lunedì 1 novembre 2010

26 novembre 2006 - Il Papa: 'Non discriminare i malati di AIDS'

Dio ‘è Amore e Verità, e sia l’amore che la verità non si impongono mai: bussano alla porta del cuore e della mente e, dove possono entrare, apportano pace e gioia. Questo è il modo di regnare di Dio; questo il suo progetto di salvezza, un mistero nel senso biblico del termine, cioè un disegno che si rivela a poco a poco nella storia’. Così il Papa stamane nel corso dell’Angelus recitato in occasione della Solennità di Cristo Re. Benedetto XVI ha poi ricordato il suo imminente viaggio in Turchia. Dopo aver salutato il ‘caro Popolo turco, ricco di storia e di cultura’ il Pontefice si è detto desideroso ‘di incontrare la piccola Comunità cattolica, che mi è sempre presente nel cuore, e di unirmi fraternamente alla Chiesa Ortodossa, in occasione della festa dell’apostolo sant’Andrea’. ‘A tutti voi domando – ha aggiunto - di accompagnarmi con la preghiera, perché questo pellegrinaggio possa portare tutti i frutti che Dio desidera. Grazie per la vostra preghiera e per il vostro affetto!’. Papa Benedetto ha infine ricordato la Giornata Mondiale contro l’AIDS. ‘Auspico vivamente – ha affermato - che tale circostanza favorisca un’accresciuta responsabilità nella cura della malattia, insieme all’impegno di evitare ogni discriminazione nei confronti di quanti ne sono colpiti. Mentre invoco sui malati e sulle loro famiglie il conforto del Signore, incoraggio le molteplici iniziative che la Chiesa sostiene in tale campo’.

25 novembre 2006 - Il Papa: 'Educare secondo il Vangelo'

Nuovo intervento del Papa contro la secolarizzazione che sta caratterizzando l’Occidente. Ricevendo in udienza i partecipanti all’Incontro promosso dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici Benedetto XVI ha osservato come ‘di fronte ad una multiforme azione tesa a scardinare le radici cristiane della civiltà occidentale, la peculiare funzione degli strumenti di comunicazione sociale di ispirazione cattolica è quella di educare l’intelligenza e formare l’opinione pubblica secondo lo spirito del Vangelo’. Il Pontefice ha invitato gli operatori dell’informazione cattolici a continuare ‘a fare delle vostre testate una rete di collegamento che faciliti le relazioni e l’incontro tra i singoli cittadini e le istituzioni, tra le associazioni, i diversi gruppi sociali, le parrocchie e i movimenti ecclesiali’. ‘Continuate – ha concluso Papa Benedetto - ad essere giornali della gente e tra la gente, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse, così da favorire un autentico dialogo, indispensabile per la crescita della comunità civile ed ecclesiale’.

domenica 31 ottobre 2010

24 novembre 2006 - Il Papa: 'Curare l'uomo con amore'

‘La persistenza delle malattie infettive che, nonostante i benefici effetti della prevenzione posta in essere sulla base del progresso della scienza, della tecnologia medica e delle politiche sociali, continuano a mietere numerose vittime, mette in risalto i limiti inevitabili della condizione umana’. E’ quanto ha osservato Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla XXI Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Il Papa ha invitato tutti a non cedere alle difficoltà. ‘L’impegno umano – ha detto - non deve mai arrendersi nel cercare mezzi e modalità d’intervento più efficaci per combattere questi mali e per ridurre i disagi di quanti ne sono vittime’. Bisogna ‘rispondere con interventi concreti’ – ha aggiunto il Pontefice – per non ‘dimenticare i tanti malati infettivi costretti a vivere segregati, e talora segnati da uno stigma che li umilia. Tali deprecabili situazioni appaiono con maggiore gravità nella disparità delle condizioni sociali ed economiche tra il Nord e il Sud del mondo’. Tuttavia – ha concluso Papa Benedetto – ‘ogni intervento resta insufficiente, se in esso non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo’.

23 novembre 2006 - Il Papa esalta l'arte cristiana

L’arte è stata al centro del discorso rivolto dal Papa ai Dirigenti e ai Dipendenti dei Musei Vaticani. ‘L’approccio alla verità cristiana mediato attraverso l’espressione artistica o storico-culturale – ha osservato Benedetto XVI - ha una chance in più per parlare all’intelligenza e alla sensibilità di persone che non appartengono alla Chiesa cattolica e talvolta possono nutrire verso di essa pregiudizi e diffidenza’. I Musei Vaticani – ha spiegato il Pontefice sono ‘un santuario di arte e di fede’ e ‘coloro che visitano i Musei Vaticani hanno modo di immergersi in un concentrato di teologia per immagini’.

23 novembre 2006 - Il Papa riceve il Primate Anglicano

‘Nelle nostre relazioni degli ultimi quaranta anni c'è molto di cui rendere grazie’. Lo ha detto Benedetto XVI all’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, Primate della Comunione Anglicana ricevuto stamane in udienza in Vaticano. Cattolici e anglicani possono collaborare perché – ha osservato il Papa – ‘il mondo ha bisogno della nostra testimonianza e della forza che scaturisce da una proclamazione indivisa del Vangelo. Le immense sofferenze della famiglia umana e le forme di ingiustizia che colpiscono la vita di così tante persone costituiscono un appello urgente alla nostra testimonianza e al nostro servizio condivisi’.

22 novembre 2006 - Il Papa: 'I libanesi costruiscano un futuro di pace'

Ancora una Udienza Generale dedicata a San Paolo. Il Papa – riferendosi all’Apostolo – ricorda come ‘la storia ci dimostra che a Gesù si giunge normalmente passando attraverso la Chiesa’. Grazie a San Paolo – aggiunge Benedetto XVI – si capisce ‘che esiste non solo un'appartenenza della Chiesa a Cristo, ma anche una certa forma di equiparazione e di immedesimazione della Chiesa con Cristo stesso’. Pertanto – conclude il Pontefice – è ‘ nostro dovere vivere realmente in conformità con Cristo’. Prima di congedare i fedeli Papa Benedetto volge lo sguardo al Libano dove nei giorni scorsi è stato ucciso il ministro dell’Industria. ‘Nel condannare fermamente tale brutale attentato – dice il Papa - assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza spirituale alla famiglia in lutto e all'amato popolo libanese. Di fronte alle forze oscure che cercano di distruggere il Paese, invito tutti i Libanesi a non lasciarsi vincere dall'odio bensì a rinsaldare l'unità nazionale, la giustizia e la riconciliazione, e a lavorare insieme per costruire un futuro di pace. Invito infine i Responsabili dei Paesi che hanno a cuore le sorti di quella Regione a contribuire ad una soluzione globale e negoziata delle diverse situazioni di ingiustizia che la segnano da ormai troppi anni’.

