostrano quasi quotidianamente, con calore ed entusiasmo, i loro sentimenti di accoglienza, di attenzione e di sostegno spirituale nell’adempimento della mia missione’. Dopo aver auspicato che la collaborazione tra Chiesa e Stato ‘possa continuare a svilupparsi concretamente’, il Pontefice ha ricordato che ‘Chiesa e Stato, pur pienamente distinti, sono entrambi chiamati, secondo la loro rispettiva missione e con i propri fini e mezzi, a servire l’uomo, che è allo stesso tempo destinatario e partecipe della missione salvifica della Chiesa e cittadino dello Stato’. Il servizio che la Chiesa rende alla società – ha proseguito Benedetto XVI – ‘consiste principalmente nel dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente, la Chiesa non è e non intende essere un agente politico, tuttavia essa ha un interesse profondo per il bene della comunità politica’. Di fronte – ha concluso Papa Benedetto – alle ‘grandi sfide attuali, rappresentate dalle guerre e dal terrorismo, dalla fame e dalla sete, dalla estrema povertà di tanti esseri umani, da alcune terribili epidemie, ma anche dalla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e dalla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio e prima responsabile dell’educazione’, i cattolici ‘non agiscono per un loro interesse peculiare o in nome di principi percepibili unicamente da chi professa un determinato credo religioso: lo fanno, invece, nel contesto e secondo le regole della convivenza democratica, per il bene di tutta la società e in nome di valori che ogni persona di retto sentire può condividere’

lunedì 25 ottobre 2010

19 novembre 2006 - Il Papa ricorda i religiosi di clausura

Prendendo spunto dalla prossima Giornata pro Orantibus, Benedetto XVI ha dedicato l’Angelus a coloro che hanno abbracciato la vita di clausura. ‘Questi nostri fratelli e sorelle – ha spiegato il Papa - testimoniano silenziosamente che in mezzo alle vicende quotidiane, talvolta assai convulse, unico sostegno che mai vacilla è Dio, roccia incrollabile di fedeltà e di amore’. Il Pontefice ha poi suggerito ai fedeli di riscoprire i monasteri che ‘si offrono come oasi nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino’. ‘Questi luoghi apparentemente inutili – ha concluso - sono invece indispensabili, come i polmoni verdi di una città: fanno bene a tutti, anche a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza’.

18 novembre 2006 - Il Papa: 'I giovani attendono Dio'

‘La ricerca della riforma può facilmente scivolare verso un attivismo esteriore se chi agisce non conduce un'autentica vita spirituale e se non verifica costantemente le motivazioni del suo agire alla luce della fede’. Così il Papa stamane ha messo in guardia i Vescovi tedeschi ricevuti in Visita ad Limina. Benedetto XVI ha poi affrontato il tema dei giovani che oggi ‘vivono in una cultura secolarizzata, orientata totalmente alle cose materiali’. Ma i ragazzi – ha osservato ancora il Pontefice – ‘attendono Dio. Le Giornate Mondiali della Gioventù ci dimostrano quale attesa e disponibilità per Dio e per il Vangelo vi sia nei giovani del nostro tempo. La nostra risposta a quest’attesa deve essere multiforme’. Ai giovani va dato tutto l’aiuto possibile perché possano ‘dirsi il sì definitivo, che non è in contrasto con la libertà, ma rappresenta la sua più grande opportunità. Nella pazienza dello stare insieme per tutta la vita l’amore raggiunge la sua vera maturità. In questo ambiente di amore per tutta la vita anche i figli imparano a vivere e ad amare. Desidero – è stato l’invito di Papa Benedetto - pertanto chiedervi di fare tutto il possibile affinché il matrimonio e la famiglia vengano formati, promossi ed incoraggiati’. In Germania la Chiesa deve confrontarsi anche con le chiese riformate perché – ha detto il Papa - il mondo attende ‘da tutti i cristiani una professione univoca di fede in Gesù Cristo. ‘L’impegno ecumenico, pertanto – ha concluso - non può esaurirsi con documenti congiunti. Diventa visibile ed efficace laddove i cristiani di diverse Chiese e comunità ecclesiali, in un contesto sociale sempre più estraneo alla religione, professano insieme e in modo convincente i valori trasmessi dalla fede cristiana e li evidenziano con forza nel loro agire politico e sociale’.

domenica 17 ottobre 2010

18 novembre 2006 - Il Papa riceve il presidente tedesco Köhler

Il Papa ha ricevuto stamane nel Palazzo Apostolico il Presidente tedesco Horst Köhler. Nel corso dell’udienza – comunica la Sala Stampa Vaticana – si è parlato di ‘temi attinenti alla situazione internazionale, con particolare riferimento al Medio Oriente. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di promuovere un rapporto di parità e uno spirito di solidarietà a livello internazionale, in special modo nei confronti del Continente africano. Infine, non è mancato il richiamo all'importanza di un impegno per l'educazione della gioventù e per il dialogo tra le religioni’.

