mercoledì 30 giugno 2010

27 maggio 2006 - Il Papa: 'Giovani, costruite sulla roccia!'

L'invito a costruire sulla roccia è il punto centrale del discorso che il Papa ha rivolto ai giovani radunatisi nel Parco di Blonie, a Cracovia. 'Cristo - ha osservato Benedetto XVI - comprende non solo l’aspirazione dell’uomo ad una casa duratura, ma è pienamente consapevole anche di tutto ciò che può ridurre in rovina la felicità dell’uomo. Non vi meravigliate dunque delle contrarietà, qualunque esse siano! Non vi scoraggiate a motivo di esse! Un edificio costruito sulla roccia non equivale ad una costruzione sottratta al gioco delle forze naturali, iscritte nel mistero dell’uomo. Aver costruito sulla roccia significa poter contare sulla consapevolezza che nei momenti difficili c’è una forza sicura su cui fare affidamento'. Fidatevi - ha aggiunto il Papa - della Chiesa e di colui che ne è stato posto al vertice. 'Non abbiate paura a costruire la vostra vita nella Chiesa e con la Chiesa! Siate fieri - ha osservato - dell’amore per Pietro e per la Chiesa a lui affidata. Non vi lasciate illudere da coloro che vogliono contrapporre Cristo alla Chiesa! C’è un’unica roccia sulla quale vale la pena di costruire la casa. Questa roccia è Cristo. C’è solo una pietra su cui vale la pena di poggiare tutto. Questa pietra è colui a cui Cristo ha detto: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa'. Infine un appello. 'Cari giovani amici - ha concluso il Pontefice - la paura dell’insuccesso può a volte frenare perfino i sogni più belli. Può paralizzare la volontà e rendere incapaci di credere che possa esistere una casa costruita sulla roccia. Può persuadere che la nostalgia della casa è soltanto un desiderio giovanile e non un progetto per la vita. Insieme a Gesù dite a questa paura: Non può cadere una casa fondata sulla roccia'.

giovedì 24 giugno 2010

27 maggio 2006 - Il Papa: 'Spero presto Giovanni Paolo II santo'

La visita a Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II, è uno dei momenti più significativi del viaggio apostolico in Polonia di Benedetto XVI. 'La parola d’ordine del presente pellegrinaggio: Rimanete saldi nella fede - ha detto il Pontefice ai concittadini di Papa Wojtyla - trova qui la sua concreta dimensione che si potrebbe esprimere con l’esortazione: Rimanete saldi nell’osservanza delle promesse battesimali. Testimone di una tale fedeltà – che in questo luogo parla in modo tutto speciale - è il Servo di Dio Giovanni Paolo II'. 'Voglio rendere grazie a Dio - ha aggiunto Papa Benedetto - per il pontificato di Giovanni Paolo II e come lui chiedere alla Madonna di prendersi cura della Chiesa della quale dalla volontà di Dio mi viene affidata la guida'. Da Wadowice Benedetto XVI si è trasferito prima al Santuario di Kalwaria e poi a quello della Divina Misericordia. 'Spero - ha ammesso il Pontefice - che la Provvidenza conceda presto la Beatificazione e la Canonizzazione del nostro amato Papa Giovanni Paolo II'.

venerdì 18 giugno 2010

26 maggio 2006 - Polonia, il Papa: 'Attraverso la fede tocchiamo Dio'

Tappa al Santuario di Jasna Góra di Częstochowa per Benedetto XVI che ha incontrato religiosi e seminaristi. 'Dio si nasconde nel mistero - ha spiegato il Papa - pretendere di comprenderLo significherebbe volerlo circoscrivere nei nostri concetti e nel nostro sapere e così irrimediabilmente perderlo. Mediante la fede, invece, possiamo aprirci un varco attraverso i concetti, perfino quelli teologici, e possiamo toccare il Dio vivente. E Dio, una volta toccato, ci trasmette immediatamente la sua forza'. 'La fede - ha proseguito il Pontefice - ha un posto non soltanto negli stati d’animo e nelle esperienze religiose, ma prima di tutto nel pensiero e nell’azione, nel lavoro quotidiano, nella lotta contro se stessi, nella vita comunitaria e nell’apostolato, poiché essa fa sì che la nostra vita sia pervasa dalla potenza di Dio stesso. La fede può sempre riportarci a Dio, anche quando il nostro peccato ci fa del male'.