20 novembre 2006 - Il Papa: 'Chiesa e Stato servono l'uomo'

Benedetto XVI ha ricevuto stamane il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, eletto al Quirinale lo scorso maggio. Nel lungo discorso pronunciato il Papa ha innanzi tutto manifestato ‘gratitudine’ ‘nei confronti di tutti gli Italiani’ che ‘mi dimostrano quasi quotidianamente, con calore ed entusiasmo, i loro sentimenti di accoglienza, di attenzione e di sostegno spirituale nell’adempimento della mia missione’. Dopo aver auspicato che la collaborazione tra Chiesa e Stato ‘possa continuare a svilupparsi concretamente’, il Pontefice ha ricordato che ‘Chiesa e Stato, pur pienamente distinti, sono entrambi chiamati, secondo la loro rispettiva missione e con i propri fini e mezzi, a servire l’uomo, che è allo stesso tempo destinatario e partecipe della missione salvifica della Chiesa e cittadino dello Stato’. Il servizio che la Chiesa rende alla società – ha proseguito Benedetto XVI – ‘consiste principalmente nel dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente, la Chiesa non è e non intende essere un agente politico, tuttavia essa ha un interesse profondo per il bene della comunità politica’. Di fronte – ha concluso Papa Benedetto – alle ‘grandi sfide attuali, rappresentate dalle guerre e dal terrorismo, dalla fame e dalla sete, dalla estrema povertà di tanti esseri umani, da alcune terribili epidemie, ma anche dalla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e dalla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio e prima responsabile dell’educazione’, i cattolici ‘non agiscono per un loro interesse peculiare o in nome di principi percepibili unicamente da chi professa un determinato credo religioso: lo fanno, invece, nel contesto e secondo le regole della convivenza democratica, per il bene di tutta la società e in nome di valori che ogni persona di retto sentire può condividere’

lunedì 25 ottobre 2010

19 novembre 2006 - Il Papa ricorda i religiosi di clausura

Prendendo spunto dalla prossima Giornata pro Orantibus, Benedetto XVI ha dedicato l’Angelus a coloro che hanno abbracciato la vita di clausura. ‘Questi nostri fratelli e sorelle – ha spiegato il Papa - testimoniano silenziosamente che in mezzo alle vicende quotidiane, talvolta assai convulse, unico sostegno che mai vacilla è Dio, roccia incrollabile di fedeltà e di amore’. Il Pontefice ha poi suggerito ai fedeli di riscoprire i monasteri che ‘si offrono come oasi nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino’. ‘Questi luoghi apparentemente inutili – ha concluso - sono invece indispensabili, come i polmoni verdi di una città: fanno bene a tutti, anche a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza’.

18 novembre 2006 - Il Papa: 'I giovani attendono Dio'

‘La ricerca della riforma può facilmente scivolare verso un attivismo esteriore se chi agisce non conduce un'autentica vita spirituale e se non verifica costantemente le motivazioni del suo agire alla luce della fede’. Così il Papa stamane ha messo in guardia i Vescovi tedeschi ricevuti in Visita ad Limina. Benedetto XVI ha poi affrontato il tema dei giovani che oggi ‘vivono in una cultura secolarizzata, orientata totalmente alle cose materiali’. Ma i ragazzi – ha osservato ancora il Pontefice – ‘attendono Dio. Le Giornate Mondiali della Gioventù ci dimostrano quale attesa e disponibilità per Dio e per il Vangelo vi sia nei giovani del nostro tempo. La nostra risposta a quest’attesa deve essere multiforme’. Ai giovani va dato tutto l’aiuto possibile perché possano ‘dirsi il sì definitivo, che non è in contrasto con la libertà, ma rappresenta la sua più grande opportunità. Nella pazienza dello stare insieme per tutta la vita l’amore raggiunge la sua vera maturità. In questo ambiente di amore per tutta la vita anche i figli imparano a vivere e ad amare. Desidero – è stato l’invito di Papa Benedetto - pertanto chiedervi di fare tutto il possibile affinché il matrimonio e la famiglia vengano formati, promossi ed incoraggiati’. In Germania la Chiesa deve confrontarsi anche con le chiese riformate perché – ha detto il Papa - il mondo attende ‘da tutti i cristiani una professione univoca di fede in Gesù Cristo. ‘L’impegno ecumenico, pertanto – ha concluso - non può esaurirsi con documenti congiunti. Diventa visibile ed efficace laddove i cristiani di diverse Chiese e comunità ecclesiali, in un contesto sociale sempre più estraneo alla religione, professano insieme e in modo convincente i valori trasmessi dalla fede cristiana e li evidenziano con forza nel loro agire politico e sociale’.

domenica 17 ottobre 2010

18 novembre 2006 - Il Papa riceve il presidente tedesco Köhler

Il Papa ha ricevuto stamane nel Palazzo Apostolico il Presidente tedesco Horst Köhler. Nel corso dell’udienza – comunica la Sala Stampa Vaticana – si è parlato di ‘temi attinenti alla situazione internazionale, con particolare riferimento al Medio Oriente. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di promuovere un rapporto di parità e uno spirito di solidarietà a livello internazionale, in special modo nei confronti del Continente africano. Infine, non è mancato il richiamo all'importanza di un impegno per l'educazione della gioventù e per il dialogo tra le religioni’.

