
Benedetto XVI ha firmato stamane l’Enciclica Spe Salvi, la seconda del suo Pontificato, dedicata alla speranza cristiana. ‘Speranza – ha scritto il Papa - è una parola centrale della fede biblica al punto che in diversi passi le parole fede e speranza sembrano interscambiabili’. Il Pontefice ha poi rilevato che ‘possiamo soltanto presagire che l’eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell’immergersi nell’oceano dell'infinito amore, nel quale il tempo — il prima e il dopo — non esiste più. Dobbiamo pensare in questa direzione, se vogliamo capire a che cosa mira la speranza cristiana, che cosa aspettiamo dalla fede, dal nostro essere con Cristo’. Il Pontefice ha ammesso che ‘noi abbiamo bisogno delle speranze — più piccole o più grandi — che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio. Dio è il fondamento della speranza, — non un qualsiasi dio, ma quel Dio che ha un volto umano e che ci ha amati sino alla fine. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto’. Papa Benedetto punta infine l’indice contro le false speranze, su tutte il marxismo. Marx – ha osservato il Pontefice - ‘ha dimenticato che l’uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. Pensava che una volta sistemata l’economia, tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo’.
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