26 maggio 2006 - Polonia, dal Papa nuovo no al relativismo

Messa solenne stamane in Piazza Pilsudski a Varsavia per Benedetto XVI. All'inizio dell'omelia il Papa ha ricordato Giovanni Paolo II e il Cardinale Stephan Wyszyński, già Arcivescovo di Varsavia e Primate di Polonia. Parlando ai fedeli Papa Benedetto ha lanciato un nuovo monito contro il relativismo. 'Si cerca di creare l’impressione - ha spiegato il Pontefice - che tutto sia relativo: anche le verità della fede dipenderebbero dalla situazione storica e dalla valutazione umana. Però la Chiesa non può far tacere lo Spirito di Verità. I successori degli Apostoli, insieme con il Papa, sono responsabili per la verità del Vangelo, ed anche tutti i cristiani sono chiamati a condividere questa responsabilità accettandone le indicazioni autorevoli'. Ai polacchi, di conseguenza, Benedetto XVI ha lanciato un vero e proprio appello. 'Rimanete forti nella fede - ha detto - tramandatela ai vostri figli, testimoniate la grazia, che avete sperimentato in modo così abbondante attraverso lo Spirito Santo nella vostra storia'.

25 maggio 2006 - Il Papa è in Polonia

'Il percorso del mio cammino in questo viaggio in Polonia è segnato dalle tracce della vita e del servizio pastorale di Karol Wojtyla e dall’itinerario che ha percorso da Papa pellegrino nella propria patria'. Lo ha detto Benedetto XVI nel suo discorso all'aeroporto di Varsavia, in Polonia, meta del suo secondo viaggio apostolico internazionale. Tra le tappe che saranno toccate dal Papa anche il campo di sterminio nazista di Auschwitz. 'Lì - ha detto il Pontefice - spero di incontrare soprattutto i superstiti delle vittime del terrore nazista, provenienti da diverse nazioni, che hanno sofferto la tragica oppressione. Pregheremo tutti insieme affinché le piaghe del secolo scorso guariscano sotto la medicazione che il buon Dio ci indica chiamandoci al perdono reciproco, e ci offre nel mistero della sua misericordia'. Il primo appuntamento pubblico di questo viaggio apostolico si è svolto nella cattedrale di san Giovanni dove Benedetto XVI ha incontrato il clero polacco. 'La Chiesa in Polonia - ha detto il Papa - si trova dinanzi ad una grande sfida pastorale: quella di prendersi cura dei fedeli che hanno lasciato il Paese. La piaga della disoccupazione costringe numerose persone a partire verso l’estero. È un fenomeno diffuso su vasta scala. Quando le famiglie vengono in tal modo divise, quando si infrangono i legami sociali, la Chiesa non può rimanere indifferente'. 'Il dono di numerose vocazioni, con cui Dio ha benedetto la vostra Chiesa - ha concluso Papa Benedetto - deve essere accolto in prospettiva veramente cattolica. Sacerdoti polacchi, non abbiate paura di lasciare il vostro mondo sicuro e conosciuto, per servire là dove mancano i sacerdoti e dove la vostra generosità può portare un frutto copioso'. Successivamente il Papa ha incontrato i rappresentanti della comunità luterana ai quali ha ribadito di 'considerare una priorità del mio ministero la restituzione della piena e visibile unità tra i cristiani'.

giovedì 17 giugno 2010

24 maggio 2006 - Il Papa: 'Gesù si adatta alla nostra debolezza'