17 novembre 2006 - Il Papa: 'Lavorare sulla via dell'ecumenismo'

‘L’attuale successore di Pietro si assume come impegno primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente dovere. L’attuale successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere la fondamentale causa dell’ecumenismo’. Benedetto XVI ha usato le stesse parole pronunciate il 24 aprile 2005, quando si insediò sulla Cattedra di Pietro, per ribadire il suo impegno ecumenico ricevendo stamane in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni il Papa non ha nascosto che ‘molto cammino resta ancora da fare’. Ma ‘ciò che comunque va innanzitutto promosso – ha concluso il Pontefice - è l’ecumenismo dell’amore, che discende direttamente dal comandamento nuovo lasciato da Gesù ai suoi discepoli’.

16 novembre 2006 - Il Papa ribadisce l'importanza del celibato sacerdotale

Importante riunione questa mattina nel Palazzo Apostolico dei Capi Dicastero della Curia Romana con Benedetto XVI. Si è parlato – afferma un comunicato della Santa Sede - delle ‘richieste di dispensa dall’obbligo del celibato presentate negli ultimi anni e della possibilità di riammissione all’esercizio del ministero di sacerdoti che al presente si trovano nelle condizioni previste dalla Chiesa’. Nel corso dei lavori ‘è stato riaffermato il valore della scelta del celibato sacerdotale secondo la tradizione cattolica ed è stata ribadita l’esigenza di una solida formazione umana e cristiana, sia per i seminaristi che per i sacerdoti già ordinati’.

15 novembre 2006 - Il Papa: 'Noi siamo figli di Dio'

Anche l’odierna Udienza Generale vede San Paolo protagonista. E, parlando dell’Apostolo, Benedetto XVI ricorda ai fedeli la natura della ‘nostra grande dignità: quella di non essere soltanto immagine, ma figli di Dio’. Siamo – spiega il Papa – ‘figli adottivi nella grande famiglia di Dio. Dio ci considera suoi figli, avendoci elevati a una dignità simile, anche se non uguale, a quella di Gesù stesso, l'unico vero Figlio in senso pieno. In lui ci viene donata, o restituita, la condizione filiale e la libertà fiduciosa in rapporto al Padre’.

13 novembre 2006 - Il Papa: 'Garantire i diritti dei rifugiati'

Pubblicato stamane il messaggio di Benedetto XVI in occasione della 93a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Nel testo il Papa chiede che venga assicurata alla ‘famiglia immigrata una reale possibilità di inserimento e di partecipazione’ senza la quale ‘è difficile prevedere un suo sviluppo armonico’. Agli immigrati – prosegue - devono essere ‘garantiti i diritti e la dignità delle famiglie e venga assicurato ad esse un alloggio consono alle loro esigenze’. Nello stesso tempo – conclude il Pontefice – ‘ai rifugiati va chiesto di coltivare un atteggiamento aperto e positivo verso la società che li accoglie, mantenendo una disponibilità attiva alle proposte di partecipazione per costruire insieme una comunità integrata, che sia "casa comune di tutti’.

12 novembre 2006 - Il Papa: 'Combattere il dramma della fame'

All’Angelus odierno Benedetto XVI ha ricordato la giornata del Ringraziamento sottolineando come in diverse parti del mondo si faccia i conti con ‘il dramma della fame’. Come far fronte a questa situazione – si è chiesto il Papa - che, pur denunciata ripetutamente, non accenna a risolversi, anzi, per certi versi si sta aggravando? Certamente occorre eliminare le cause strutturali legate al sistema di governo dell’economia mondiale, che destina le maggior parte delle risorse del pianeta a una minoranza della popolazione’. Secondo il Pontefice ‘per incidere su larga scala è necessario convertire il modello di sviluppo globale; lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed energetiche. Tuttavia, ogni persona e ogni famiglia può e deve fare qualcosa per alleviare la fame nel mondo adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con la salvaguardia del creato e con criteri di giustizia verso chi coltiva la terra in ogni Paese’.

venerdì 15 ottobre 2010

11 novembre 2006 - Il Papa: 'Fede amica della ragione'

Incontrando la "Fondazione Sacra Famiglia di Nazareth" e a’Associazione laicale "Comunità Domenico Tardini" Benedetto XVI ha avuto l’occasione di parlare del senso della fede. Essa – ha spiegato il Papa – ‘è in grado di offrire prospettive di speranza ad ogni progetto che abbia a cuore il destino dell'uomo. La fede scruta l’invisibile ed è perciò amica della ragione che si pone gli interrogativi essenziali da cui attende senso il nostro cammino quaggiù’. Rivolto ai giovani, poi, il Pontefice ha ricordato le ‘strade deserte’ su cui si cammina ogni giorno. ‘Proprio lungo esse – ha esortato - potrete affiancarvi a chi cerca il senso della vita. Preparatevi ad essere anche voi a servizio di una cultura che favorisca l’incontro di fraternità dell’uomo con l’uomo e la scoperta della salvezza che ci viene da Cristo’.

10 novembre 2006 - Il Papa: 'Secolarizzazione è sfida'

Ricevendo in Vaticano un gruppo di Vescovi tedeschi in Visita ad Limina, il tedesco Benedetto XVI ha osservato come anche ‘la Repubblica Federale di Germania condivide con tutto il mondo occidentale una cultura caratterizzata dalla secolarizzazione, in cui Dio scompare sempre più dalla coscienza pubblica’. Questa situazione – ha tuttavia precisato il Papa – va letta ‘come una sfida provvidenziale e affrontarla con coraggio. Noi cristiani non dobbiamo temere il confronto spirituale con una società che dietro la sua ostentata superiorità intellettuale nasconde la perplessità dinanzi alle domande esistenziali ultime’. Dal Pontefice anche un richiamo sul ruolo dei laici. ‘Proprio perché la testimonianza attiva dei laici è tanto importante – ha chiarito Papa Benedetto - è altrettanto importante che i profili specifici delle diverse missioni non vengano confusi’.

9 novembre 2006 - Il Papa: 'Eucarestia fonte della nostra speranza'

L’Eucaristia ‘è il tesoro più prezioso lasciatoci da Gesù’. Lo ha ricordato oggi il Papa ricevendo in Vaticano i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Questi congressi – ha sottolineato Benedetto XVI – ‘sono un incoraggiamento per la Chiesa a diffondere in ogni ambito della società ed a testimoniare, senza esitazione, l’amore di Cristo’. Il Pontefice ha poi esaltato l’importanza dell’adorazione eucaristica ricordando ad esempio ‘l’esperienza vissuta lo scorso anno con i giovani a Colonia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, e in Piazza San Pietro con i bambini della Prima Comunione accompagnati dalle famiglie e dai catechisti. Quanto bisogno ha l’odierna umanità di riscoprire nel Sacramento eucaristico la fonte della propria speranza!’.