17 novembre 2006 - Il Papa: 'Lavorare sulla via dell'ecumenismo'

‘L’attuale successore di Pietro si assume come impegno primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente dovere. L’attuale successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere la fondamentale causa dell’ecumenismo’. Benedetto XVI ha usato le stesse parole pronunciate il 24 aprile 2005, quando si insediò sulla Cattedra di Pietro, per ribadire il suo impegno ecumenico ricevendo stamane in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni il Papa non ha nascosto che ‘molto cammino resta ancora da fare’. Ma ‘ciò che comunque va innanzitutto promosso – ha concluso il Pontefice - è l’ecumenismo dell’amore, che discende direttamente dal comandamento nuovo lasciato da Gesù ai suoi discepoli’.

16 novembre 2006 - Il Papa ribadisce l'importanza del celibato sacerdotale

Importante riunione questa mattina nel Palazzo Apostolico dei Capi Dicastero della Curia Romana con Benedetto XVI. Si è parlato – afferma un comunicato della Santa Sede - delle ‘richieste di dispensa dall’obbligo del celibato presentate negli ultimi anni e della possibilità di riammissione all’esercizio del ministero di sacerdoti che al presente si trovano nelle condizioni previste dalla Chiesa’. Nel corso dei lavori ‘è stato riaffermato il valore della scelta del celibato sacerdotale secondo la tradizione cattolica ed è stata ribadita l’esigenza di una solida formazione umana e cristiana, sia per i seminaristi che per i sacerdoti già ordinati’.

15 novembre 2006 - Il Papa: 'Noi siamo figli di Dio'

Anche l’odierna Udienza Generale vede San Paolo protagonista. E, parlando dell’Apostolo, Benedetto XVI ricorda ai fedeli la natura della ‘nostra grande dignità: quella di non essere soltanto immagine, ma figli di Dio’. Siamo – spiega il Papa – ‘figli adottivi nella grande famiglia di Dio. Dio ci considera suoi figli, avendoci elevati a una dignità simile, anche se non uguale, a quella di Gesù stesso, l'unico vero Figlio in senso pieno. In lui ci viene donata, o restituita, la condizione filiale e la libertà fiduciosa in rapporto al Padre’.

13 novembre 2006 - Il Papa: 'Garantire i diritti dei rifugiati'

Pubblicato stamane il messaggio di Benedetto XVI in occasione della 93a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Nel testo il Papa chiede che venga assicurata alla ‘famiglia immigrata una reale possibilità di inserimento e di partecipazione’ senza la quale ‘è difficile prevedere un suo sviluppo armonico’. Agli immigrati – prosegue - devono essere ‘garantiti i diritti e la dignità delle famiglie e venga assicurato ad esse un alloggio consono alle loro esigenze’. Nello stesso tempo – conclude il Pontefice – ‘ai rifugiati va chiesto di coltivare un atteggiamento aperto e positivo verso la società che li accoglie, mantenendo una disponibilità attiva alle proposte di partecipazione per costruire insieme una comunità integrata, che sia "casa comune di tutti’.

12 novembre 2006 - Il Papa: 'Combattere il dramma della fame'

All’Angelus odierno Benedetto XVI ha ricordato la giornata del Ringraziamento sottolineando come in diverse parti del mondo si faccia i conti con ‘il dramma della fame’. Come far fronte a questa situazione – si è chiesto il Papa - che, pur denunciata ripetutamente, non accenna a risolversi, anzi, per certi versi si sta aggravando? Certamente occorre eliminare le cause strutturali legate al sistema di governo dell’economia mondiale, che destina le maggior parte delle risorse del pianeta a una minoranza della popolazione’. Secondo il Pontefice ‘per incidere su larga scala è necessario convertire il modello di sviluppo globale; lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed energetiche. Tuttavia, ogni persona e ogni famiglia può e deve fare qualcosa per alleviare la fame nel mondo adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con la salvaguardia del creato e con criteri di giustizia verso chi coltiva la terra in ogni Paese’.