Anche l'odierna Udienza Generale - come la precedente - è dedicata da Benedetto XVI alla figura dell'Apostolo Pietro. Parlando del primo Vescovo di Roma, il Papa ricorda come 'la scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno'. 'Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta - aggiunge il Pontefice - conosce l’amarezza e l’umiliazione del rinnegamento: lo spavaldo apprende a sue spese l’umiltà. Anche Pietro deve imparare a essere debole e bisognoso di perdono. Quando finalmente gli cade la maschera e capisce la verità del suo cuore debole di peccatore credente, scoppia in un liberatorio pianto di pentimento'. 'Pietro - conclude Papa Benedetto - è giunto ad affidarsi a quel Gesù che si è adattato alla sua povera capacità d’amore. E mostra così anche a noi la via, nonostante tutta la nostra debolezza. Sappiamo che Gesù si adegua a questa nostra debolezza. Noi lo seguiamo, con la nostra povera capacità di amore e sappiamo che Gesù è buono e ci accetta'.

22 maggio 2006 - Il Papa ai religiosi: 'No al secolarismo'

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza i Superiori e le Superiore Generali degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica. Il Papa non ha nascosto la sua preoccupazione per certi stili di vita assunti da alcuni religiosi. 'La cultura secolarizzata - ha osservato il Pontefice - è penetrata nella mente e nel cuore di non pochi consacrati, che la intendono come una forma di accesso alla modernità e una modalità di approccio al mondo contemporaneo. La vita consacrata conosce oggi l’insidia della mediocrità, dell'imborghesimento e della mentalità consumistica'. Per arginare questa deriva - ha suggerito Papa Benedetto - ' c'è bisogno di scelte coraggiose, a livello personale e comunitario, che imprimano una nuova disciplina alla vita delle persone consacrate e le portino a riscoprire la dimensione totalizzante della sequela Christi'. Infine Benedetto XVI ha ricordato a consacrati e consacrate l'essenza della loro missione 'chiamati ad essere nel mondo segno credibile e luminoso del Vangelo e dei suoi paradossi, senza conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma trasformandosi e rinnovando continuamente il proprio impegno, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto'.

domenica 13 giugno 2010

21 maggio 2006 - Dal Papa un appello per il Darfur

Mezzi di comunicazione sociale, fame nel mondo e malati in fase terminale. Sono i temi affrontati dal Papa, questa mattina, alla recita del Regina Coeli. 'La Chiesa - ha affermato Benedetto XVI - guarda con attenzione ai media, perché rappresentano un veicolo importante per diffondere il Vangelo e per favorire la solidarietà tra i popoli, attirandone l’attenzione sui grandi problemi che ancora li segnano profondamente'. Proprio in questa ottica il Papa ha voluto fare riferimento al flagello della fame nel mondo. 'Auspico vivamente che grazie al contributo di tutti - ha detto - possa superarsi la piaga della fame che ancora affligge l’umanità, mettendo a serio rischio la speranza di vita di milioni di persone. Penso, in primo luogo, all’urgente e drammatica situazione del Darfur, nel Sudan, dove persistono forti difficoltà nel soddisfare perfino i primari bisogni alimentari della popolazione'. Infine, ricordando la celebrazione della Giornata del Sollievo, il Pontefice ha assicurato 'un particolare ricordo nella preghiera per i malati in fase terminale e per quanti li aiutano a vivere la sofferenza in modo umano'.

20 maggio 2006 - Il Papa nomina il card. Sepe Arcivescovo di Napoli

Il Cardinale Crescenzio Sepe è il nuovo Arcivescovo di Napoli. Lo ha nominato stamane Benedetto XVI, in sostituzione del Cardinale Michele Giordano che lascia l'Arcidiocesi per raggiunti limiti d'età. Attualmente Sepe ricopriva il prestigioso incarico di Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. La guida del Dicastero è stata assegnata dal Papa al Cardinale indiano Ivan Dias, finora Arcivescovo di Bombay.

