mercoledì 9 giugno 2010

18 maggio 2006 - Il Papa: 'La Chiesa riconosce la distinzione con lo Stato'

Il Papa ha incontrato stamane in Vaticano i i partecipanti alla 56ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Il primo argomento affrontato da Benedetto XVI ha riguardato la formazione dei sacerdoti. 'Occorre innanzitutto - ha osservato - curare un’attenta selezione dei candidati al sacerdozio, verificandone le predisposizioni personali ad assumere gli impegni connessi con il futuro ministero; coltivare poi la formazione, non solo negli anni del seminario ma anche nelle successive fasi della loro vita; avere a cuore il loro benessere materiale e spirituale; esercitare la nostra paternità verso di loro con animo fraterno; non lasciarli mai soli nelle fatiche del ministero, nella malattia e nella vecchiaia, come nelle inevitabili prove della vita'. L'attenzione del Pontefice si è poi spostata ovviamente sull'Italia e nello specifico sui rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Essa - ha sottolineato Benedetto XVI - 'è ben consapevole che alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, cioè tra lo Stato e la Chiesa'. 'Questa distinzione e autonomia - ha aggiunto - la Chiesa non solo riconosce e rispetta, ma di essa si rallegra, come di un grande progresso dell’umanità e di una condizione fondamentale per la sua stessa libertà e l’adempimento della sua universale missione di salvezza tra tutti i popoli. In pari tempo, e proprio in virtù della medesima missione di salvezza, la Chiesa non può venir meno al compito di purificare la ragione, mediante la proposta della propria dottrina sociale, argomentata a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, e di risvegliare le forze morali e spirituali, aprendo la volontà alle autentiche esigenze del bene. A sua volta, una sana laicità dello Stato comporta senza dubbio che le realtà temporali si reggano secondo norme loro proprie, alle quali appartengono però anche quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento nell’essenza stessa dell’uomo e pertanto rinviano in ultima analisi al Creatore'. Infine un chiarimento: la Chiesa non compie ingerenze quando parla di temi etici e morali. 'Nelle circostanze attuali - ha affermato, concludendo il suo discorso, il Papa - richiamando il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche soprattutto pubblica alcuni fondamentali principi etici, radicati nella grande eredità cristiana dell’Europa e in particolare dell’Italia, non commettiamo dunque alcuna violazione della laicità dello Stato, ma contribuiamo piuttosto a garantire e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società'.

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