venerdì 15 ottobre 2010

11 novembre 2006 - Il Papa: 'Fede amica della ragione'

Incontrando la "Fondazione Sacra Famiglia di Nazareth" e a’Associazione laicale "Comunità Domenico Tardini" Benedetto XVI ha avuto l’occasione di parlare del senso della fede. Essa – ha spiegato il Papa – ‘è in grado di offrire prospettive di speranza ad ogni progetto che abbia a cuore il destino dell'uomo. La fede scruta l’invisibile ed è perciò amica della ragione che si pone gli interrogativi essenziali da cui attende senso il nostro cammino quaggiù’. Rivolto ai giovani, poi, il Pontefice ha ricordato le ‘strade deserte’ su cui si cammina ogni giorno. ‘Proprio lungo esse – ha esortato - potrete affiancarvi a chi cerca il senso della vita. Preparatevi ad essere anche voi a servizio di una cultura che favorisca l’incontro di fraternità dell’uomo con l’uomo e la scoperta della salvezza che ci viene da Cristo’.

10 novembre 2006 - Il Papa: 'Secolarizzazione è sfida'

Ricevendo in Vaticano un gruppo di Vescovi tedeschi in Visita ad Limina, il tedesco Benedetto XVI ha osservato come anche ‘la Repubblica Federale di Germania condivide con tutto il mondo occidentale una cultura caratterizzata dalla secolarizzazione, in cui Dio scompare sempre più dalla coscienza pubblica’. Questa situazione – ha tuttavia precisato il Papa – va letta ‘come una sfida provvidenziale e affrontarla con coraggio. Noi cristiani non dobbiamo temere il confronto spirituale con una società che dietro la sua ostentata superiorità intellettuale nasconde la perplessità dinanzi alle domande esistenziali ultime’. Dal Pontefice anche un richiamo sul ruolo dei laici. ‘Proprio perché la testimonianza attiva dei laici è tanto importante – ha chiarito Papa Benedetto - è altrettanto importante che i profili specifici delle diverse missioni non vengano confusi’.

9 novembre 2006 - Il Papa: 'Eucarestia fonte della nostra speranza'

L’Eucaristia ‘è il tesoro più prezioso lasciatoci da Gesù’. Lo ha ricordato oggi il Papa ricevendo in Vaticano i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Questi congressi – ha sottolineato Benedetto XVI – ‘sono un incoraggiamento per la Chiesa a diffondere in ogni ambito della società ed a testimoniare, senza esitazione, l’amore di Cristo’. Il Pontefice ha poi esaltato l’importanza dell’adorazione eucaristica ricordando ad esempio ‘l’esperienza vissuta lo scorso anno con i giovani a Colonia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, e in Piazza San Pietro con i bambini della Prima Comunione accompagnati dalle famiglie e dai catechisti. Quanto bisogno ha l’odierna umanità di riscoprire nel Sacramento eucaristico la fonte della propria speranza!’.

8 novembre 2006 - Il Papa: 'I cristiani vivono sulla roccia'

E’ ancora San Paolo il protagonista dell’Udienza Generale di Benedetto XVI. Parlando dell’Apostolo delle genti ha ricordato come Egli dopo la conversione abbia vissuto ‘di Cristo e con Cristo: dando se stesso, non più cercando e costruendo se stesso. Questa è la nuova giustizia, il nuovo orientamento donatoci dal Signore, donatoci dalla fede’. La vita di ogni cristiano – ha aggiunto il Papa – ‘poggia sulla roccia più stabile e sicura che si possa immaginare. E da essa traiamo tutta la nostra energia, come scrive appunto l'Apostolo: Tutto posso in colui che mi dà la forza’.

7 novembre 2006 - Il Papa: 'Il cristianesimo non è una filosofia'

Senza etica lo sviluppo può recare ‘nuove possibilità di distruzione’. Lo ha sostenuto il Papa incontrando i Vescovi della Svizzara. ‘Se insieme con l’aiuto a favore dei Paesi in via di sviluppo – ha spiegato Benedetto XVI - insieme con l’apprendimento di tutto ciò che l'uomo è capace di fare, di tutto ciò che la sua intelligenza ha inventato e che la sua volontà rende possibile, non viene contemporaneamente anche illuminata la sua anima e non arriva la forza di Dio, si impara soprattutto a distruggere. E per questo, credo, deve nuovamente farsi forte in noi la responsabilità missionaria’. Il Pontefice è poi tornato a ribadire la natura del cristianesimo. Esso non è un’idea né una filosofia ma ‘un avvenimento che Dio ha posto in questo mondo, è una storia che Egli in modo reale ha formato e forma come storia insieme con noi’. I cristiani – ha concluso Papa Benedetto – devono ‘farsi garanti dei valori essenziali, portanti, provenienti da Dio della nostra società. In questo campo, tutti insieme – protestanti, cattolici ed ortodossi – abbiamo un grande compito’.