8 novembre 2006 - Il Papa: 'I cristiani vivono sulla roccia'

E’ ancora San Paolo il protagonista dell’Udienza Generale di Benedetto XVI. Parlando dell’Apostolo delle genti ha ricordato come Egli dopo la conversione abbia vissuto ‘di Cristo e con Cristo: dando se stesso, non più cercando e costruendo se stesso. Questa è la nuova giustizia, il nuovo orientamento donatoci dal Signore, donatoci dalla fede’. La vita di ogni cristiano – ha aggiunto il Papa – ‘poggia sulla roccia più stabile e sicura che si possa immaginare. E da essa traiamo tutta la nostra energia, come scrive appunto l'Apostolo: Tutto posso in colui che mi dà la forza’.

7 novembre 2006 - Il Papa: 'Il cristianesimo non è una filosofia'

Senza etica lo sviluppo può recare ‘nuove possibilità di distruzione’. Lo ha sostenuto il Papa incontrando i Vescovi della Svizzara. ‘Se insieme con l’aiuto a favore dei Paesi in via di sviluppo – ha spiegato Benedetto XVI - insieme con l’apprendimento di tutto ciò che l'uomo è capace di fare, di tutto ciò che la sua intelligenza ha inventato e che la sua volontà rende possibile, non viene contemporaneamente anche illuminata la sua anima e non arriva la forza di Dio, si impara soprattutto a distruggere. E per questo, credo, deve nuovamente farsi forte in noi la responsabilità missionaria’. Il Pontefice è poi tornato a ribadire la natura del cristianesimo. Esso non è un’idea né una filosofia ma ‘un avvenimento che Dio ha posto in questo mondo, è una storia che Egli in modo reale ha formato e forma come storia insieme con noi’. I cristiani – ha concluso Papa Benedetto – devono ‘farsi garanti dei valori essenziali, portanti, provenienti da Dio della nostra società. In questo campo, tutti insieme – protestanti, cattolici ed ortodossi – abbiamo un grande compito’.

6 novembre 2006 - Il Papa: 'La fede non è nemica della scienza'

‘La Chiesa riconosce che l'uomo con l'aiuto della scienza e della tecnica, ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta intera la natura’. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze. La fede – ha spiegato il Papa – non è nemica del progresso scientifico né ‘presuppone un conflitto inevitabile’. Tuttavia ‘l'uomo non può riporre nella scienza e nella tecnologia una fiducia talmente radicale e incondizionata – è stato il monito del Pontefice - da credere che il progresso scientifico e tecnologico possa spiegare qualsiasi cosa e rispondere pienamente a tutti i suoi bisogni esistenziali e spirituali’. Lo scienziato inoltre, ha ricordato concludendo Papa Benedetto, ha precise ‘responsabilità etiche e le sue conclusioni devono essere guidate dal rispetto della verità e dall'onesto riconoscimento sia dell'accuratezza sia degli inevitabili limiti del metodo scientifico’.

martedì 12 ottobre 2010

5 novembre 2006 - Il Papa: 'Bisogna temere la morte dell'anima'

E’ ancora il tema della morte al centro della meditazione del Papa nell’Angelus odierno. La ‘civiltà del benessere’ – ha osservato Benedetto XVI – ‘cerca spesso di rimuovere la realtà della morte’. ‘Della morte del corpo – ha spiegato il Pontefice - non c’è da aver paura ci ricorda la fede, perché, sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. La vera morte, che invece bisogna temere, è quella dell’anima. Infatti chi muore in peccato mortale, senza pentimento, chiuso nell’orgoglioso rifiuto dell’amore di Dio, si autoesclude dal regno della vita’. Dopo aver recitato la preghiera mariana Papa Benedetto è tornato a parlare della situazione nella Striscia di Gaza. ‘Desidero esprimere – è stato l’appello del Papa - la mia vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza. Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera, perché Dio onnipotente e misericordioso illumini le Autorità israeliane e palestinesi, come pure quelle delle Nazioni che hanno una particolare responsabilità nella Regione, affinché si adoperino per far cessare lo spargimento di sangue, moltiplicare le iniziative di soccorso umanitario e favorire la ripresa immediata di un negoziato diretto, serio e concreto’.

4 novembre 2006 - Il Papa: 'Morire non è una perdita'

Il Papa ha presieduto stamane la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno. ‘Ognuno di loro – ha detto Benedetto XVI nell’omelia - è stato chiamato nella Chiesa a sentire come proprie e a cercare di mettere in pratica le parole dell’apostolo Paolo: Per me vivere è Cristo’. Cardinali e Vescovi – ha aggiunto il Pontefice – ‘attraverso tale itinerario sacramentale, il loro essere in Cristo è andato consolidandosi e approfondendosi, così che il morire non è più una perdita – dal momento che tutto avevano già evangelicamente perduto per il Signore e per il Vangelo – ma un guadagno: quello di incontrare finalmente Gesù, e con Lui la pienezza della vita’.

