sabato 6 febbraio 2010

13 dicembre 2005 - Il Papa: 'Difendere la pace'

Presentato stamane in Vaticano il Messaggio del Papa - il primo di Benedetto XVI - in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il prossimo primo gennaio. Nel testo, il Pontefice invita a non ridurre la pace alla semplice assenza di conflitti ma a comprenderla 'come il frutto dell'ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore, un ordine che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta'. 'Quando viene a mancare l'adesione all'ordine trascendente delle cose - ha aggiunto il Pontefice - come pure il rispetto di quella « grammatica » del dialogo che è la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, quando viene ostacolato e impedito lo sviluppo integrale della persona e la tutela dei suoi diritti fondamentali, quando tanti popoli sono costretti a subire ingiustizie e disuguaglianze intollerabili, come si può sperare nella realizzazione del bene della pace?'. Seguendo questa linea, Benedetto XVI invita a far riferimento a quanto successo anche nel recente passato 'quando aberranti sistemi ideologici e politici hanno mistificato in modo programmato la verità ed hanno condotto allo sfruttamento ed alla soppressione di un numero impressionante di uomini e di donne, sterminando addirittura intere famiglie e comunità. Come non restare seriamente preoccupati, dopo tali esperienze, di fronte alle menzogne del nostro tempo, che fanno da cornice a minacciosi scenari di morte in non poche regioni del mondo? L'autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta'. Il Papa ringrazia, poi, quanti lavorano in difesa e per il mantenimento della pace. Su tutti le Organizzazioni internazionali e i soldati impegnati nelle missioni di peace-keeping. Nel messaggio, Benedetto XVI affronta anche le tematiche legate al terrorismo ed al fondamentalismo religioso. 'Al giorno d'oggi - osserva il Pontefice - la verità della pace continua ad essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo che, con le sue minacce ed i suoi atti criminali, è in grado di tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza'. 'Anche il fanatismo religioso oggi spesso denominato fondamentalismo - aggiunge Papa Ratzinger - può ispirare e alimentare propositi e gesti terroristici'. Se da un lato Benedetto XVI guarda con piacere 'al calo numerico dei conflitti armati', dall'altro invita a non lasciarsi 'indurre ad un ingenuo ottimismo'. 'Non si può infatti dimenticare che purtroppo - argomenta Papa Ratzinger - proseguono ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti che seminano in vaste zone della terra lacrime e morte. Ci sono situazioni in cui il conflitto, che cova come fuoco sotto la cenere, può nuovamente divampare causando distruzioni di imprevedibile vastità. Le autorità che, invece di porre in atto quanto è in loro potere per promuovere efficacemente la pace, fomentano nei cittadini sentimenti di ostilità verso altre nazioni, si caricano di una gravissima responsabilità: mettono a repentaglio, in regioni particolarmente a rischio, i delicati equilibri raggiunti a prezzo di faticosi negoziati, contribuendo a rendere così più insicuro e nebuloso il futuro dell'umanità. Che dire poi dei governi che contano sulle armi nucleari per garantire la sicurezza dei loro Paesi? Insieme ad innumerevoli persone di buona volontà, si può affermare che tale prospettiva, oltre che essere funesta, è del tutto fallace. In una guerra nucleare non vi sarebbero, infatti, dei vincitori, ma solo delle vittime'. Un altro capitolo che allarma Benedetto XVi è quello relativo all'aumento delle spese militari. 'Non si possono non registrare con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi, mentre ristagna nella palude di una quasi generale indifferenza il processo politico e giuridico messo in atto dalla Comunità Internazionale per rinsaldare il cammino del disarmo. Quale avvenire di pace sarà mai possibile, se si continua a investire nella produzione di armi e nella ricerca applicata a svilupparne di nuove?'. 'I primi a trarre vantaggio da una decisa scelta per il disarmo - rammenta il Pontefice concludendo il Messaggio - saranno i Paesi poveri, che reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo'.

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