20 maggio 2006 - Il Papa: 'La Chiesa proclama il diritto alla vita'

'La Chiesa proclama senza riserve il diritto primordiale alla vita, dal concepimento alla morte naturale'. Lo ha ribadito questa mattina Benedetto XVI a Francisco Vázquez Vázquez, Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Il Pontefice ha poi difeso il valore della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna. Una istituzione - ha detto - che non può essere 'soppiantata o offuscata da altre forme o istituzioni diverse'. 'La Chiesa - ha aggiunto il Papa – insiste inoltre sul diritto inalienabile delle persone a professare senza alcun ostacolo, tanto pubblicamente che privatamente, la propria fede religiosa'.

19 maggio 2006 - Il Papa: 'Necessarie istituzioni credibili'

Ricevendo in udienza i membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Benedetto XVI è tornato a parlare di democrazia e giustizia sociale. 'Occorrono in primo luogo - ha osservato il Papa - istituzioni appropriate, credibili, autorevoli, non finalizzate a una mera gestione del potere pubblico, ma capaci di promuovere livelli articolati di partecipazione popolare, nel rispetto delle tradizioni di ciascuna nazione, e nella costante preoccupazione di custodirne l'identità'. 'Altrettanto urgente - ha aggiunto il Pontefice - è uno sforzo tenace, durevole e condiviso per la promozione della giustizia sociale. La democrazia raggiungerà la sua piena attuazione solo quando ogni persona ed ogni popolo sarà in grado di accedere ai beni primari attraverso un ordinamento delle relazioni interne e internazionali che assicuri a ciascuno la possibilità di parteciparvi. Non si potrà dare, peraltro, vera giustizia sociale se non in un'ottica di genuina solidarietà'.

19 maggio 2006 - Il Papa punisce il fondatore dei Legionari di Cristo

Con un comunicato ufficiale, la Santa Sede ha reso noto stamane di aver imposto al Fondatore dei Legionari di Cristo, P. Marcial Maciel Degollado, 'una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico'. 'A partire dal 1998 - si legge nella nota del Vaticano - la Congregazione per la Dottrina della Fede ricevette accuse, già in parte rese pubbliche, contro il Rev.do Marcial Maciel Degollado, fondatore della Congregazione dei Legionari di Cristo, per delitti riservati all’esclusiva competenza del Dicastero'. 'Tutti questi elementi - prosegue il comunicato - sono stati oggetto di maturo esame da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, e, a norma del Motu Proprio Sacramentorum sanctitatis tutela promulgato il 30 aprile 2001 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Sua Eminenza il Cardinale Joseph Ratzinger, ha autorizzato una investigazione delle accuse. Nel frattempo avvenne la morte di Papa Giovanni Paolo II e l’elezione del Cardinale Ratzinger a nuovo Pontefice'.

mercoledì 9 giugno 2010

18 maggio 2006 - Il Papa: 'La Chiesa riconosce la distinzione con lo Stato'