3 novembre 2006 - Il Papa: 'Confrontarsi con la cultura secolare'

Benedetto XVI ha visitato oggi la Pontificia Università Gregoriana. A docenti e studenti il Papa ha ricordato come in questi tempo si debba tenere conto del ‘confronto con la cultura secolare, che in molte parti del mondo tende sempre più non solo a negare ogni segno della presenza di Dio nella vita della società e del singolo, ma con vari mezzi, che disorientano e offuscano la retta coscienza dell’uomo, cerca di corrodere la sua capacità di mettersi in ascolto di Dio’. Secondo il Pontefice inoltre è necessario anche il ‘rapporto con le altre religioni, che si rivela costruttivo solo se evita ogni ambiguità che in qualche modo indebolisca il contenuto essenziale della fede cristiana in Cristo unico Salvatore di tutti gli uomini e nella Chiesa sacramento necessario di salvezza per tutta l’umanità’.

mercoledì 15 settembre 2010

1 novembre 2006 - Il Papa: 'La vita eterna è immersa nell'amore di Dio'

La Solennità di tutti i Santi si unisce alla Commemorazione dei Defunti. E il Papa – nel corso dell’Angelus – ha parlato dell’enigma della morte dinanzi al quale ‘sono vivi in molti il desiderio e la speranza di ritrovare nell’aldilà i propri cari. Come pure è forte la convinzione di un giudizio finale che ristabilisca la giustizia, l’attesa di un definitivo confronto in cui a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto’. Attraverso la morte – ha aggiunto Benedetto XVI – si passa alla vita eterna che per i cristiani ‘non indica però solo una vita che dura per sempre, bensì una nuova qualità di esistenza, pienamente immersa nell’amore di Dio, che libera dal male e dalla morte e ci pone in comunione senza fine con tutti i fratelli e le sorelle che partecipano dello stesso Amore’.

1 novembre 2006 - Il Papa: 'La santità passa per la via della Croce'

Presiedendo la Cappella Papale in occasione della Solennità di Tutti i Santi, il Pontefice ha avuto occasione di parlare – ovviamente – della santità rilevando come ‘nei santi la Chiesa riconosce i suoi tratti caratteristici, e proprio in loro assapora la sua gioia più profonda. Li accomuna tutti la volontà di incarnare nella loro esistenza il Vangelo, sotto l’impulso dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo’. Tuttavia – ha aggiunto – ‘alla Chiesa non mancano certo figli riottosi e addirittura ribelli’. Benedetto XVI ha poi specificato cosa significhi essere santi. Vuol dire ‘vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione’. Tutti i santi – ha concluso Papa Benedetto – ‘pur seguendo tracciati differenti, sono passati sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso’.

31 ottobre 2006 - Il Papa nomina il card. Hummes Prefetto del Clero

Il Papa ha proceduto oggi a due importanti nomine nella Curia Romana. Accettando le dimissioni per raggiunti limiti d’età del Cardinale Darío Castrillón Hoyos dall’incarico di Prefetto della Congregazione per il Clero, Benedetto XVI ha chiamato a succedergli il Cardinale brasiliano Claudio Hummes, Arcivescovo di San Paolo. Contemporaneamente mons. Angelo Comastri succede al dimissionario Cardinale Francesco Marchisano negli incarichi di Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.

30 ottobre 2006 - Il Papa: 'Intensificare lo sforzo ecumenico'

Benedetto XVI, ricevendo in udienza i Vescovi della Conferenza Episcopale Greca in Visita ad Limina, è tornato a parlare di ecumenismo. ‘Grande è in tutti – ha spiegato il Papa - il desiderio di partecipare insieme all’unico altare sul quale si offre sotto i veli del Sacramento l’unico Sacrificio di Cristo! Vogliamo intensificare la preghiera perché si affretti il giorno benedetto in cui ci sarà dato di spezzare insieme il Pane e di bere insieme allo stesso Calice in cui è posto il prezzo della nostra salvezza’. L’auspicio del Pontefice è quello di una apertura di ‘maggiori prospettive di un dialogo costruttivo tra la Chiesa Ortodossa di Grecia e la Chiesa cattolica e si moltiplichino le iniziative comuni di ordine spirituale, culturale e pratico’. Ricordando poi le difficoltà per ottenere uno status giuridico dal governo di Atene, Papa Benedetto ha ribadito che ‘la Chiesa Cattolica non cerca alcun privilegio, ma chiede soltanto di veder riconosciuta la propria identità e missione, così da poter efficacemente recare il proprio contributo al benessere integrale del nobile Popolo greco, di cui voi siete parte integrante’.

29 ottobre 2006 - Il Papa: 'Riscoprire il valore del Battesimo'

‘La fede è un cammino di illuminazione: parte dall’umiltà di riconoscersi bisognosi di salvezza e giunge all’incontro personale con Cristo, che chiama a seguirlo sulla via dell’amore’. Così Benedetto XVI ha sintetizzato stamane all’Angelus il senso della fede cristiana. Una fede impostata – ha proseguito – sui ‘sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia’. Riscoprire il Battesimo – ha aggiunto il Papa – ‘è alla base dell’impegno missionario di ogni cristiano, perché vediamo nel Vangelo che chi si lascia affascinare da Cristo non può fare a meno di testimoniare la gioia di seguire le sue orme’. Dopo la preghiera mariana il Pontefice ha rivolto un appello in favore delle tante persone sequestrate in tutto il mondo. Il pensiero di Papa Benedetto si è rivolto in particolare al sardo Giovanni Battista Pinna.

martedì 14 settembre 2010

28 ottobre 2006 - Pedofilia, il Papa: 'Crimini abnormi'

Il cattolicesimo non è ‘una serie di proibizioni’. E’ il concetto ribadito oggi dal Papa ai Vescovi irlandesi ricevuti in Vaticano in occasione della Visita ad Limina. Con i presuli dell’isola Benedetto XVI ha affrontato il tragico caso degli abusi sessuali su minori compiuti da sacerdoti. ‘Le ferite causate da simili atti sono profonde – ha ammesso il Papa - ed è urgente il compito di ristabilire la confidenza e la fiducia quando queste sono state lese’. Il Pontefice ha chiesto ai Vescovi irlandesi di ‘stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi’. Nello stesso tempo il Pontefice ha voluto elogiare ‘l'ottimo lavoro e il generoso impegno della grande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in Irlanda’ che non deve ‘essere oscurato dalle trasgressioni di alcuni loro fratelli’.