6 novembre 2006 - Il Papa: 'La fede non è nemica della scienza'

‘La Chiesa riconosce che l'uomo con l'aiuto della scienza e della tecnica, ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta intera la natura’. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze. La fede – ha spiegato il Papa – non è nemica del progresso scientifico né ‘presuppone un conflitto inevitabile’. Tuttavia ‘l'uomo non può riporre nella scienza e nella tecnologia una fiducia talmente radicale e incondizionata – è stato il monito del Pontefice - da credere che il progresso scientifico e tecnologico possa spiegare qualsiasi cosa e rispondere pienamente a tutti i suoi bisogni esistenziali e spirituali’. Lo scienziato inoltre, ha ricordato concludendo Papa Benedetto, ha precise ‘responsabilità etiche e le sue conclusioni devono essere guidate dal rispetto della verità e dall'onesto riconoscimento sia dell'accuratezza sia degli inevitabili limiti del metodo scientifico’.

martedì 12 ottobre 2010

5 novembre 2006 - Il Papa: 'Bisogna temere la morte dell'anima'

E’ ancora il tema della morte al centro della meditazione del Papa nell’Angelus odierno. La ‘civiltà del benessere’ – ha osservato Benedetto XVI – ‘cerca spesso di rimuovere la realtà della morte’. ‘Della morte del corpo – ha spiegato il Pontefice - non c’è da aver paura ci ricorda la fede, perché, sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. La vera morte, che invece bisogna temere, è quella dell’anima. Infatti chi muore in peccato mortale, senza pentimento, chiuso nell’orgoglioso rifiuto dell’amore di Dio, si autoesclude dal regno della vita’. Dopo aver recitato la preghiera mariana Papa Benedetto è tornato a parlare della situazione nella Striscia di Gaza. ‘Desidero esprimere – è stato l’appello del Papa - la mia vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza. Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera, perché Dio onnipotente e misericordioso illumini le Autorità israeliane e palestinesi, come pure quelle delle Nazioni che hanno una particolare responsabilità nella Regione, affinché si adoperino per far cessare lo spargimento di sangue, moltiplicare le iniziative di soccorso umanitario e favorire la ripresa immediata di un negoziato diretto, serio e concreto’.

4 novembre 2006 - Il Papa: 'Morire non è una perdita'

Il Papa ha presieduto stamane la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno. ‘Ognuno di loro – ha detto Benedetto XVI nell’omelia - è stato chiamato nella Chiesa a sentire come proprie e a cercare di mettere in pratica le parole dell’apostolo Paolo: Per me vivere è Cristo’. Cardinali e Vescovi – ha aggiunto il Pontefice – ‘attraverso tale itinerario sacramentale, il loro essere in Cristo è andato consolidandosi e approfondendosi, così che il morire non è più una perdita – dal momento che tutto avevano già evangelicamente perduto per il Signore e per il Vangelo – ma un guadagno: quello di incontrare finalmente Gesù, e con Lui la pienezza della vita’.

3 novembre 2006 - Il Papa: 'Confrontarsi con la cultura secolare'

Benedetto XVI ha visitato oggi la Pontificia Università Gregoriana. A docenti e studenti il Papa ha ricordato come in questi tempo si debba tenere conto del ‘confronto con la cultura secolare, che in molte parti del mondo tende sempre più non solo a negare ogni segno della presenza di Dio nella vita della società e del singolo, ma con vari mezzi, che disorientano e offuscano la retta coscienza dell’uomo, cerca di corrodere la sua capacità di mettersi in ascolto di Dio’. Secondo il Pontefice inoltre è necessario anche il ‘rapporto con le altre religioni, che si rivela costruttivo solo se evita ogni ambiguità che in qualche modo indebolisca il contenuto essenziale della fede cristiana in Cristo unico Salvatore di tutti gli uomini e nella Chiesa sacramento necessario di salvezza per tutta l’umanità’.