Il Papa ha incontrato stamane in Vaticano i i partecipanti alla 56ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Il primo argomento affrontato da Benedetto XVI ha riguardato la formazione dei sacerdoti. 'Occorre innanzitutto - ha osservato - curare un’attenta selezione dei candidati al sacerdozio, verificandone le predisposizioni personali ad assumere gli impegni connessi con il futuro ministero; coltivare poi la formazione, non solo negli anni del seminario ma anche nelle successive fasi della loro vita; avere a cuore il loro benessere materiale e spirituale; esercitare la nostra paternità verso di loro con animo fraterno; non lasciarli mai soli nelle fatiche del ministero, nella malattia e nella vecchiaia, come nelle inevitabili prove della vita'. L'attenzione del Pontefice si è poi spostata ovviamente sull'Italia e nello specifico sui rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Essa - ha sottolineato Benedetto XVI - 'è ben consapevole che alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, cioè tra lo Stato e la Chiesa'. 'Questa distinzione e autonomia - ha aggiunto - la Chiesa non solo riconosce e rispetta, ma di essa si rallegra, come di un grande progresso dell’umanità e di una condizione fondamentale per la sua stessa libertà e l’adempimento della sua universale missione di salvezza tra tutti i popoli. In pari tempo, e proprio in virtù della medesima missione di salvezza, la Chiesa non può venir meno al compito di purificare la ragione, mediante la proposta della propria dottrina sociale, argomentata a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, e di risvegliare le forze morali e spirituali, aprendo la volontà alle autentiche esigenze del bene. A sua volta, una sana laicità dello Stato comporta senza dubbio che le realtà temporali si reggano secondo norme loro proprie, alle quali appartengono però anche quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento nell’essenza stessa dell’uomo e pertanto rinviano in ultima analisi al Creatore'. Infine un chiarimento: la Chiesa non compie ingerenze quando parla di temi etici e morali. 'Nelle circostanze attuali - ha affermato, concludendo il suo discorso, il Papa - richiamando il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche soprattutto pubblica alcuni fondamentali principi etici, radicati nella grande eredità cristiana dell’Europa e in particolare dell’Italia, non commettiamo dunque alcuna violazione della laicità dello Stato, ma contribuiamo piuttosto a garantire e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società'.

17 maggio 2006 - Il Papa: 'Convertiamoci come Pietro'

Benedetto XVI ha iniziato stamane una nuova serie di catechesi dedicata alle figure dei 12 Apostoli. E nell'Udienza Generale di stamane il protagonista è ovviamente San Pietro. Il Papa ha ricordato la figura dell'Apostolo, il suo carattere e le sue conversioni. Il primo Vescovo di Roma abbracciò - ha sostenuto Papa Benedetto - 'la legge esigente della sequela: bisogna saper rinunciare, se necessario, al mondo intero per salvare i veri valori, per salvare l’anima, per salvare la presenza di Dio nel mondo. Anche se con fatica, Pietro accoglie l’invito e prosegue il suo cammino sulle orme del Maestro'. 'Anche noi abbiamo desiderio di Dio - ha concluso il Pontefice - anche noi vogliamo essere generosi, ma anche noi ci aspettiamo che Dio sia forte nel mondo e trasformi subito il mondo secondo le nostre idee, secondo i bisogni che noi vediamo. Dio sceglie un’altra strada. Dio sceglie la via della trasformazione dei cuori nella sofferenza e nell’umiltà. E noi, come Pietro, sempre di nuovo dobbiamo convertirci. Dobbiamo seguire Gesù e non precederlo: è Lui che ci mostra la via'.

martedì 8 giugno 2010

15 maggio 2006 - Il Papa: 'Accogliere ogni persona'

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Parlando dell'arrivo in Europa di un sempre maggior numero di migranti provenienti da Paesi islamici, il Papa ha sottolineato come la Chiesa avverta 'con crescente consapevolezza che il dialogo interreligioso fa parte del suo impegno a servizio dell’umanità nel mondo contemporaneo. Questa convinzione è diventata "pane quotidiano" specialmente per chi opera a contatto con i migranti, i rifugiati e con le diverse categorie di persone itineranti'. Il Pontefice ha poi ribadito quale debba essere il comportamento di un credente nei confronti di chi si presenta in un Paese diverso dal proprio. 'I singoli credenti - ha ricordato Papa Benedetto - sono chiamati ad aprire le loro braccia ed il loro cuore ad ogni persona, da qualunque Paese provenga, lasciando poi alle autorità responsabili della vita pubblica di stabilire in merito le leggi ritenute opportune per una sana convivenza'.