27 ottobre 2006 - Il Papa: 'Proseguire il dialogo tra i cristiani'

‘Ogni passo verso l'unità cristiana serve a proclamare il Vangelo, ed è reso possibile dalla grazia di nostro Signore Gesù Cristo, che ha pregato affinché i suoi discepoli fossero una cosa sola perché il mondo creda’. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla Riunione delle "Christian World Communions". Di fronte al mondo contemporaneo – ha osservato il Papa – è necessaria una nuova evangelizzazione ma perché questa sia efficace occorre unità perché i cristiani ‘tragicamente divisi e non sempre possono dare una testimonianza comune coerente. Questa è un'enorme responsabilità per tutti noi’. Di fronte alle difficoltà del dialogo – ha concluso il Pontefice – ‘’non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo finale: la piena e visibile comunione in Cristo e nella Chiesa. Possiamo sentirci scoraggiati quando i progressi sono lenti, ma la posta in gioco è troppo alta per tornare indietro. Al contrario, vi sono buone ragioni per andare avanti’.

26 ottobre 2006 - Il Papa: 'La Parola di Dio produce frutto'

Ricevendo in udienza i partecipanti al V Convegno Internazionale degli Ordinariati Militari, il Papa ha potuto ribadire come anche il mondo militare sia un terreno da evangelizzare. ‘La Chiesa è per sua natura missionaria – ha osservato Benedetto XVI - e il suo primo compito è l’evangelizzazione, che mira ad annunciare e testimoniare Cristo e a promuovere in ogni ambiente e cultura il suo Vangelo di pace e amore. Anche nel mondo militare la Chiesa è chiamata ad essere sale, luce e lievito’. Anche in questo contesto – ha concluso il Pontefice – ‘la Chiesa continuerà ad offrire il proprio servizio alla formazione delle coscienze, certa che la Parola di Dio, generosamente seminata e coraggiosamente accompagnata dal servizio della carità e della verità, produce frutto a suo tempo’.

25 ottobre 2006 - Il Papa: 'L'annuncio del Vangelo è valore universale'

Dopo aver presentato nelle settimane passate i Dodici, è la volta oggi di San Paolo - l'Apostolo delle genti. Dal momento della sua conversione Saulo - ha osservato il Papa nel corso dell'Udienza Generale - ha posto 'al centro della propria vita Gesù Cristo' così anche la 'nostra identità sia contrassegnata essenzialmente dall’incontro, dalla comunione con Cristo e con la sua Parola. Alla sua luce ogni altro valore viene recuperato e insieme purificato da eventuali scorie'. San Paolo - ha proseguito Benedetto XVI - 'dedicò se stesso a rendere noto questo Vangelo, letteralmente «buona notizia», cioè annuncio di grazia destinato a riconciliare l'uomo con Dio, con se stesso e con gli altri'. Paolo capì immediatamente che l'annuncio del Vangelo - ha infine ricordato il Pontefice - 'è una realtà che non concerneva solo i giudei o un certo gruppo di uomini, ma che aveva un valore universale e concerneva tutti, perché Dio è il Dio di tutti'.

lunedì 13 settembre 2010

23 ottobre 2006 - Il Papa: 'Non dimenticare Giovanni Paolo II'

Incontrando i membri della Fondazione Giovanni Paolo II, Benedetto XVI è tornato – ancora una volta – ha ribadire la grandezza del suo predecessore ‘filosofo e teologo, grande pastore della Chiesa’. Papa Wojtyla – ha sottolineato il Pontefice – ‘ha lasciato una ricchezza di scritti e di gesti che esprimono il suo desiderio di diffondere il Vangelo di Cristo nel mondo, adoperando i metodi indicati dal Concilio Vaticano II e di tracciare le linee di sviluppo della vita della Chiesa nel nuovo millennio’. Nessuno – ha concluso Papa Benedetto – dimentichi ‘questi doni preziosi’.

23 ottobre 2006 - Il Papa: 'Coltivare l'amicizia con Cristo'

Benedetto XVI ha incontrato gli Studenti dei Pontifici Atenei Romani in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico. A loro ha ricordato che ‘chi vuole essere amico di Gesù e diventare suo autentico discepolo non può non coltivare un’intima amicizia con Lui nella meditazione e nella preghiera’. E’ necessario – ha aggiunto il Pontefice – prepararsi bene durante gli anni di formazione per poter proporre domani un apostolato ‘ricco e fruttuoso’. ‘Alimentate – ha concluso Papa Benedetto - il vostro personale rapporto con Cristo, tendendo alla santità ed avendo come unico scopo della vostra esistenza la realizzazione del Regno di Dio’.

domenica 12 settembre 2010

22 ottobre 2006 - Il Papa denuncia lo strazio dell'Iraq

‘La missione è un cantiere nel quale c’è posto per tutti: per chi si impegna a realizzare nella propria famiglia il Regno di Dio; per chi vive con spirito cristiano il lavoro professionale; per chi si consacra totalmente al Signore; per chi segue Gesù Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo di Dio; per chi, in modo specifico, parte per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono’. Lo ha detto il Papa stamane recitando l’Angelus in occasione della ottantesima Giornata Missionaria Mondiale. Al termine della preghiera Benedetto XVI ha rivolto i suoi auguri ai musulmani per la fine del mese di Ramadan. Poi, però, il pensiero di Papa Benedetto si è spostato sull’Iraq dove permane una ‘gravissima situazione di insicurezza’ per le ‘efferate violenze a cui sono esposti moltissimi innocenti solo perché sciiti, sunniti o cristiani’. E, specialmente verso i cristiani iracheni, il Papa ha assicurato la sua vicinanza. Ai fedeli l’invito alla preghiera affinchè Dio ‘doni la fede e il coraggio necessari ai responsabili religiosi e ai leaders politici, locali e del mondo intero, per sostenere quel popolo sulla strada della ricostruzione della Patria, nella ricerca di equilibri condivisi, nel rispetto reciproco, nella consapevolezza che la molteplicità delle sue componenti è parte integrante della sua ricchezza’.

21 ottobre 2006 - Il Papa: 'Dio non è una parola astratta'

Benedetto XVI torna nel ‘suo mondo’ visitando la Pontificia Università Lateranense. Qui il Papa mette in guardia studenti e docenti. Il nostro tempo – sostiene – ‘sembra dare il primato a un’intelligenza artificiale che diventa sempre più succube della tecnica sperimentale e dimentica in questo modo che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare l’uomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico’. Tutto ciò – spiega Papa Benedetto – ‘non aiuta a ricomporre l’equilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento e una valida finalità’. E’ necessario – l’auspicio del Pontefice – ricordare che ‘Dio non è una parola vuota né un’ipotesi astratta; al contrario, è il fondamento su cui costruire la propria vita. Il credente sa che questo Dio ha un volto e che, una volta per sempre, con Gesù Cristo si è fatto vicino ad ogni uomo’.

19 ottobre 2006 - Il Papa: 'Il mondo cambia, il Vangelo no'

Benedetto XVI ha concluso il 4° Convegno Nazionale della Chiesa Italiana a Verona celebrando la Messa nello stadio Bentegodi. Nell’omelia il Papa si è chiesto ed ha chiesto cosa ne sia della nostra fede. Ogni cristiano – è stata la risposta – attraverso ‘un vasto e capillare sforzo si trasformi in testimone capace e pronto ad assumere l’impegno di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima. Per questo occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione, ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento decisivo del mondo’. Il mondo cambia – ha osservato ancora il Papa – ma ‘il Vangelo non muta. La Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la nostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l’annuncio della conversione e del perdono dei peccati, ma date voi per primi testimonianza di una vita convertita e perdonata’.

19 ottobre 2006 - La Chiesa e l'Italia, il Papa fa il punto

Benedetto XVI ha visitato oggi Verona in occasione del 4° Convegno Nazionale della Chiesa Italiana. Il Papa, nel suo lungo ed articolato discorso, ha sottolineato come questa assise rappresenti ‘una nuova tappa del cammino di attuazione del Vaticano II, un cammino proteso all’evangelizzazione, per mantenere viva e salda la fede nel popolo italiano; una tenace testimonianza, dunque, di amore per l’Italia e di operosa sollecitudine per il bene dei suoi figli’. Ma il Pontefice ha subito messo in guardia dalla ‘nuova ondata di illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare’. In tal modo – ha sostenuto Papa Benedetto – ‘Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo, anzi estraneo’. Nonostante ciò in Italia – ha rilevato ancora Benedetto XVI – la Chiesa è ‘molto viva’ e ‘conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche alle famiglie’. Perché il messaggio cristiano sia accolto con efficacia è necessaria una educazione capace di ‘risvegliare il coraggio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà, ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita’. I no pronunciati dalla Chiesa – ha ancora spiegato il Papa - sono rivolti ’a forme deboli e deviate di amore e alle contraffazioni della libertà, come anche alla riduzione della ragione soltanto a ciò che è calcolabile e manipolabile. In verità, questi no sono piuttosto dei sì all’amore autentico’. Il rapporto tra la Chiesa e l’Italia passa anche attraverso la politica. E il Pontefice non si tira indietro al confronto specificando che essa non è ‘un agente politico’. La Chiesa invita piuttosto i ‘cristiani laici italiani a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo’. In politica tuttavia – ha concluso Benedetto XVI – ‘occorre anche fronteggiare il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale’.

18 ottobre 2006 - Il Papa: 'Anche nella Chiesa cristiani indegni'

Le figure del discepolo traditore Giuda Iscariota e il suo 'sostituto' l'apostolo San Mattia sono protagoniste dell'odierna Udienza Generale di Benedetto XVI. Gesù ha trattato i Dodici, compreso Giuda, da amici - ha spiegato il Papa - ma 'nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana'. 'Le possibilità di perversione del cuore umano - ha aggiunto il Pontefice - sono davvero molte. L'unico modo di ovviare ad esse consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto
individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista'. Guardando a Giuda il Papa ha ammesso che 'anche nella Chiesa non mancano cristiani indegni e traditori', pertanto - ha concluso - 'spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Cristo'.

sabato 11 settembre 2010

15 ottobre 2006 - Il Papa canonizza quattro beati

Benedetto XVI ha presieduto stamane la Cappella Papale per la canonizzazione dei Beati Rafael Guízar y Valencia, Filippo Smaldone, Rosa Venerini e Théodore Guérin. Riferendosi alla vita dei nuovi santi il Papa ha ricordato che ‘se l’uomo ripone la sua sicurezza nelle ricchezze di questo mondo non raggiunge il senso pieno della vita e la vera gioia’. ‘Se invece – ha spiegato - fidandosi della parola di Dio, rinuncia a se stesso e ai suoi beni per il Regno dei cieli, apparentemente perde molto, in realtà guadagna tutto’. La ricchezza – ha proseguito il Pontefice - non è cosa cattiva ma è necessario che venga investita ‘per il Regno dei cieli, spesa cioè per venire in aiuto di chi è nella povertà’. I nuovi santi – è l’auspicio di Papa Benedetto siano d’esempio ai giovani ‘perché si lascino conquistare da Cristo, dal suo sguardo pieno d’amore’.

14 ottobre 2006 - Il Papa: 'La Chiesa è al servizio dei sofferenti'

Ricevendo in udienza i partecipanti al Pellegrinaggio delle Opere di San Pio da Pietrelcina e della Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Benedetto XVI ha l’occasione per ribadire l’impegno della Chiesa in favore di malati e sofferenti. ‘Fede e ricerca scientifica – ha spiegato il Papa - cooperano al medesimo fine, che si può esprimere nel modo migliore con le parole di Gesù stesso: perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’. Imparando da Cristo – ha aggiunto il Pontefice – ‘la Chiesa, grazie ai carismi di tanti santi e sante, ha prolungato e diffuso nel corso dei secoli questo ministero profetico di Cristo, mediante innumerevoli iniziative nel campo della sanità e del servizio ai sofferenti’.

venerdì 10 settembre 2010

14 ottobre 2006 - Il Papa: 'I vescovi vivano di amore autentico'

L’incontro con i Vescovi dello Zambia, ricevuti in occasione della Visita ad Limina, è occasione per il Papa di invitare i Pastori a mostrare ai fedeli ‘il bel volto di Cristo vivendo una vita di amore autentico’. Seguendo Cristo – ha aggiunto Benedetto XVI – siate compassionevoli verso ‘i poveri, i rifugiati, i malati e tutti coloro che soffrono’. ‘Al contempo nel vostro insegnamento – ha concluso il Pontefice - continuate a proclamare la necessità dell'onestà, dell'affetto familiare, della disciplina e della fedeltà, che hanno un impatto decisivo sulla salute e la stabilità della società’.