14 maggio 2006 - Il Papa ricorda le apparizioni di Fatima

Alla recita del Regina Coeli di oggi Benedetto XVI ha ricordato la memoria liturgica della Madonna di Fatima, che la Chiesa ha celebrato nella giornata di ieri. Ai tre pastorelli - ha chiarito Benedetto XVI - la Vergine affidò un messaggio consistente in 'un forte richiamo alla preghiera e alla conversione; messaggio davvero profetico considerando il secolo XX funestato da inaudite distruzioni, causate da guerre e da regimi totalitari, nonché da estese persecuzioni contro la Chiesa'. 25 anni fa, poi, l'attentato contro Giovanni Paolo II. Egli - ha ricordato il Pontefice ai fedeli -'sentì di essere stato miracolosamente salvato dalla morte per l’intervento di "una mano materna", come egli stesso ebbe a dire, e l’intero suo pontificato è stato segnato da ciò che la Vergine aveva preannunciato a Fatima. Se non sono mancate preoccupazioni e sofferenze, se ancora permangono motivi di apprensione per il futuro dell’umanità, è di conforto quanto la "Bianca Signora" promise ai pastorelli: Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà'.

13 maggio 2006 - Il Papa: 'L'Europa testimoni il dialogo'

'Nel mondo incerto e disturbato come il nostro l'Europa può diventare testimone e messaggero del dialogo necessario tra le culture e le religioni. La storia del Vecchio continente, profondamente segnato dalle sue divisioni e le sue guerre fratricide ma anche dai suoi sforzi per superarli, invita a compiere questa missione, per rispondere alle aspettative di tanti uomini e donne che aspirano ancora, in molti Paesi del mondo, allo sviluppo, alla democrazia ed alla libertà religiosa'. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo stamane Valentin Vassilev Bozhilov, neo ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede. Nel suo discorso Benedetto XVI ha invitato l'Europa a non ripiegarsi su se stessa favorendo 'una migliore distribuzione della ricchezza nel mondo e che susciti un vero sviluppo dell’Africa, che possa correggere le ingiustizie e gli squilibri attuali tra il Nord e il Sud, fattori di tensione e di minaccia per la pace'.

11 maggio 2006 - Il Papa riceve Hugo Chavez

Il presidente venezuelano Hugo Chavez è stato ricevuto oggi in Vaticano da Benedetto XVI. 'Il Presidente - si legge in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede - ha illustrato al Santo Padre i progetti di cambiamento sociale in atto nel Paese. Benedetto XVI ha, quindi, proposto all'attenzione del Presidente alcuni temi a lui particolarmente cari. Innanzitutto ha ribadito la libertà della Santa Sede nella nomina dei Vescovi ed ha auspicato che l'Università Cattolica "Santa Rosa da Lima" possa sempre mantenere la sua identità cattolica. Il Santo Padre ha anche espresso la Sua preoccupazione per un progetto di riforma dell'istruzione in cui non troverebbe posto l'insegnamento della religione. Ha chiesto, inoltre, che i programmi di salute pubblica mantengano come punto basilare la protezione della vita fin dal suo inizio. Infine, ha sottolineato l’esigenza dell'indipendenza dei media cattolici'. 'Il Presidente Hugo Chávez - conclude la nota vaticana - ha assicurato il suo interesse circa le richieste del Santo Padre ed il suo impegno per superare ogni tensione nel rispetto dei legittimi diritti di tutti. Infine, il Santo Padre ha consegnato al Presidente una lettera personale che riassume le Sue sollecitudini pastorali per il bene del Paese'.

lunedì 7 giugno 2010

11 maggio 2006 - Gli auguri del Papa a Napolitano

Il Papa ha inviato stamane un telegramma di congratulazioni al neo Presidente eletto della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. 'Asupico - ha scritto Benedetto XVI al successore di Carlo Azeglio Ciampi - che ella possa esercitare con ogni buon esito il suo alto compito. Invoco sulla sua persona la costante assistenza divina per una illuminata ed efficace azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e cristiani che costituiscono il mirabile patrimonio del popolo italiano'.

11 maggio 2006 - Il Papa: 'Salvaguardare il matrimonio'

L'udienza concessa ai partecipanti al Congresso Internazionale promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Università Lateranense è occasione per Benedetto XVI di tornare a parlare di pastorale della famiglia. 'Il matrimonio e la famiglia sono radicati nel nucleo più intimo della verità sull’uomo e sul suo destino. La differenza sessuale che connota il corpo dell’uomo e della donna - ha osservato il Papa - non è un semplice dato biologico, ma riveste un significato ben più profondo: esprime quella forma dell’amore con cui l’uomo e la donna, diventando una sola carne, possono realizzare un’autentica comunione di persone aperta alla trasmissione della vita e cooperano così con Dio alla generazione di nuovi esseri umani'. Dal Pontefice poi un nuovo no ad ogni matrimonio che non sia quello tra un uomo ed una donna. 'La comunione di vita e di amore che è il matrimonio si configura come un autentico bene per la società. Evitare la confusione con altri tipi di unioni basate su un amore debole si presenta oggi con una speciale urgenza. Solo la roccia dell’amore totale e irrevocabile tra uomo e donna - ha concluso Papa Benedetto - è capace di fondare la costruzione di una società che diventi una casa per tutti gli uomini'.

11 maggio 2006 - Il Papa incontra i Vescovi canadesi

Eucarestia e sacerdozio. Sono i temi centrali affrontati stamane dal Papa ricevendo in Vaticano i Vescovi canadesi del Quebec in Visita ad Limina. 'I fedeli - ha specificato Benedetto XVI parlando dell'Eucarestia - devono essere convinti del carattere vitale della partecipazione regolare all'Assemblea domenicale, affinché la loro fede possa crescere ed esprimersi in modo coerente'. Poi un'analisi sul sacerdozio. 'La diminuzione del numero dei sacerdoti, che rende a volte impossibile la celebrazione della Messa domenicale in alcuni luoghi, chiama in causa in modo preoccupante - ha osservato il Pontefice - il posto della sacramentalità nella vita della Chiesa. Il ministero del sacerdote non può essere pertanto affidato ad altre persone senza nuocere di fatto all'autenticità dell'essere stesso della Chiesa'. Infine, rivolgendosi ai Vescovi, il Papa ha rivolto l'invito a 'trasmettere senza timore la chiamata del Signore, di suscitare vocazioni e di accompagnare i giovani lungo la via del discernimento e dell'impegno, nella gioia di donarsi nel celibato'.

mercoledì 2 giugno 2010

10 maggio 2006 - Il Papa: 'Cristo parla attraverso i Vescovi'

Il vescovo è colui 'che ha una visione dall’alto, uno che guarda con il cuore'. Lo ha detto il Papa nell'Udienza Generale di stamane dedicata alla successione apostolica. I vescovi sono i successori degli Apostoli, ha ricordato Benedetto XV, e 'la successione apostolica del ministero episcopale è la via che garantisce la fedele trasmissione della testimonianza apostolica. Quello che rappresentano gli Apostoli nel rapporto fra il Signore Gesù e la Chiesa delle origini, lo rappresenta analogamente la successione ministeriale nel rapporto fra la Chiesa delle origini e la Chiesa attuale. Non è una semplice concatenazione materiale; è piuttosto lo strumento storico di cui si serve lo Spirito per rendere presente il Signore Gesù, Capo del suo popolo, attraverso quanti sono ordinati per il ministero attraverso l'imposizione delle mani e la preghiera dei vescovi'. 'Mediante la successione apostolica - ha concluso Papa Benedetto - è allora Cristo che ci raggiunge: nella parola degli Apostoli e dei loro successori è Lui a parlarci; mediante le loro mani è Lui che agisce nei sacramenti; nel loro sguardo è il suo sguardo che ci avvolge e ci fa sentire amati, accolti nel cuore di Dio. E anche oggi, come all’inizio, Cristo stesso è il vero pastore e guardiano delle nostre anime, che noi seguiamo con grande fiducia, gratitudine e gioia'.