13 ottobre 2006 - Il Papa incontra Romano Prodi

Stamane Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Romano Prodi. Nel corso dell'udienza, fa sapere la Sala Stampa Vaticana, 'sono stati passati in rassegna temi attinenti alle relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, con particolare riferimento agli ambiti della bioetica, della difesa e promozione della vita e della famiglia, della solidarietà, del dialogo tra le religioni e le culture e dell’educazione della gioventù. Non è mancato, infine, un esame dei temi di politica internazionale, soprattutto in relazione alla situazione in Medio Oriente e all’impegno italiano in Libano, come pure all’importanza dei valori cristiani nel processo di integrazione europea'.
'È stata ribadita - conclude il comunicato vaticano - la volontà di una stretta collaborazione tra le Parti, per il progresso della Nazione italiana e per il bene della comunità internazionale'.

giovedì 9 settembre 2010

12 ottobre 2006 - Il Papa riceve il primo ministro polacco

Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano il primo ministro polacco Jaroslaw Kaczinsky. Nel corso dell'udienza - fa sapere una nota della Sala Stampa della Santa Sede - 'vi è stato uno scambio di opinioni sulla situazione internazionale, con particolare riguardo al processo di integrazione europea e alle tematiche relative alle radici cristiane del Continente'. 'In tale occasione - si legge ancora nel comunicato vaticano - vi è stato anche un riferimento ai problemi morali e religiosi che oggi toccano la vita degli Stati, specialmente quelli relativi alla bioetica, alla difesa e promozione della vita e della famiglia, alla solidarietà, alla libertà religiosa e al dialogo tra le culture'.

12 ottobre 2006 - Il Papa: 'La Chiesa condanna l'antisemitismo'

L’udienza concessa ai rappresentanti della Anti-Defamation League è occasione propizia per il Papa di rilanciare l’impegno alla compresione reciproca tra ebrei e cattolici. ‘Dobbiamo conoscerci meglio – ha spiegato Benedetto XVI - e rafforzati da questa scoperta reciproca, instaurare rapporti non solo di tolleranza, ma anche di autentico rispetto. Infatti, ebrei, cristiani e musulmani hanno molte convinzioni comuni ed esistono numerose aree di impegno umanitario e sociale nelle quali possiamo e dobbiamo cooperare’. La Chiesa, ha aggiunto il Pontefice, ha come suo faro – nel rapporto con il popolo ebraico – la Dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate che ‘ci ricorda che le radici ebraiche del cristianesimo ci obbligano a superare i conflitti del passato e a creare nuovi vincoli di amicizia e di collaborazione. Afferma in particolare che la Chiesa deplora tutte le forme di odio o persecuzione contro gli Ebrei e ogni manifestazione di antisemitismo in qualsiasi tempo e da qualsiasi fonte essa provenga’.

11 ottobre 2006 - Il Papa: 'Dialogare senza perdere l'identità cristiana'

I discepoli di Cristo erano uno diverso dall’altro eppure tutti ‘coesistevano insieme, superando le immaginabili difficoltà: era Gesù stesso, infatti, il motivo di coesione, nel quale tutti si ritrovavano uniti. Questo costituisce chiaramente una lezione per noi, spesso inclini a sottolineare le differenze e magari le contrapposizioni, dimenticando che in Gesù Cristo ci è data la forza per comporre le nostre conflittualità’. Lo ha detto il Papa questa mattina nel corso della consueta Udienza Generale del mercoledì dedicata agli Apostoli Simone il Cananeo e Giuda Taddeo. Riferendosi all’oggi Benedetto XVI ha poi sottolineato come ‘in mezzo a tutte le tentazioni che ci sono, con tutte le correnti della vita moderna, dobbiamo conservare l’identità della nostra fede’. ‘Certo – ha concluso - la via dell'indulgenza e del dialogo, che il Concilio Vaticano II ha felicemente intrapreso, va sicuramente proseguita con ferma costanza. Ma questa via del dialogo, così necessaria, non deve far dimenticare il dovere di ripensare e di evidenziare sempre con altrettanta forza le linee maestre e irrinunciabili della nostra identità cristiana’.

martedì 31 agosto 2010

9 ottobre 2006 - Il Papa: 'Giovanni Paolo I maestro di verità'

Dopo aver assistito alla proiezione in anteprima del film "Papa Luciani: il sorriso di Dio" Benedetto XVI ha rievocato la figura del suo predecessore. Giovanni Paolo I - ha detto il suo successore - fu un Papa 'dolce e mite', 'un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso'. Papa Luciani - ha concluso Benedetto XVI - fu inoltre 'maestro di verità e catecheta appassionato, a tutti i credenti ricordava, con l'affascinante semplicità che gli era solita, l'impegno e la gioia dell'evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell'amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un'umanità più fraterna'.

9 ottobre 2006 - Il Papa: 'Non dimenticare il perdono'

'Laddove Dio viene escluso dalla sfera pubblica, il senso di offesa a Dio - l'autentico senso del peccato - svanisce e proprio quando il valore assoluto delle norme morali viene relativizzato, le categorie di bene o di male svaniscono insieme alla responsabilità individuale'. Lo ha detto il Papa ricevendo quest'oggi i Vescovi della Conferenza Episcopale del Canada Occidentale, in Visita ad Limina. Secondo Benedetto XVI è necessario non dimenticare 'la necessità di cercare il perdono e la disponibilità a perdonare' poichè 'al loro posto sorge una inquietante cultura del biasimo e della litigiosità'.

lunedì 30 agosto 2010

8 ottobre 2006 - Il Papa: 'La famiglia dica no al relativismo'

Il matrimonio e la famiglia sono i temi al centro dell’Angelus odierno recitato da Benedetto XVI in piazza San Pietro. Il Papa ha auspicato che ‘i coniugi cristiani possano costruire una famiglia aperta alla vita e capace di affrontare unita le molte e complesse sfide di questo nostro tempo. C’è oggi particolarmente bisogno della loro testimonianza’. ‘C’è bisogno di famiglie – ha aggiunto - che non si lascino travolgere da moderne correnti culturali ispirate all’edonismo e al relativismo, e siano pronte piuttosto a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società’.